La Loggia si riunisce in Camera di Compagno. Ma il Maestro Venerabile manda il Candidato al Secondo Grado a meditare un po' nel Gabinetto di Riflessione. E' un passaggio non previsto dal Rituale, ma utile per raccogliere le idee e riflettere su ciò che è accaduto e sta per accadere.
«Io non voglio proprio niente –
scandisce Ulisse-2 – Sei tu che hai bisogno».
«No, io non ho bisogno di niente»
ribadisce Ulisse.
«Ne sei sicuro?»
Chiede Ulisse-2.
Ulisse tace. Con quello non ce la fa
proprio, quindi non replica. Tanto più che sente che Ulisse-2 ha
ragione. Quella domanda, sparata a bruciapelo, è dirompente. Sì, è
entrato in Loggia. Sì, accetta il silenzio dell’Apprendista, ma in
realtà l’ha accettato perché sapeva che era temporaneo, che
sarebbe durato pochi mesi, non per convinzione. Si aspettava che il
periodo di silenzio sarebbe terminato con il suo passaggio a
Compagno.
«Passaggio che prevedevi sarebbe
avvenuto prima del passaggio del Fratello entrato dopo di te –
osserva implacabile il suo numero 2 – Ma come avresti reagito se
quel Fratello fosse passato Compagno prima di te?
«Ma insomma, cosa vuoi da me? –
taglia corto Ulisse, che ode in sottofondo il borbottio sogghignante
del suo numero 2 – Non puoi scomparire, almeno per un po’? Anche
in occasione di questa Tornata vieni a disturbare!».
Ulisse-2 risponde rapidamente, con un
tono che non ammette repliche:
«Appunto in occasioni come questa mi
debbo far sentire. Senza la mia presenza il tuo passaggio sarebbe
anonimo e solo di facciata; e invece di conseguenze deve averne,
caro mio.
Sei ancora troppo preso da tante
piccole cose. Liberati, Ulisse, sciogli i legacci che ti bloccano.
Pensa all’insegnamento di quel maestro: non sei un pollo, ma
un’aquila che crede di essere un pollo. Vola, Ulisse, vola...
questa è la tua strada. Butta via la zavorra che ti appesantisce e
spicca il volo!».
«Ma...»
cerca di ribattere Ulisse.
«No, sta zitto. Non parlare. E
ascolta. Ascoltati. Non hai zavorra? Ti vorrei credere...».
E allora Ulisse tace: il suo alter-ego
ha colpito nel segno. Fa fatica ad ammetterlo, ma avrebbe accettato
male se fosse passato al Secondo Grado dopo quelli entrati in Loggia
dopo di lui.
Ulisse-2, con un tono tra il dolce e
l’impersonale, continua: «Ulisse,
sai bene che l’anzianità di ingresso non deve essere il criterio
per decidere se un Fratello è pronto oppure no. Non hai ancora
capito che il silenzio non è una sottomissione, ma un modo di
lavorare? Un rivolgere l’attenzione altrove? Se quel Fratello fosse
passato Compagno prima di te avrebbe voluto dire che aveva lavorato
meglio di te. In Loggia non si va per anzianità!».
Poi bruscamente Ulisse-2 cambia
argomento, considerando concluso definitivamente ciò che aveva
appena detto.
«Ulisse, tu sei come sei, non come
credi di essere. Quando compi una “buona azione” sei sicuro di
non avere altri fini? Per esempio soddisfare la tua vanità e il tuo
orgoglio col dirti di aver compiuto un’azione positiva? Pensa e
rifletti. Apriti!».
«A che cosa?».
«Ma a te stesso, diamine!».
(continua)
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