Prima del Passaggio a Compagno Ulisse è posto nel Gabinetto di Riflessione. Lì avvengono cose strane ed Ulisse si trova a riflettere sul metono di lavoro dell'Apprendista e del Compagno.
Intanto la Loggia si prepara ad aprire la Tornata in Secondo Grado.
Ulisse-2 è perentorio: «Il Massone
non cerca visioni, neanche quelle interiori».
«E
perché no?» – chiede
Ulisse.
«Semplicemente perché non è quello
il metodo. Bada, Ulisse, non dico che sia un metodo sbagliato,
semplicemente non è il metodo della Libera Muratoria»
risponde Ulisse-2.
E continua. «Ti
ricordi quel tuo collega che, andando tanti anni fa in camper a
Medjugorice, ti raccontò di aver visto lungo la strada la Madonna
spronarlo e incitarlo? Alla domanda diretta che ti fece (Ma tu ci
credi che io l’abbia veramente vista?) rispondesti con
sincerità affermativamente, lasciandolo forse un po’ stupito. Per
lui quella fu una vera e propria esperienza spirituale, tanto che te
la raccontò come punto di svolta della sua vita. Fu per lui una
esperienza positiva, certamente. Ma non fu una esperienza muratoria.
E non solo perché lui non era massone.
Il lavoro muratorio non cerca le
visioni, che erompono dalle fessure della nostra crosta terrestre
come le colonne d’acqua di un geyser; belle sì, ma di una bellezza
fine a se stessa. Il lavoro muratorio è molto più calmo, è una
costruzione lenta ma costante: non è estraniarsi dal mondo, ma
costruire nel mondo. E’ equilibrio tra Forza e Bellezza».
«Ancora? - ribatté quasi stanco
Ulisse – Tutti si riempiono la bocca con queste parole, ma ho
l’impressione che non abbiano capito affatto che vuol dire. Io
almeno ho capito poco».
«Potresti anche aver ragione sugli
altri – ribatte Ulisse-2 – ma lasciali perdere. Concentrati e
cerca che Forza e Bellezza acquistino un senso per te.
Bellezza non significa chiamare in
ballo l’estetica. Qui l’estetica non c’entra nulla. Bellezza è
una specie di canone costruttivo, che in un certo senso riesce a
incanalare la forza bruta mantenendola sempre forte ma in un certo
senso plasmandola e controllandola. C’è differenza tra la Forza di
un minus habens e la forza del Libero Muratore: il primo si preoccupa
solo di forza, resistenza e solidità, il secondo ha un orizzonte più
ampio, perché sa vedere oltre e comprende che vi sono altri aspetti
oltre la forza bruta».
Ulisse-2 continua.
«Pensa, Ulisse, al significato del
mito di Esaù e Giacobbe. Sono gemelli, ma sono completamente
diversi. Uno è il tipico selvaggio, tutto muscoli, che dirige il suo
pensiero solo dove sono i suoi interessi immediati. Ha insomma un
pensiero limitato ad un solo settore per volta. L’altro, Giacobbe,
sa andare oltre, con il pensiero e con le azioni. In più ha
l’appoggio della madre Rebecca, cioè della Bellezza.
Certo, non tutti possono comprendere.
Certo, la Massoneria si rivolge ad una
élite, è vero, ma non nel senso sociale, anche se molti massoni
così l’hanno trasformata (e questo è uno dei segni della sua
degenerazione!). La Massoneria si rivolge a chi cerca, a chi vuole
cercare, a chi non può fare altro che cercare e cercarsi».
Ulisse-2 è ora incontenibile.
«Tu
sai, Ulisse, che io non uso il termine “profano”, che non mi
piace. Viene utilizzato generalmente come sinonimo di non massone,
per distinguere chi sta fuori della Loggia da chi sta dentro, come
etichetta che classifica qualcosa che non è classificabile così
superficialmente. In realtà il profano esiste e il suo senso non
coincide necessariamente con non massone. Profano è chi resta alla
superficie e non approfondisce, come la schiuma resta sulla
superficie dell’acqua. Profano è il superficiale. E in questo
senso esistono purtroppo tanti massoni che sono profani,
“galleggiano” sulla Massoneria come la schiuma sul mare. Insomma,
restano sulla superficie di se stessi!
Tanti sono i problemi che un uomo non
può affrontare da solo e deve essere insieme ad altri. Se il lavoro
muratorio si svolge come dovrebbe essere diventa indagine interiore
ed ognuno contribuisce non con cose lette e rimasticate ma con
esperienze personali, allora l’aiuto che tutti danno a tutti
diventa effettivo, quasi terapeutico.
Molti purtroppo intendono il silenzio
come attributo dell’Apprendista e, una volta passati di grado, si
comportano come se il Compagno o il Maestro avessero quasi l’obbligo
di parlare».
«Sì,
ricordo cosa mi ha detto il Vecchio Copritore – qui Ulisse pare
all’altezza della situazione – Quando avrai guadagnato il diritto
di parola in Loggia, ricordati sempre di aspettare che parlino prima
gli altri: magari qualcuno dirà ciò che vuoi dire e lo dirà
meglio!».
«Appunto!»
- continua Ulisse-2.
«Il
silenzio è un atteggiamento molto particolare e allo stesso tempo
molto ampio. Si può stare in silenzio perché felici. Si può stare
in silenzio al contrario perché infelici. Si può stare in silenzio
perché appagati. Si può stare in silenzio perché angosciati. Si
può stare in silenzio perché concentrati su altro. Si può stare in
silenzio perché stanchi. Si può stare in silenzio perché
indifferenti. Si può stare in silenzio perché annoiati.
E tu, Ulisse, perché stai in silenzio?
E non dire che taci perché così deve essere: non è una risposta, è
solo un ripetere ciò che altri ti hanno detto. Ma se vuoi essere
Massone, non devi limitarti a ripetere ciò che ti dicono gli altri.
Il tuo silenzio deve essere concentrazione massima sul tuo dentro e
non giochino con cose grandi».
«Ne
sono consapevole».
«Ulisse,
non parlar di consapevolezza senza sapere cosa sia. Sì, certo che
capisci, ma non la pratichi, non la senti. La consapevolezza va
avvertita, “sentita”, sempre, di giorno e di notte. Non son
queste, cose da comprendere con la ragione, ma da sentire nel flusso
dell’energia vitale.
L’uomo è come un corpo quasi del
tutto sepolto, una specie di iceberg terrestre. E’ visibile solo
una piccola parte che esce dal terreno, tutto il resto è sepolto,
ben nascosto. Andarci dentro è scavare nelle proprie viscere, senza
sapere cosa si troverà, tesori nascosti o mostri terribili. Ma è un
lavoro da fare altrimenti non potrai conoscerti.
E’ una discesa nella propria cripta,
là dove è nascosto il segreto più prezioso del Libero Muratore. Il
Secondo Grado vuole insegnarti ad allentare la rigidità del
ragionamento.
Da Apprendista hai lavorato
privilegiando l’intelligenza costruttiva. Ora come Compagno devi
“modellare” il tuo lavoro. Ci devi mettere del sentimento, delle
emozioni. Ci devi mettere del “tuo”».
Ulisse-2 continua.
«Insomma
devi imparare ad avere immaginazione. Ma, attento! L’immaginazione
è una signora molto potente, forse addirittura più forte della
Forza (se mi passi il bisticcio di parole!). E’ una signora bianca
che può diventar nera o di tutti i colori, se si mette a
fantasticare senza fondamento (appunto, senza la Forza!); e allora ti
trasporta lontano, troppo lontano, verso le più strampalate manie a
volte pericolose, spesso sterili e fuorvianti. Sarebbe un inutile
spreco di energia».
Ulisse ribatte stancamente: «Ma
mi hanno sempre detto di stare con i piedi per terra!»
Ulisse-2 ha la risposta pronta.
«Certo, ma stare con i piedi per terra
non significa privarsi dell’immaginazione.
Significa invece evitare
l’immaginazione sfrenata, frivola e vana, l’immaginazione del
superficiale, che si accontenta di rimanere appunto alla superficie
delle cose».
«Faccio
fatica a distinguere tra immaginazione valida e immaginazione
sfrenata».
«La
differenza non dipende dall’immaginazione, ma da chi immagina. Un
sogno, per esempio, non è immaginazione vacua e sterile: dal
profondo emergono simbologie personali che ti aiutano a conoscere e a conoscerti.
L’immaginazione sfrenata è quella di chi crede di essere l’uomo
volante e si butta giù da una finestra. Oppure di chi va alla
ricerca di cose strampalate. L’Immaginazione valida invece va
abbinata alla Forza.
La Forza è diretta. Ha una direzione e
quella segue. Va dritto, non sa deviare. L’hai già incontrata la
prima volta in cui hai bussato alla porta della Loggia».
Ulisse è pronto a ribattere: «Non
ricordo questa brutalità della Forza».
(continua)
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