giovedì 8 dicembre 2016

Grande Architetto double-face

I nostri padri fondatori - grazie al cielo! - non ci hanno lasciato in eredità una teologia massonica. Esiste il simbolo del GADU attorno al quale ruota il nostro essere massoni. In Loggia non si parla del Grande Architetto (ed è giusto sia così) ma nella nostra interiorità è ben presente (qualunque cosa significhi per il massone - ed anche questo è giusto sia così). Ciò non toglie che il singolo massone possa e debba indagarvi nella propria interiorità. In questi ultimi tempi, pensando e ripensando, mi è venuto fuori questo piccolo divertissement.

Dialogo a tre voci tra Ulisse, l’Inquisitore ed il Poeta

Definizione: Doublefaces = dicesi di tessuto il cui rovescio è lavorato come un altro diritto ma in genere di altro disegno; tessuto a due diritti.
Ulisse. Mi aveva detto il veggente Tiresia:
Prendi allora il maneggevole remo e va’,
finché arrivi da uomini che non sanno
del mare, che non mangiano cibi conditi col sale,
che non conoscono navi dalle gote purpuree
né i maneggevoli remi che sono per le navi le ali.
E ti dirò un segno chiarissimo: non potrà sfuggirti.
Quando un altro viandante, incontrandoti,
dirà che tu hai un ventilabro sull’illustre spalla...

Poeta. Tutti conosciamo la profezia di Tiresia. Ma nessuno sa come andò a finire.

Ulisse. Non ci fu fine. Sto ancora cercando.

Poeta. Sì, Ulisse. Sei il grande caminante. Sei l’uomo in viaggio. Sei l’uomo che non si ferma.
Quando qualcuno scrisse:
Camminando si fa il sentiero
e girando indietro lo sguardo
si vede il sentiero che mai più
si tornerà a calpestare.
Caminante non esiste il sentiero,
ma solamente scie nel mare...
si riferiva a te.

Inquisitore. E il diavolo?

Ulisse. Non l’ho mai incontrato.

Inquisitore. Impossibile! Il diavolo è dappertutto. Si presenta sotto mentite spoglie, irriconoscibile. Bisogna essere molto accorti e stare sempre in guardia: l’eterno Avversario è malizioso e furbo e astuto. Non puoi non averlo incontrato!

Ulisse. In tutti questi anni, da quando il mio mentore Omero mi ha mandato nel mondo, ho percorso tanta strada... sono stato in tanti paesi... ho incontrato tanta gente... Ma non ho mai incontrato colui che tu chiami Diavolo, né con le sue vesti né sotto mentite spoglie.

Inquisitore. Impossibile! Il Diavolo è ovunque.

Ulisse. Caro amico, sono sempre alla ricerca del paese che creda il mio remo la pala del grano. Ho chiesto a tutti... ho parlato con tutti... Nessuno mi ha mai fatto pensare che fosse il Diavolo.

Inquisitore. Bada, Ulisse. Dire di non averlo incontrato significa che invece l’hai proprio incontrato. E’ questa la malizia del Diavolo.

Poeta.
A te, dell’essere
principio immenso,
materia e spirito,
ragione e senso...

Ulisse. Mi pare un ragionamento perverso, che distorce la logica contro l’umano sentire. Non è logica, questa, ma aberrazione. E’ forza senza bellezza. Anzi, no, non è nemmeno forza: è la debolezza di chi vuol risolver le cose con la violenza stupida.

Inquisitore. O è logica o non è logica. Poiché è logica, il resto non conta.

Ulisse. Sono un caminante. Cammino in cerca di un paese che forse non c’è. Ho imparato tanto, ma ancora so troppo poco. Se incontrerò il Diavolo, imparerò anche da lui.

Inquisitore. Attento Ulisse. Dal Diavolo si può imparare solo il male.

Ulisse. Ma cos’è il Diavolo? Non è forse una comoda invenzione degli uomini, i quali devono pure accusare qualcuno o qualcosa delle loro disgrazie, delle loro incapacità, delle loro debolezze e soprattutto delle loro colpe?

Inquisitore. Il Diavolo esiste. Ha anche avuto anche l’impudenza di tentare il nostro Signore, che seppe resistergli. Ma l’uomo sarà altrettanto capace? Tu, Ulisse, sarai capace di resistere alla tentazione?

Ulisse. Volli ascoltare il canto delle sirene e non ne fui sedotto. Erano forse loro il Diavolo?

Inquisitore. Il Diavolo si nasconde sotto le vesti più seducenti.

Poeta.
E Pan l'eterno che su l'erme alture
A quell'ora e ne i pian solingo va
Il dissidio, o mortal, de le tue cure
Ne la diva armonia sommergerà.

Inquisitore. Lo senti, il Diavolo? E’ lì, nascosto nella diva armonia, sotto vesti attraenti, pronto a sedurti... a sviarti... a prenderti... Lo trovi nella paura della notte, lo trovi nel languore del giorno. Lo trovi nel chiarore dell’alba e nell’oscurarsi del tramonto. In guardia, uomo. Ma rassicurati. Noi, i tuoi difensori, ti siamo sempre vicini.

Ulisse. Ho viaggiato. Ho incontrato tanti dei... Dei in piena salute, adorati e onorati dalle genti; Dei moribondi, dal culto languente; Dei ormai morti, senza più seguaci. Ho incontrato il buon Osiride, ormai ridotto a un vuoto simulacro. Ho incontrato il Dio sconosciuto al quale accenna Paolo. Ed ho incontrato il Dio degli uomini, quel Dio al quale gli uomini si rivolgono chiamandolo con tanti nomi e in tanti modi diversi. Ma il Diavolo non l’ho mai incontrato...

Inquisitore. Non sei tu che parli, Ulisse. E’ il Diavolo che parla in te, con la tua voce. Guarda come ti ha sedotto!

Ulisse. Le tue parole non sono sane. Tu non capisci il mondo, non comprendi la natura. Hai un morbo che ti rode dentro e vuoi che tutti si consumino come te.

Inquisitore. Vedi come ti fa parlare il Diavolo.

Ulisse. Diavolo... Diavolo... Hai sempre in bocca il Diavolo! Sei tu, con la tua mente disumana e snaturata, a vedere quello che non c’è.

Inquisitore. Il Diavolo è il grande avversario, il grande nemico che ti spinge a non fare il bene e ti fa fare il male.

Ulisse. Ma per questo non c’è bisogno del Diavolo. C’è già l’uomo che assolve bene il compito, l’uomo che dà soverchia importanza alle passioni, l’uomo che cerca di soddisfare oltre misura i bisogni materiali, l’uomo che non va dove deve andare, l’uomo che va dove non deve andare.

Inquisitore. Ma così perdi il senso del peccato e del pericolo di caderci. No, il peccato è il Diavolo e senza quell’essere immondo il peccato diventa ancora più desiderabile.

Ulisse. Una volta, tanti tanti anni fa, ho incontrato ebrei scampati ai terribili pogrom dei cosacchi. Quei poveretti, dignitosi superstiti di stragi spaventose, convocarono il buon Dio davanti al tribunale dell’uomo perché si difendesse dall’accusa di aver tentato la distruzione del suo popolo. Tanto gravi erano quelle accuse che nessuno osò presentarsi a difenderlo. Solo Satana, il Diavolo, quello che tu chiami l’avversario, si presentò a perorare la sua causa. L’unico in tutto l’universo. Come puoi incolparlo di ogni male, se fu proprio lui, il Diavolo, a intervenire a difesa di Dio?

Poeta.
Tu spiri, o Satana,
nel verso mio...
(pausa)
come fulmine
scuoti le menti.

Ulisse. Il Diavolo è la provocazione per chi poco convinto abbraccia la fede ricevuta alla nascita, cattolico in Italia, protestante in Germania, ortodosso in Russia, musulmano in Arabia, buddhista in Giappone. Per chi non sente la spinta a porsi delle domande, verso qualcosa forse un po’ più sofferto ma certo più genuino.
Il Diavolo non è l’avversario, è l’altra faccia della spirale. Il Diavolo non è il tentatore, perché l’unico tremendo e micidiale tentatore dell’uomo è l’uomo stesso.

Inquisitore. Appunto, l’uomo che ha venduto l’anima al diavolo.

Ulisse. No. L’anima dell’uomo non è in vendita e nessuno la può comprare. C’è chi fa certe cose e chi ne fa altre. Chi cerca l’armonia e l’unione, e chi cerca la divisione e la disarmonia. E l’anima segue il suo portatore.
Il Diavolo è la disgregazione, la discordia. Il Diavolo è l’uomo contro l’uomo. Il Diavolo è il fanatico che accende il rogo. Il Diavolo è chi ha mandato quel disgraziato sul rogo. Il Diavolo è chi parla in nome di Dio, del suo Dio, e ignora il Dio degli altri.
Il Diavolo è scomporre un numero in fattori primi. Ma è l’unico modo di trovarli, dividendo, questi benedetti fattori primi...

Poeta.
A te disfrenasi
il verso ardito,
te invoco, o Satana,
re del convito.

Ulisse. Nel mio caminar ho imparato a vivere conquistando oggi una piccola verità che mi aiuterà magari domani a trovarne un’altra, forse un po’ meno piccola: una specie di piolo della scala che aiuta a raggiungere il piolo successivo. E capisco perché ora il nostro amico Inquisitore tace: non ha più nulla da dirci, con i suoi assoluti sull’eterno nemico, l’eterno avversario, l’eterno signore delle tenebre, l’eterno principe del male.

Poeta.
Via l’aspersorio,
prete, e ’l tuo metro!
no, prete, Satana
non torna in dietro !
Vedi: la ruggine
rode a Michele
il brando mistico;
ed il fedele
spennato arcangelo
cade nel vano.
Ghiacciato è il fulmine
a Geova in mano.

Ulisse. No, amico Poeta. No. Neanche questo è vero. Se Geova ha in mano un fulmine ghiacciato anche il Diavolo è ghiacciato; se la spada dell’arcangelo è arrugginita, anche il Diavolo è arrugginito. Se Geova ha in mano un fuoco ardente anche il Diavolo è ardente.

Poeta. Così tu distruggi un mito!

Ulisse. Non è questione distruggere. Dobbiamo capire il mito e andare oltre il velo.

Inquisitore. Ma... il Diavolo... Satana...

Poeta.
Sol vive Satana.
Ei tien l’impero
nel lampo tremulo
d’un occhio nero...

Ulisse. Ah il buon vecchio Giosué!... No, cari amici, non comprendete, né l’uno né l’altro. Se Dio è muoversi allora il Diavolo è voler rimanere fermi.

Inquisitore. Ecco, vedi. Mi dai ragione: il Diavolo è opporsi al bene.

Ulisse. No, togliti gli occhiali della dogmatica. Vuoi muovere qualcosa? L’opposizione che senti è semplicemente il principio che si oppone al cambiamento, a qualunque cambiamento. Se ti vuoi muovere si oppone al moto; se ti vuoi fermare si oppone all’arresto. E’ un principio semplicemente insito nelle cose.

Poeta. Un altro Grande Architetto?

Ulisse. No. E’ lo stesso Grande Architetto. Ma il Grande Architetto è double-face. Ti dice che c’è la trascendenza, ti invita verso il cielo. Ma ti dice anche che le vie per la trascendenza sono praticamente illimitate. E si raccomanda che tu viva in terra, perché per andar in cielo bisogna stare in terra.

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