Mio padre aveva l'abitudine di appuntarsi le riflessioni che nascevano dalle letture che l'hanno coinvolto.
Appunti
dopo la lettura di Demian,
romanzo di Hermann Hess.
Seconda lettura
Appunti presi durante la seconda lettura di Demian – 21 ottobre 2003
La
via dell'interiorità è il cercare in se stesso. Essere se stessi.
Il
maestro è sempre e soltanto una guida temporanea, provvisoria, utile
per un dato momento, per una data problematica. Superato il momento,
risolta la problematica, l'eventuale cordone ombelicale che può
essersi formato, deve essere troncato.
Più
che dei maestri, noi possiamo avere dei fratelli maggiori, utili in
alcune circostanze per una possibile maggiore esperienza; l'unico
vero maestro è solo quello che dorme dentro di noi. E non è facile
svegliarlo.
Niente
ci disturba di più che seguire la via che conduce nel profondo della
nostra interiorità. Il primo passo della via iniziatica è scendere
nella propria interiorità e prendere coscienza delle proprie
contraddizioni e dei propri difetti. Successivamente la via porta a
incontrare sé stessi anche se in principio non ci si riconosce.
La
ricerca porta ad un aumento del senso di autoresponsabilizzazione.
Prima o poi essa porta a superare i tabù. Ad ogni passo in avanti
sulla nostra strada personale, muore in noi un qualche cosa ma
contemporaneamente nasce in noi un qualche cosa d'altro.
La
via non è uguale per tutti; essa è strettamente personale.
La
ricerca trasforma la fede in conoscenza
e il fedele in ricercatore.
Il
ricercatore è destinato alla solitudine quando percorre la via; egli
è sempre e soltanto un viandante solitario. Importanza
dell'autocritica perché è
sempre difficile venire al mondo.
(dal
cap. VI - La lotta di Giacobbe, pag. 131 ed. B.U.R.)
Non
esisteva altro dovere per gli uomini illuminati al di fuori della
ricerca di sé stessi, dell'autoconoscenza, di procedere a tentoni
sul proprio cammino, senza curarsi della sua direzione. Era una
certezza sconvolgente, il risultato più proficuo di
quell'esperienza. ... Il vero obiettivo per ciascuno è trovare il
proprio destino, ... non scelto arbitrariamente, e viverlo dentro di
sé, in tutto e per tutto.
Interpretazione
storicistica del mito di Caino e Abele che non è per nulla in
alternativa con l'interpretazione esoterica che Hesse dà in Demian.
Abele
rappresenta l'umanità che è ancora nella fase in cui l'uomo vive di
caccia, della raccolta di frutti e radici, e anche di animali
allevati alla meglio. Le poche coltivazioni sono rudimentali se non
addirittura casuali.
Caino
invece rappresenta l'umanità nell'immediato stadio successivo
d'evoluzione. L'uomo vive sopratutto coltivando la terra, allevando
sistematicamente certe specie di animali per ricavarne carne, latte,
lana pelle, ed ha cominciato ad esercitare i mestieri collaterali
dell'agricoltura, dando origine ad una artigianato che, benché
primitivo, conosce già l'arte del tessere, la lavorazione del ferro
per mezzo del fuoco, l'uso del legno sia per costruire gli edifici
che per produrre suppellettili e mobili. Inizia un periodo di civiltà
più evoluta e l'umanità di questo periodo subentra a quella
precedente. La storia biblica simboleggia il fatto con l'uccisione di
Abele da parte di Caino.
Nessuno,
quindi, tocchi
Caino,
e il segno sulla fronte lo distingue dagli uomini precedenti.
Sul
piano binario della Manifestazione, ogni cosa è effetto della doppia
polarità, base indispensabile per la Manifestazione, che è binaria
per natura. Anche la divinità, che non può essere non presente
nella Manifestazione perchè oltre esserne creatrice ne è anche la
vita, ha una doppia polarità, quindi un aspetto duplice, positivo e
negativo allo stesso tempo.
La
dualità
è la caratteristica fondamentale dell'Atto creativo e tutto nella
Manifestazione è duale. Il Principio creatore, che ha creato con la
sua stessa sostanza, ha potuto compiere l'Atto creativo in quanto si
è espresso attraverso un campo energetico formato da due poli
contrapposti ma complementari.
Il
simbolo cristico
rappresenta la forza evolutiva, che è un aspetto della Forza
creatrice. Al ricercatore non interessa tanto l'eventuale aspetto di
una possibile incarnazione umana (anche perché ogni uomo è di per
sé stesso un'incarnazione di questa Forza) quanto il fatto che la
Forza creatrice, creando, è rimasta nella propria Creazione per
mantenerla vitale ed efficiente. Questo è il significato del simbolo
della Croce: la divinità è indissolubilmente legata ai quattro
bracci della croce cosmica, i quattro elementi.
Evoluzione:
successione di momenti di equilibrio dinamico, a livelli sempre più
elevati.
Le
cose che vediamo ... sono le stesse cose che abbiamo in noi. Non c'è
altra realtà salvo quella che abbiamo dentro di noi.
Quello
che ci disturba negli altri è sempre un qualcosa che è anche dentro
di noi. Ciò
che non esiste in noi
- scrive Hesse - non
può turbarci.
L'adorazione
del fuoco è quasi sempre un atto fideistico. Ma chi usa
l'osservazione del fuoco come ausilio per le proprie meditazioni può
suscitare in sè stesso ciò che è ancora allo stato latente.
L'osservazione
della natura attraverso le immagini degli elementi dell'Acqua e del
Fuoco, le immagini delle forme vegetali, delle radici, delle venature
della pietra, delle forme della pietra stessa, può suscitare
sensazioni e correnti di forze simpatiche con sintonie che possono
gradualmente portare verso certe verità. Lentamente l'osservatore
supera le insufficienze proprie che gli impediscono il completo
accesso ai regni della Natura, entra nella natura stessa e tende a
farne parte. Prende allora coscienza che la forza divina della natura
è anche in lui. Si tratta allora di renderla attiva ed operante come
fecero gli ermetisti del XVI secolo.
Certo
- scrive Hesse - in
ognuno di loro c'è la potenzialità dell'uomo, ma solo quando la si
intuisce, quando s'impara a prenderne coscienza, le potenzialità si
attuano.
Effetti
positivi dell'abbinamento di due attività che possono essere
complementari fra di loro: meditazione e passeggiata (specie se in un
ambito naturale).
Potenza
in essere del pensiero.
Il
caso non esiste. Esistono le forze del pensiero degli uomini, di
tutti gli uomini. Suscitando e sapendo esercitare la forza del
pensiero si può influire sui fatti della vita. Ma pochissimi sono in
grado di farlo. La stragrande maggioranza emette pensieri che poi,
incontrollati e indipendenti, vagano senza alcun indirizzo e seguono
senza controllo i più disparati percorsi, determinando confusioni e
scontri. Cosa che noi chiamiamo caos o fato.
Può
esserci però una non voluta influenza dei karma
personali e collettivi?
L'amore
si potenzia e si consolida per mezzo della contemporaneità di sesso
e sentimenti. Sesso e amore formano un connubio sacro e
indissolubile; sesso senza amore è solo vizio e nient'altro.
La
morale segue l'evoluzione umana. Perciò non può essere
cristallizzata e imbalsamata dal moralismo di una data epoca.
(continua)
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