martedì 13 ottobre 2015

Gabinetto di Riflessione 8

(continua dal post precedente)

Il Viaggio di Ulisse sta per concludersi.
La Loggia è stata aperta in Grado di Apprendista e sta per terminare l'apertura dei Lavori in Grado di Compagno.
Ulisse forse per la prima volta comprende l'unione di Forza e Bellezza, sulla quale come Compagno d'Arte (o Compagno di Mestiere) dovrà lavorare nelle sue interiorità.



«...L’Immaginazione valida invece va abbinata alla Forza.

La Forza è diretta. Ha una direzione e quella segue. Va dritto, non sa deviare. L’hai già incontrata la prima volta in cui hai bussato alla porta della Loggia».


Ulisse è pronto a ribattere: «Non ricordo questa brutalità della Forza».


«Non puoi ricordarlo – spiega Ulisse-2 – perché il nostro Rituale qui è molto succinto. Altri Rituali invece sono più chiari. Nel Rituale Emulation dopo il giuramento il Maestro Venerabile spiega al neofita: I pericoli ai quali siete sfuggito sono quelli di essere trafitto e strangolato, perché, quando siete entrato nella Loggia, questa spada venne puntata contro la parte sinistra del vostro petto nudo, per cui, se vi foste temerariamente gettato in avanti, sareste stato complice della vostra morte facendovi trafiggere, perché il Fratello che la brandiva sarebbe rimasto immobile, facendo il suo dovere.

Qual è il senso della spiegazione se non quello di indicare che la Forza indirizzata verso una certa direzione, si muove solo verso quella direttrice?».


«Te l’hanno pur detto – continua Ulisse-2 – che se colpisci una pietra con il solo mazzuolo puoi solo spaccarla, se il colpo è abbastanza potente; altrimenti la scalfisci. Se devi lavorar di fino hai bisogno dello scalpello, che “controlla” la direzione della Forza, permettendo non di scheggiare la pietra, ma di scolpirla, il che non è lo stesso.


Ecco perché la Forza deve essere sempre accompagnata dalla Bellezza».


Ulisse ribatte che ne è consapevole, ma Ulisse-2 continua.


«Ascolta, è una questione importante. Forza e Bellezza debbono collaborare, altrimenti l’azione è bloccata. Tra poco, appena sarai entrato in Loggia come un Apprendista postulante il Secondo Grado, dovrai compiere alcuni viaggi. 

Prima di partire il Maestro Venerabile ti spronerà a conseguire una conoscenza più sottile: “alla Forza dell’Intelletto – ti dirà – dovrete aggiungere la Bellezza dell’Immaginazione”. Non ti dirà invece una cosa che dovrebbe essere scontata, ma non sempre lo è: che Forza e Bellezza debbono cooperare, altrimenti la loro unione diventa inutile e sterile».


«Ovvio» osserva Ulisse.


Ma Ulisse-2 lo mette in guardia.


«Attento Ulisse. Non essere troppo facilone e perentorio. Dire che Forza e Bellezza devono cooperare è detto bene ed è “bello” dirlo. Ma la cooperazione non è facile. L’Intelletto cerca di comprendere concetti e pensieri ed elaborarli, l’Immaginazione elabora liberamente certi pensieri ed esperienze e lo fa al di fuori di esperienze pratiche. Se l’Immaginazione ti proponesse l’Ouroboro, il serpente che si mangia la coda, come simbolo sul quale riflettere, e contemporaneamente l’Intelletto ti suggerisse che è una raffigurazione impossibile perché non esiste nessun serpente tanto stupido da mordersi la coda, allora la validità del simbolo sarebbe compromessa e il simbolo rimarrebbe muto».


«Ulisse – continua Ulisse-2 – questa è una situazione limite, ma è molto frequente la possibilità che l’Intelletto o la ragione intacchino la validità di un simbolo semplicemente suggerendo che sia inutile riflettere sopra qualcosa di troppo vago o di logicamente impossibile».


Ulisse riflette a voce alta. «Deve esserci da qualche parte un punto cui riferirsi. Come potrei salire sulla scala senza un punto di riferimento?».


«Fulcro – riprende il suo inseparabile compagno – si chiama fulcro, non ricordi? Ma stai attento, Ulisse, tu non sei la leva di Archimede, che ha bisogno di un punto di appoggio altrimenti non può funzionare. Devi semplicemente concentrarti sul tuo centro di gravità, che non è il punto dove si applica il peso che ti vuol portare verso il basso. E’ una specie di punto di configurazione o di identità che tiene unite tutte le parti che messe assieme formano l’uomo Ulisse».


«Quindi anche te! - ribatte piccato Ulisse.


«Certamente! - risponde un po’ pomposamente Ulisse-2 – io, te, tutti noi (anche gli altri Ulisse che tu ancora non conosci) partiamo proprio da lì».


La porta si apre silenziosamente. È il Vecchio Copritore: «Ulisse, andiamo. E’ ora».


Ulisse esce. Ulisse-2 fa in tempo ad esortarlo velocemente: «Non pensare al futuro basandoti su ciò che sei ora. Magari non te ne sei accorto, ma sei già un po’ diverso e i tuoi pensieri rischiano di diventare elucubrazioni sterili».

«Bisognerebbe sostare nel Gabinetto di Riflessione prima di ogni Tornata» gli risponde silenziosamente Ulisse.


Il Vecchio Copritore, ora Esperto, gli consegna un Regolo di 24 pollici:

«Ulisse, cominciamo. Appoggia il Regolo sulla spalla sinistra. Hai già il tuo grembiule da Apprendista. Ricordati che il Rito che stai per affrontare simbolicamente si indica come passaggio dalla Perpendicolare alla Livella. Vai alla porta e bussa».


Ulisse va, e bussa tre volte alla porta chiusa: ● ●
 
(fine)

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