sabato 25 agosto 2018

Pellegrinaggio in Oriente 2

Il viaggio in Oriente non era più ricordato e la Lega dimenticata o irrisa come “arnese” ormai superato dai tempi (anche se il narratore sperava in una sua riscoperta) malgrado i suoi scopi fossero molto elevati (ma il segreto impedisce di rivelarli – anche se non è difficile supporli in ciò che di più alto è nelle aspirazioni dell’uomo).


Possono invece esser detti, a differenza degli scopi dell’organizzazione, quelli individuali e privati degli aderenti. Infatti nessuno era accettato nella Lega se non spinto anche da aspirazioni personali (13), quelli che il narratore chiamava il proprio folle sogno puerile (14). E’ certo un’espressione che il linguaggio comune etichetta come dissennata chimera, ma a ben vedere esprime compitamente le aspirazioni che si possono avere: folle è il senso di volere uscire dalla quotidianità che limita (l’aspirazione è appunto folle per gli altri, i “normali”); sogno è l’irrealtà (il minus habens non sa comprendere che il sogno di oggi sarà magari la realtà di domani).


Il narratore si confessava: lo scopo mio personale, che mi fu chiesto dall'Eccelso Seggio prima dell'ammissione alla Lega, era molto semplice, mentre alcuni altri confratelli si erano proposti mete che io potevo bensì stimare, ma non comprendere fino in fondo. Uno per esempio era un cercatore di tesori e aveva in mente soltanto la conquista di un grande tesoro che egli chiamava « Tao », un altro invece si era ficcato in testa di catturare un certo serpente al quale attribuiva forze magiche e cui dava il nome di Kundalini. Per contro la meta del mio viaggio e della mia vita che fin dalla tarda fanciullezza mi si era presentata in sogno consisteva nel vedere la bella principessa Fatma e nel conquistarne possibilmente l'amore. (14)


A molti (temporalmente siamo alla fine della Grande Guerra) la Lega appariva fenomeno conseguente alla proliferazione, di moda in quegli anni, di redentori, profeti e discepoli, pieno di presagi della fine dei mondo o di speranze nell'avvento di un Terzo Regno (14). Si trattava insomma di svariate chimere, ma anche ad autentiche elevazioni dell’anima. (14-15)


Non appariva sorprendente che nel pensiero della gente comune la Lega venisse confusa con tutti i gruppi e gruppuscoli che proliferavano.


Uno dei grandi pericoli dell’età contemporanea è appunto il livellamento, non quello controllato dai muratori con l’uso magistrale della Livella, ma quello volgare: porre sullo stesso piano ogni “chiunque” che apre bocca indipendentemente da quel che dice. E’ lo stesso dell’affermare che tutte le opinioni sono ugualmente valide, come tanti anni fa ascoltai un massone disquisire su ciò che si dice in Loggia. E’ lo stesso che affermare che non c’è differenza tra temperanza e dissolutezza (intendendo la prima come imposta quasi solo da problemi di salute che l’intemperante per sua fortuna non ha), 


No, non è vero: son cose diverse, molto diverse. Le opinioni non sono tutte ugualmente valide e la libertà non significa libertà di esprimere qualunque opinione, anche le più turpi. E certune non hanno nemmeno diritto di cittadinanza in Loggia, checché ne pensi quel massone un po’ presuntuoso.


E quindi non è possibile considerare alla stessa stregua la Lega e qualunque altro gruppo costituitosi attorno attorno ad un’idea o una persona. Non è questione di dimensione od organizzazione: la Lega ha un compito elevato. Ma gli altri? Sì, dicono di averlo, ma in realtà non è certo. Vanno esaminati caso per caso. Vanno identificati i gruppi vacui, non adeguati. Vanno esclusi quelli che non lasciano libertà agli aderenti, soprattutto non lasciano la libertà di ritirarsi.


Pretendere in ogni aderente allo stesso tempo obiettivi della Istituzione e suoi personali mi pare un punto di forza della Lega. Il narratore confessa di avere come scopo personale la ricerca della principessa Fatma, il personaggio delle Mille e Un Notte.

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