domenica 6 agosto 2017

La Luce

Tra le scartoffie paterne ho trovato vecchi appunti risalenti a molti anni fa. Mi paiono interessanti.

 
La luce, nel nostro mondo, crea l’ombra. Mentre l’ombra non può creare la luce.

Quando la luce colpisce un corpo ne illumina la superficie che riceve la luce, mentre la parte opposta resta buia.

Forse non è corretto dire che la luce colpisce un corpo. E’ meglio dire: quando un corpo viene immerso nel flusso della luce, la sua faccia esposta al flusso viene illuminata, mentre la faccia opposta rimane buia.

Quindi il buio è assenza di luce. Ma luce non è assenza di buio. Perché è la luce che crea il buio.

Per creare il buio la luce ha bisogno di un corpo da illuminare.
Il corpo immerso nel flusso luminoso ha una parte illuminata e l’altra no. Se paragoniamo la Luce al Bene possiamo dire che il Male nasce dal Bene, ma il Bene non nasce dal Male. Come il flusso di Bene colpisce un essere, ne illumina la parte esposta al flusso, ma contemporaneamente ne oscura l’altra parte. Le due tendenze dell’uomo alla spiritualizzazione ed alla materializzazione, le virtù ed i difetti. Senza virtù non ci sarebbero vizi. Ciò non vuol significare che le virtù sono suscitate dai vizi.

Per analogia possiamo dedurre che nel mondo binario, nel mondo della manifestazione, il Signore, che l’atto della creazione ha unito indissolubilmente alla Sua opera, è colui che dà origine al Diavolo.
Il Diavolo è la controfigura, la controparte del Signore.

Sul piano terreno senza Signore non ci sarebbe Diavolo., come senza la luce non ci sarebbe l’ombra.

Ritorniamo al corpo in mezzo al flusso di luce. Questo corpo, tutti i corpi, hanno una parte illuminata ed una in ombra.. Perché, anche se si vuol condividere, speculativamente, la luce come un qualche cosa d’immateriale, nel piano della manifestazione essa n essere soggetta alla caratteristica duale che è propria del mondo della manifestazione o mondo binario.

Questo corpo, il nostro corpo, ci costringe con la sua parte in ombra a desiderare ciò che è utile, o comodo, oppure gratificante; mentre con la sua parte illuminata ci porta a desiderare il bello, il giusto, il vero. Anche con qualche sacrificio.

Potremmo anche chiamare anima la parte illuminata e materia la parte in ombra, ma non dimentichiamo che ciò che è illuminato è un “quid unicum”, inscindibile anche se ha contemporaneamente tendenze diverse e contrapposte.

D’altra parte qualcuno non ha forse detto che anima e materia sono due facce della stessa unica cosa?

Ed ecco il problema che si pone all’iniziato: come e cosa fare perché nell’uomo anche i desideri della parte materiale siano volti alla reintegrazione?

La massoneria ci offre con la sua tradizione gli strumenti per lavorare al nostro miglioramento ed alla nostra reintegrazione.
Possiamo tentare di dare una risposta all’interrogativo riprendendo l’esempio della luce. Un corpo immerso e colpito da un flusso di luce crea una zona d’ombra. L’iniziato prende a poco a poco coscienza di questo, e del conseguente desiderio di realizzare nella pratica la virtualità della iniziazione massonica. Questa presa di coscienza e l’uso degli strumenti e del metodo muratorio porta l’iniziato a trasformarsi a poco a poco in un corpo di cristallo trasparente che lascia passare la luce.

Questa è la realizzazione dell’iniziazione: la pietra grezza è diventata pietra cubica levigata, la Grande Opera è compiuta.
Un aiuto alla speculazione su tutto questo può essere dato dalla meditazione della radice della parola “cristallo”.

Il rendersi trasparente come cristallo può essere anche detto, in termini diversi, “essere colpito dalla Grazia”. Ma tenendo conto che spesso nel linguaggio delle religioni i colpiti , i beneficiati dalla Grazia sono esseri in attesa passiva, mentre farsi “cristallo” è operazione esclusivamente attiva.

*

E’ per via del venir meno del Bene che la tenebra è vista e nella tenebra si vive.
E per l’anima il male è questo venir meno, generatore di tenebra. Tale, il male primo.
La tenebra è qualcosa che ne precede. E la natura del male non sta nella materia, ma prima della materia (cioè nella cessazione della tensione spirituale che ha dato origine alla materia).
               Plotino

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