giovedì 8 ottobre 2015

Gabinetto di Riflessione 5

(continua dal post precedente)

La Loggia si riunisce in Camera di Compagno. Ma il Maestro Venerabile manda il Candidato al Secondo Grado a meditare un po' nel Gabinetto di Riflessione. E' un passaggio non previsto dal Rituale, ma  utile per raccogliere le idee e riflettere su ciò che è accaduto e sta per accadere.

«Io non voglio proprio niente – scandisce Ulisse-2 – Sei tu che hai bisogno».

«No, io non ho bisogno di niente» ribadisce Ulisse.

«Ne sei sicuro?» Chiede Ulisse-2.

Ulisse tace. Con quello non ce la fa proprio, quindi non replica. Tanto più che sente che Ulisse-2 ha ragione. Quella domanda, sparata a bruciapelo, è dirompente. Sì, è entrato in Loggia. Sì, accetta il silenzio dell’Apprendista, ma in realtà l’ha accettato perché sapeva che era temporaneo, che sarebbe durato pochi mesi, non per convinzione. Si aspettava che il periodo di silenzio sarebbe terminato con il suo passaggio a Compagno.

«Passaggio che prevedevi sarebbe avvenuto prima del passaggio del Fratello entrato dopo di te – osserva implacabile il suo numero 2 – Ma come avresti reagito se quel Fratello fosse passato Compagno prima di te?

«Ma insomma, cosa vuoi da me? – taglia corto Ulisse, che ode in sottofondo il borbottio sogghignante del suo numero 2 – Non puoi scomparire, almeno per un po’? Anche in occasione di questa Tornata vieni a disturbare!».

Ulisse-2 risponde rapidamente, con un tono che non ammette repliche:

«Appunto in occasioni come questa mi debbo far sentire. Senza la mia presenza il tuo passaggio sarebbe anonimo e solo di facciata; e invece di conseguenze deve averne, caro mio.

Sei ancora troppo preso da tante piccole cose. Liberati, Ulisse, sciogli i legacci che ti bloccano. Pensa all’insegnamento di quel maestro: non sei un pollo, ma un’aquila che crede di essere un pollo. Vola, Ulisse, vola... questa è la tua strada. Butta via la zavorra che ti appesantisce e spicca il volo!».

«Ma...» cerca di ribattere Ulisse.

«No, sta zitto. Non parlare. E ascolta. Ascoltati. Non hai zavorra? Ti vorrei credere...».

E allora Ulisse tace: il suo alter-ego ha colpito nel segno. Fa fatica ad ammetterlo, ma avrebbe accettato male se fosse passato al Secondo Grado dopo quelli entrati in Loggia dopo di lui.

Ulisse-2, con un tono tra il dolce e l’impersonale, continua: «Ulisse, sai bene che l’anzianità di ingresso non deve essere il criterio per decidere se un Fratello è pronto oppure no. Non hai ancora capito che il silenzio non è una sottomissione, ma un modo di lavorare? Un rivolgere l’attenzione altrove? Se quel Fratello fosse passato Compagno prima di te avrebbe voluto dire che aveva lavorato meglio di te. In Loggia non si va per anzianità!».

Poi bruscamente Ulisse-2 cambia argomento, considerando concluso definitivamente ciò che aveva appena detto.

«Ulisse, tu sei come sei, non come credi di essere. Quando compi una “buona azione” sei sicuro di non avere altri fini? Per esempio soddisfare la tua vanità e il tuo orgoglio col dirti di aver compiuto un’azione positiva? Pensa e rifletti. Apriti!».

«A che cosa?».

«Ma a te stesso, diamine!».

(continua)

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