Dialogo
a tre voci tra Ulisse, l’Inquisitore ed il Poeta
Definizione:
Double
– faces
= dicesi di tessuto il cui rovescio è lavorato come un altro diritto
ma in genere di altro disegno; tessuto a due diritti.
Ulisse.
Mi aveva detto il veggente Tiresia:
Prendi allora il
maneggevole remo e va’,
finché arrivi da
uomini che non sanno
del mare, che non
mangiano cibi conditi col sale,
che non conoscono
navi dalle gote purpuree
né i maneggevoli
remi che sono per le navi le ali.
E ti dirò un segno
chiarissimo: non potrà sfuggirti.
Quando un altro
viandante, incontrandoti,
dirà che tu hai un
ventilabro sull’illustre spalla...
Poeta.
Tutti conosciamo la profezia di Tiresia. Ma nessuno sa come andò a
finire.
Ulisse.
Non ci fu fine. Sto ancora cercando.
Poeta.
Sì, Ulisse. Sei il grande caminante. Sei l’uomo in viaggio.
Sei l’uomo che non si ferma.
Quando qualcuno scrisse:
Camminando si fa il
sentiero
e girando indietro
lo sguardo
si vede il sentiero
che mai più
si tornerà a
calpestare.
Caminante
non esiste il sentiero,
ma solamente scie
nel mare...
si riferiva a te.
Inquisitore.
E il diavolo?
Ulisse.
Non l’ho mai incontrato.
Inquisitore.
Impossibile! Il diavolo è dappertutto. Si presenta sotto mentite
spoglie, irriconoscibile. Bisogna essere molto accorti e stare sempre
in guardia: l’eterno Avversario è malizioso e furbo e astuto. Non
puoi non averlo incontrato!
Ulisse.
In tutti questi anni, da quando il mio mentore Omero mi ha mandato
nel mondo, ho percorso tanta strada... sono stato in tanti paesi...
ho incontrato tanta gente... Ma non ho mai incontrato colui che tu
chiami Diavolo, né con le sue vesti né sotto mentite spoglie.
Inquisitore.
Impossibile! Il Diavolo è ovunque.
Ulisse.
Caro amico, sono sempre alla ricerca del paese che creda il mio remo
la pala del grano. Ho chiesto a tutti... ho parlato con tutti...
Nessuno mi ha mai fatto pensare che fosse il Diavolo.
Inquisitore.
Bada, Ulisse. Dire di non averlo incontrato significa che invece
l’hai proprio incontrato. E’ questa la malizia del Diavolo.
Poeta.
A te, dell’essere
principio immenso,
materia e spirito,
ragione e
senso...
Ulisse.
Mi pare un ragionamento perverso, che distorce la logica
contro l’umano sentire. Non è logica, questa, ma aberrazione. E’
forza senza bellezza. Anzi, no, non è nemmeno forza: è la debolezza
di chi vuol risolver le cose con la violenza stupida.
Inquisitore.
O è logica o non è logica. Poiché è logica, il resto non conta.
Ulisse.
Sono un caminante.
Cammino in cerca di un paese che forse non c’è. Ho imparato tanto,
ma ancora so troppo poco. Se incontrerò il Diavolo, imparerò anche
da lui.
Inquisitore.
Attento Ulisse. Dal Diavolo si può imparare solo il male.
Ulisse.
Ma cos’è il Diavolo? Non è forse una comoda invenzione
degli uomini, i quali devono pure accusare qualcuno o qualcosa delle
loro disgrazie, delle loro incapacità, delle loro debolezze e
soprattutto delle loro colpe?
Inquisitore.
Il Diavolo esiste. Ha anche avuto anche l’impudenza di tentare il
nostro Signore, che seppe resistergli. Ma l’uomo sarà altrettanto
capace? Tu, Ulisse, sarai capace di resistere alla tentazione?
Ulisse.
Volli ascoltare il canto delle sirene e non ne fui sedotto. Erano forse loro il Diavolo?
Inquisitore.
Il Diavolo si nasconde sotto le vesti più seducenti.
Poeta.
E
Pan l'eterno che su l'erme alture
A
quell'ora e ne i pian solingo va
Il
dissidio, o mortal, de le tue cure
Ne
la diva armonia sommergerà.
Inquisitore.
Lo senti, il Diavolo? E’ lì, nascosto nella
diva armonia, sotto
vesti attraenti, pronto a sedurti... a sviarti... a prenderti... Lo
trovi nella paura della notte, lo trovi nel languore del giorno. Lo
trovi nel chiarore dell’alba e nell’oscurarsi del tramonto. In
guardia, uomo. Ma rassicurati. Noi, i tuoi difensori, ti siamo sempre
vicini.
Ulisse.
Ho viaggiato. Ho incontrato tanti dei... Dei in piena salute, adorati
e onorati dalle genti; Dei moribondi, dal culto languente; Dei ormai
morti, senza più seguaci. Ho incontrato il buon Osiride, ormai
ridotto a un vuoto simulacro. Ho incontrato il Dio sconosciuto al
quale accenna Paolo. Ed ho incontrato il Dio degli uomini, quel Dio
al quale gli uomini si rivolgono chiamandolo con tanti nomi e in
tanti modi diversi. Ma il Diavolo non l’ho mai incontrato...
Inquisitore.
Non sei tu che parli, Ulisse. E’ il Diavolo che parla in te, con la
tua voce. Guarda come ti ha sedotto!
Ulisse.
Le tue parole non sono sane. Tu non capisci il mondo, non comprendi
la natura. Hai un morbo che ti rode dentro e vuoi che tutti si
consumino come te.
Inquisitore.
Vedi come ti fa parlare il Diavolo.
Ulisse.
Diavolo... Diavolo... Hai sempre in bocca il Diavolo! Sei tu, con la
tua mente disumana e snaturata, a vedere quello che non c’è.
Inquisitore.
Il Diavolo è il grande avversario, il grande nemico che ti spinge a
non fare il bene e ti fa fare il male.
Ulisse.
Ma per questo non c’è bisogno del Diavolo. C’è già l’uomo
che assolve bene il compito, l’uomo che dà soverchia importanza
alle passioni, l’uomo che cerca di soddisfare oltre misura i
bisogni materiali, l’uomo che non va dove deve andare, l’uomo che
va dove non deve andare.
Inquisitore.
Ma così perdi il senso del peccato e del pericolo di caderci. No, il
peccato è il Diavolo e senza quell’essere immondo il peccato
diventa ancora più desiderabile.
Ulisse.
Una volta, tanti tanti anni fa, ho incontrato ebrei scampati ai
terribili pogrom dei cosacchi. Quei poveretti, dignitosi superstiti
di stragi spaventose, convocarono il buon Dio davanti al tribunale
dell’uomo perché si difendesse dall’accusa di aver tentato la
distruzione del suo popolo. Tanto gravi erano quelle accuse che
nessuno osò presentarsi a difenderlo. Solo Satana, il Diavolo,
quello che tu chiami l’avversario, si presentò a perorare la sua
causa. L’unico in tutto l’universo. Come puoi incolparlo di ogni
male, se fu proprio lui, il Diavolo, a intervenire a difesa di Dio?
Poeta.
Tu spiri, o
Satana,
nel verso mio...
(pausa)
come fulmine
scuoti le menti.
Ulisse.
Il Diavolo è la provocazione per chi poco convinto abbraccia
la fede ricevuta alla nascita, cattolico in Italia, protestante in
Germania, ortodosso in Russia, musulmano in Arabia, buddhista in
Giappone. Per chi non sente la spinta a porsi delle domande, verso
qualcosa forse un po’ più sofferto ma certo più genuino.
Il
Diavolo non è l’avversario, è l’altra faccia della spirale. Il
Diavolo non è il tentatore, perché l’unico tremendo e micidiale
tentatore dell’uomo è l’uomo stesso.
Inquisitore.
Appunto, l’uomo che ha venduto l’anima al diavolo.
Ulisse.
No. L’anima dell’uomo non è in vendita e nessuno la può
comprare. C’è chi fa certe cose e chi ne fa altre. Chi cerca
l’armonia e l’unione, e chi cerca la divisione e la disarmonia. E
l’anima segue il suo portatore.
Il
Diavolo è la disgregazione, la discordia. Il Diavolo è l’uomo
contro l’uomo. Il Diavolo è il fanatico che accende il rogo. Il
Diavolo è chi ha mandato quel disgraziato sul rogo. Il Diavolo è
chi parla in nome di Dio, del suo Dio, e ignora il Dio degli altri.
Il
Diavolo è scomporre un numero in fattori primi. Ma è l’unico modo
di trovarli, dividendo, questi benedetti fattori primi...
Poeta.
A te disfrenasi
il verso ardito,
te invoco, o
Satana,
re
del convito.
Ulisse.
Nel mio caminar ho imparato a vivere conquistando oggi una
piccola verità che mi aiuterà magari domani a trovarne un’altra,
forse un po’ meno piccola: una specie di piolo della scala che aiuta a
raggiungere il piolo successivo. E capisco perché ora il nostro
amico Inquisitore tace: non ha più nulla da dirci, con i suoi
assoluti sull’eterno nemico, l’eterno avversario, l’eterno
signore delle tenebre, l’eterno principe del male.
Poeta.
Via l’aspersorio,
prete, e ’l tuo
metro!
no, prete, Satana
non torna in dietro
!
Vedi: la ruggine
rode a Michele
il brando mistico;
ed il fedele
spennato arcangelo
cade nel vano.
Ghiacciato è il
fulmine
a Geova in mano.
Ulisse.
No, amico Poeta. No. Neanche questo è vero. Se Geova ha in mano un
fulmine ghiacciato anche il Diavolo è ghiacciato; se la spada
dell’arcangelo è arrugginita, anche il Diavolo è
arrugginito. Se Geova ha in mano un fuoco ardente anche il Diavolo è
ardente.
Poeta.
Così tu distruggi un mito!
Ulisse.
Non è questione distruggere. Dobbiamo capire il mito e andare oltre
il velo.
Inquisitore.
Ma... il Diavolo... Satana...
Poeta.
Sol vive Satana.
Ei tien l’impero
nel lampo tremulo
d’un occhio
nero...
Ulisse.
Ah il buon vecchio Giosué!... No, cari amici, non comprendete, né
l’uno né l’altro. Se Dio è muoversi allora il Diavolo è voler
rimanere fermi.
Inquisitore.
Ecco, vedi. Mi dai ragione: il Diavolo è opporsi al bene.
Ulisse.
No, togliti gli occhiali della dogmatica. Vuoi muovere qualcosa?
L’opposizione che senti è semplicemente il principio che si oppone
al cambiamento, a qualunque cambiamento. Se ti vuoi muovere si oppone
al moto; se ti vuoi fermare si oppone all’arresto. E’ un
principio semplicemente insito nelle cose.
Poeta.
Un altro Grande Architetto?
Ulisse.
No. E’ lo stesso Grande Architetto. Ma il Grande Architetto è
double-face. Ti dice che c’è la trascendenza, ti invita
verso il cielo. Ma ti dice anche che le vie per la trascendenza sono
praticamente illimitate. E si raccomanda che tu viva in terra, perché
per andar in cielo bisogna stare in terra.
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