Prima del Rito di Passaggio a Compagno Ulisse si ritrova nel Gabinetto di Riflessione appunto a riflettere. Il Vecchio Copritore lo invita a concentrarsi su quanto lo aspetta.
Ricordati che da qualche parte –
continua ancora il Vecchio Copritore – esiste un tuo Fratello,
legato a te da vincoli più forti dei legami di sangue. E’ il tuo
uguale e contrario. Sali e risali sulla Scala Curva e cerca di
capire».
Ulisse sobbalza a queste parole. Che il
Vecchio Copritore si riferisca a...? No, impossibile. Non ne aveva
mai parlato con nessuno. Ulisse temeva infatti che solo ipotizzare la
presenza invadente e invasiva di quel qualcuno dentro di lui, che
aveva chiamato Ulisse-2, la sua petulanza nel fargli osservazioni
sgradevoli quanto inopportune, avrebbe instillato nelle menti degli
interlocutori il sospetto di una specie di “anormalità” psichica
da curare al più presto. Infatti – concludeva sconsolato – è
accettabile che ad “udire” le “voci” sia una Giovanna d’Arco
e magari è pure ammirevole; ma se le voci le ode un Ulisse
qualunque, ahimè viene considerato un caso patologico da curare.
Che il Vecchio Copritore sospetti
qualcosa? Che ne abbia parlato con qualcuno? Oppure che qualche
Fratello di Loggia, più perspicace, abbia detto qualcosa al Vecchio
Copritore sapendolo capace di parlare con Ulisse? E perché qualcuno
dovrebbe “impicciarsi degli affari suoi”?
Il Vecchio Copritore conclude: «Ora
Ulisse ti lascio. Resta qui, concentrati, rifletti».
Quindi esce, lasciandolo ancora una
volta chiuso in quell’angusto stanzino.
«E non pensi invece – eccolo lì
l’Ulisse-2, puntuale come l’influenza d’inverno! – che magari
quel Fratello (se poi è proprio andata come pensi tu) presunto
impiccione, semplicemente abbia desiderato aiutarti ed esserti
vicino?».
«Rifletti,
Ulisse. – continua imperterrito – Per entrar qui dentro hai
dovuto varcare una porta. Ma è solo una porta simbolica. Se vuoi che
questa esperienza diventi significativa devi oltrepassare anche la
vera tua porta interna».
«Ma qui dentro ci son già stato –
ribatte Ulisse – E ritornarci non è prescritto. Può essere solo
utile».
Ulisse-2 ha la risposta pronta: «Solo
utile? Certo. Ma appunto perché utile devi passare questa porta.
L’altra volta ti aiutò la tua emotività, acuita dal contesto (la
“sceneggiata dell’uomo mascherato” direbbe un minus habens).
Ora ne sai un po’ di più e sai che non devi affidarti
all’emotività (o almeno non solo all’emotività), ma devi
ampliare la tua visuale, essere più freddo ma contemporaneamente più
sereno.
Qualcuno dice che c’è una Massoneria
calda ed una fredda, ed io accetto questi termini. Li accetto ma ne
stravolgo il senso, in origine un po’ troppo denigratorio. Per me
la Massoneria “calda” è quella dell’Apprendista e la
Massoneria “fredda” è quella del Compagno».
«E quella del Maestro, cos’è?
Massoneria tiepida?»
ribatte piccato Ulisse, che stava stufandosi di tutti quei discorsi
(Nemmeno qui dentro si può stare un po’ in pace, da soli –
pensa, calcando su quel da soli illudendosi di non venir
ascoltato dal suo interlocutore).
«Quella del Maestro? Ma è
semplicemente Massoneria»
conclude Ulisse-2.
(continua)
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