lunedì 12 ottobre 2015

Gabinetto di Riflessione 7

(continua dai post precedenti)

Prima del Passaggio a Compagno Ulisse è posto nel Gabinetto di Riflessione. Lì avvengono cose strane ed Ulisse si trova a riflettere sul metono di lavoro dell'Apprendista e del Compagno.
Intanto la Loggia si prepara ad aprire la Tornata in Secondo Grado.



Ulisse-2 è perentorio: «Il Massone non cerca visioni, neanche quelle interiori».

«E perché no?» – chiede Ulisse.

«Semplicemente perché non è quello il metodo. Bada, Ulisse, non dico che sia un metodo sbagliato, semplicemente non è il metodo della Libera Muratoria» risponde Ulisse-2.

E continua. «Ti ricordi quel tuo collega che, andando tanti anni fa in camper a Medjugorice, ti raccontò di aver visto lungo la strada la Madonna spronarlo e incitarlo? Alla domanda diretta che ti fece (Ma tu ci credi che io l’abbia veramente vista?) rispondesti con sincerità affermativamente, lasciandolo forse un po’ stupito. Per lui quella fu una vera e propria esperienza spirituale, tanto che te la raccontò come punto di svolta della sua vita. Fu per lui una esperienza positiva, certamente. Ma non fu una esperienza muratoria. E non solo perché lui non era massone.

Il lavoro muratorio non cerca le visioni, che erompono dalle fessure della nostra crosta terrestre come le colonne d’acqua di un geyser; belle sì, ma di una bellezza fine a se stessa. Il lavoro muratorio è molto più calmo, è una costruzione lenta ma costante: non è estraniarsi dal mondo, ma costruire nel mondo. E’ equilibrio tra Forza e Bellezza».

«Ancora? - ribatté quasi stanco Ulisse – Tutti si riempiono la bocca con queste parole, ma ho l’impressione che non abbiano capito affatto che vuol dire. Io almeno ho capito poco».

«Potresti anche aver ragione sugli altri – ribatte Ulisse-2 – ma lasciali perdere. Concentrati e cerca che Forza e Bellezza acquistino un senso per te.
Bellezza non significa chiamare in ballo l’estetica. Qui l’estetica non c’entra nulla. Bellezza è una specie di canone costruttivo, che in un certo senso riesce a incanalare la forza bruta mantenendola sempre forte ma in un certo senso plasmandola e controllandola. C’è differenza tra la Forza di un minus habens e la forza del Libero Muratore: il primo si preoccupa solo di forza, resistenza e solidità, il secondo ha un orizzonte più ampio, perché sa vedere oltre e comprende che vi sono altri aspetti oltre la forza bruta».

Ulisse-2 continua.

«Pensa, Ulisse, al significato del mito di Esaù e Giacobbe. Sono gemelli, ma sono completamente diversi. Uno è il tipico selvaggio, tutto muscoli, che dirige il suo pensiero solo dove sono i suoi interessi immediati. Ha insomma un pensiero limitato ad un solo settore per volta. L’altro, Giacobbe, sa andare oltre, con il pensiero e con le azioni. In più ha l’appoggio della madre Rebecca, cioè della Bellezza.

Certo, non tutti possono comprendere.

Certo, la Massoneria si rivolge ad una élite, è vero, ma non nel senso sociale, anche se molti massoni così l’hanno trasformata (e questo è uno dei segni della sua degenerazione!). La Massoneria si rivolge a chi cerca, a chi vuole cercare, a chi non può fare altro che cercare e cercarsi».

Ulisse-2 è ora incontenibile.

«Tu sai, Ulisse, che io non uso il termine “profano”, che non mi piace. Viene utilizzato generalmente come sinonimo di non massone, per distinguere chi sta fuori della Loggia da chi sta dentro, come etichetta che classifica qualcosa che non è classificabile così superficialmente. In realtà il profano esiste e il suo senso non coincide necessariamente con non massone. Profano è chi resta alla superficie e non approfondisce, come la schiuma resta sulla superficie dell’acqua. Profano è il superficiale. E in questo senso esistono purtroppo tanti massoni che sono profani, “galleggiano” sulla Massoneria come la schiuma sul mare. Insomma, restano sulla superficie di se stessi!

Tanti sono i problemi che un uomo non può affrontare da solo e deve essere insieme ad altri. Se il lavoro muratorio si svolge come dovrebbe essere diventa indagine interiore ed ognuno contribuisce non con cose lette e rimasticate ma con esperienze personali, allora l’aiuto che tutti danno a tutti diventa effettivo, quasi terapeutico.

Molti purtroppo intendono il silenzio come attributo dell’Apprendista e, una volta passati di grado, si comportano come se il Compagno o il Maestro avessero quasi l’obbligo di parlare».

«Sì, ricordo cosa mi ha detto il Vecchio Copritore – qui Ulisse pare all’altezza della situazione – Quando avrai guadagnato il diritto di parola in Loggia, ricordati sempre di aspettare che parlino prima gli altri: magari qualcuno dirà ciò che vuoi dire e lo dirà meglio!».

«Appunto!» - continua Ulisse-2.

«Il silenzio è un atteggiamento molto particolare e allo stesso tempo molto ampio. Si può stare in silenzio perché felici. Si può stare in silenzio al contrario perché infelici. Si può stare in silenzio perché appagati. Si può stare in silenzio perché angosciati. Si può stare in silenzio perché concentrati su altro. Si può stare in silenzio perché stanchi. Si può stare in silenzio perché indifferenti. Si può stare in silenzio perché annoiati.

E tu, Ulisse, perché stai in silenzio? E non dire che taci perché così deve essere: non è una risposta, è solo un ripetere ciò che altri ti hanno detto. Ma se vuoi essere Massone, non devi limitarti a ripetere ciò che ti dicono gli altri. Il tuo silenzio deve essere concentrazione massima sul tuo dentro e non giochino con cose grandi».

«Ne sono consapevole».

«Ulisse, non parlar di consapevolezza senza sapere cosa sia. Sì, certo che capisci, ma non la pratichi, non la senti. La consapevolezza va avvertita, “sentita”, sempre, di giorno e di notte. Non son queste, cose da comprendere con la ragione, ma da sentire nel flusso dell’energia vitale.

L’uomo è come un corpo quasi del tutto sepolto, una specie di iceberg terrestre. E’ visibile solo una piccola parte che esce dal terreno, tutto il resto è sepolto, ben nascosto. Andarci dentro è scavare nelle proprie viscere, senza sapere cosa si troverà, tesori nascosti o mostri terribili. Ma è un lavoro da fare altrimenti non potrai conoscerti.

E’ una discesa nella propria cripta, là dove è nascosto il segreto più prezioso del Libero Muratore. Il Secondo Grado vuole insegnarti ad allentare la rigidità del ragionamento.

Da Apprendista hai lavorato privilegiando l’intelligenza costruttiva. Ora come Compagno devi “modellare” il tuo lavoro. Ci devi mettere del sentimento, delle emozioni. Ci devi mettere del “tuo”».

Ulisse-2 continua.

«Insomma devi imparare ad avere immaginazione. Ma, attento! L’immaginazione è una signora molto potente, forse addirittura più forte della Forza (se mi passi il bisticcio di parole!). E’ una signora bianca che può diventar nera o di tutti i colori, se si mette a fantasticare senza fondamento (appunto, senza la Forza!); e allora ti trasporta lontano, troppo lontano, verso le più strampalate manie a volte pericolose, spesso sterili e fuorvianti. Sarebbe un inutile spreco di energia».

Ulisse ribatte stancamente: «Ma mi hanno sempre detto di stare con i piedi per terra!»

Ulisse-2 ha la risposta pronta.

«Certo, ma stare con i piedi per terra non significa privarsi dell’immaginazione.

Significa invece evitare l’immaginazione sfrenata, frivola e vana, l’immaginazione del superficiale, che si accontenta di rimanere appunto alla superficie delle cose».

«Faccio fatica a distinguere tra immaginazione valida e immaginazione sfrenata».

«La differenza non dipende dall’immaginazione, ma da chi immagina. Un sogno, per esempio, non è immaginazione vacua e sterile: dal profondo emergono simbologie personali che ti aiutano a conoscere e a conoscerti.

L’immaginazione sfrenata è quella di chi crede di essere l’uomo volante e si butta giù da una finestra. Oppure di chi va alla ricerca di cose strampalate. L’Immaginazione valida invece va abbinata alla Forza.

La Forza è diretta. Ha una direzione e quella segue. Va dritto, non sa deviare. L’hai già incontrata la prima volta in cui hai bussato alla porta della Loggia».

Ulisse è pronto a ribattere: «Non ricordo questa brutalità della Forza».


(continua)

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