Riporto una tavola che molti anni fa mio padre tenne in Loggia.
Nel trinomio Libertà – Uguaglianza – Fratellanza che orna i
nostri templi il concetto di uguaglianza non è dei più facili.
Spesso mi sono chiesto se quando lavoriamo in camera d’apprendista
siamo tutti effettivamente uguali. E’ l’apprendista uguale al
compagno? E’ questi uguale al maestro? Può cioè esserci
uguaglianza effettiva dove esiste una gerarchia spirituale?
Come ormai mi è di consuetudine quando l’astrattezza della
speculazione mi conduce in un vicolo cieco, mi rivolgo alla maestria
della natura per verificare se l’uguaglianza è un fatto naturale
chiaramente riscontrabile. Purtroppo debbo constatare che in natura
l’uguaglianza non esiste. Sia nel regno vegetale, che in quello
animale, che in quello umano, la pianta, l’animale o l’uomo
nascono con un patrimonio genetico diverso da qualsiasi altra pianta,
animale o uomo della stessa specie o razza o addirittura della stessa
famiglia. Ma non solo il patrimonio genetico non è uguale per tutti,
ma lo stesso ambiante dove la pianta, l’animale o l’uomo crescono
e si sviluppano non è uguale per tutti. Le condizioni ambientali
influiscono sulla crescita e sulla maturazione, e nel caso
dell’individuo umano effetti diversi possono manifestarsi per la
maggiore o minore presenza nell’ambiente di crescita del calore
degli affetti familiari.
Tutte queste considerazioni ci dicono che proprio la natura sembra
indicarci che l’uguaglianza non esiste. Purtuttavia nella stessa
natura è stato osservato un fenomeno biologico particolare: la
“regressione verso la media”. E’ stato osservato per esempio
che da due genitori di intelligenza superiore alla media possono
nascere figli che, se ereditano la caratteristica dell’intelligenza
per meno del 100% di quella dei genitori, la loro intelligenza, pur
essendo ancora superiore alla media, sarà in misura inferiore a
quella dei genitori avvicinandosi alla media degli altri individui,
che è inferiore. Questo potrebbe significare che, pur non esistendo
l’uguaglianza in natura, la natura tende a mediare i valori di
disuguaglianza ed a ridurre le differenze.
Da questo fenomeno di “regressione verso la media” deriva un
insegnamento profondo: l’uguaglianza non esiste, bisogna saperla
costruire. Dobbiamo pertanto essere capaci di farci uguali, dobbiamo
voler essere uguali eliminando le discriminazioni per inferiorità o
superiorità.
Questo forse lo sentiamo meglio quando desideriamo sentirci uguali
a coloro che consideriamo superiori a noi. Ma dobbiamo maggiora mente
sentirlo e desiderarlo anche nei confronti di coloro che non sono
ancora pervenuti al nostro livello. Vincere la presunzione verso
coloro che riteniamo inferiori può aiutarci a superare eventuali
complessi di inferiorità verso coloro che noi riteniamo superiori.
La reciprocità nei rapporti di loggia è reversibile ed è per
questo che ogni fratello deve compiere nel suo interiore una
volontaria “regressione verso la media”. Azione volontaria in
quanto può esplicarsi solo se il fratello intende il valore del
trinomio nel suo insieme ed alla luce del concetto “Diritto –
Dovere” che un massone dovrebbe sempre avere presente in sé, in
ogni momento. Ed è proprio in tal modo che si ha anche la verifica
che solo nella Libertà può nascere l’Uguaglianza.
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