lunedì 7 settembre 2015

GADU 4

(continua dai post precedenti)

Nella Sala dei Passi Perduti, in attesa dell'inizio di una Tornata di Loggia, il Vecchio Copritore continua la sua affabulazione in risposta ad una domanda di un Giovane Apprendista sul Grande Architetto dell'Universo.
E' una risposta - se vogliamo - scandita in sette tappe, ma qui il numero sette compare solo casualmente.


Terzo scalino. Sovrappopolamento

Sono passati molte migliaia di anni dalla scena precedente: nel pianeta Terra siamo circa nel 22000 d. C.

VJ-23X guardò la mappa tridimensionale della Galassia, e disse: “Mi chiedo se non siamo ridicoli a preoccuparci tanto della faccenda”.

MQ-17J scosse la testa. “Non credo. La Galassia sarà completamente abitata tra cinque anni, con l’attuale velocità di espansione. Diventerà un luogo sovrappopolato”.

VJ proseguì: “Esito a presentare un rapporto pessimistico al Consiglio Galattico”.

MQ rispose: “Bisogna smuoverli un po’. Dobbiamo smuoverli”.

VJ sospirò. “Lo spazio è infinito. Cento miliardi di galassie sono là a portata di mano. Anche di più”.

“Cento miliardi non sono l’infinito. Rifletti! Ventimila anni fa, l’umanità ha imparato ad utilizzare l’energia delle stelle, e pochi secoli dopo divennero possibili i viaggi interstellari. L’umanità ha impiegato un milione di anni a riempire un piccolo mondo, e poi soltanto quindicimila anni per riempire il resto della Galassia. Adesso, la popolazione raddoppia ogni dieci anni…”
VJ: “Di questo dobbiamo ringraziare la longevità”.

“La longevità esiste e dobbiamo tenerne conto. Ammetto che ha il suo lato negativo, questa longevità. L’AC Galattico ha risolto molti problemi per noi, ma nel risolvere il problema di come prevenire la vecchiaia e la morte, ha disfatto tutte le altre sue soluzioni”.

“Eppure non vorrai abbandonare la vita, suppongo”.

“Niente affatto” ribatté MQ-17J, smorzando subito la sua affermazione con un: “Non ancora. Non sono ancora abbastanza vecchio. Tu, quanti anni hai?”
“Duecentoventitré. E tu?”

“Sono ancora sotto i duecento. Ma per tornare al mio punto: la popolazione raddoppia ogni dieci anni. Una volta che questa galassia sarà piena, ne avremo riempita un’altra in dieci anni. Altri dieci anni, e ne avremo riempito altre due. Un altro decennio, e ne avremo riempite altre quattro. Fra cento anni avremo riempito mille galassie. Fra mille anni un milione di galassie. Fra diecimila anni l’intero universo conosciuto. E poi?”

VJ replicò: “Come questione collaterale esiste il problema del trasporto Mi chiedo quanta energia stellare ci vorrà per spostare intere galassie d’individui da una galassia all’altra”.

MQ, pensieroso: “Oggi l’umanità consuma due unità di energia stellare per anno”.

VJ: “La maggior parte di essa va sprecata. Dopotutto, la nostra galassia da sola riversa fuori un migliaio di unità di energia stellare per anno e noi ne usiamo soltanto due”.

“D’accordo. Ma anche con un’efficienza maggiore potremo solo allontanare la fine. La necessità di energia crescono velocemente. Esauriremo l’energia ancora prima di popolare tutte le galassie”.

VJ: “Dovremo fabbricarci nuove stelle partendo dal gas interstellare”.

“Davvero? Oppure dal calore dissipato?” chiese MQ sarcastico.

“Potrebbe esserci qualche maniera per invertire l’entropia. Dovremmo chiederlo all’AC-Galattico”.

VJ non intendeva parlare seriamente, ma MQ tirò fuori dalla tasca il suo collegamento-AC e lo mise sul tavolo.

“Proviamo” disse. “E’ qualcosa che la razza umana un giorno dovrà affrontare”.

MQ si soffermò un attimo a chiedersi se un giorno, durante la sua vita pressoché immortale, sarebbe riuscito a vedere l’AC-Galattico. Si trovava – per quanto ne sapeva - su un piccolo pianeta tutto suo, con una ragnatela di raggi di forza che trattenevano la materia, all’interno della quale impulsi mesonici (non sapeva immaginarseli meglio) avevano preso il posto degli antichi circuiti integrati.

MQ chiese d’un tratto al suo collegamento-AC: “L’entropia potrà mai venir rovesciata?”

L’AC-Galattico rispose dopo qualche tempo con una voce, un po’ metallica, che uscì dal piccolo collegamento sulla scrivania. Una sola risposta, cinque parole scandite lentamente:

DATI INSUFFICIENTI PER RISPOSTA SIGNIFICATIVA.

(continua)



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