Mi è venuto in mente in questi giorni alla notizia della morte di Tina Anselmi, che fu presidente della Commissione Parlamentare sulla P2. Sempre la morte di un essere umano mi rattrista, ma deve anche essere occasione di meditazione. Su ciò che ci attende dopo e sul comportamento in vita. Credo che Tina Anselmi sia stata una persona per bene (almeno non ho elementi per sostenere il contrario), ma anche lei, come quasi tutti i politici dell'epoca, ebbe una sorta di occhiali ideologici che le fecero distorcere il vero senso della P2: un bubbone nato nel sottobosco della politica che ha indossato le vesti massoniche per pura comodità. Non la Massoneria deviata, ma la Politica deviata. Che trovando il fatto "inconcepibile" scaricò tutto sulla Massoneria.
Ho trovato questa lettera che mio padre inviò a Carlo Gentile il 22 giugno 1981, all'epoca della Gran Maestranza di Battelli, in piena eruzione del vulcano P2. Credo riesca a dare, a distanza di tanti anni, un'immagine dell'atmosfera che vivevamo in quegli anni, disorientati e frastornati, ma certi che la Massoneria non poteva essere quella che descrivevano i giornali (almeno la Massoneria che conoscevamo noi quotidianamente).
Carissimo,
approfitto dell'amicizia fraterna che
mi lega a te per mandarti questo mio sfogo. Dalle mie parole ti
renderai conto dei sentimenti che si agitano non solo in me, ma anche
in molti fratelli.
Nelle vicende che in questi mesi
tengono la prima pagina dei giornali si nota subito che molti tendono
strumentalmente a confondere quello che è stato il gruppo della P2
con le logge regolari della massoneria. Questa strumentalizzazione
non può stupirci. Siamo uomini liberi, amanti della libertà,
impegnati a rendere sempre più operante la libertà nella nostra
società, e pertanto non siamo graditi agli integralisti di qualunque
colore essi siano. E così si può spiegare l'intensa campagna di
alcuni giornali di ispirazione dogmatica cattolica o comunista volta
a colpevolizzare tutta la massoneria.
A nostra scusante potremmo dire che
la società attuale, marcia di materialismo, è riuscita ad inquinare
anche la nostra istituzione. Ma sarebbe solo una scusa, poco seria e
poco corretta. Una istituzione che si propone come fine, uno dei
fini, il progresso ed il miglioramento dell'Umanità non può e non
deve lasciarsi corrompere da una società corrotta. Se ciò avviene è
perché nella massoneria ci sono delle componenti che per lo meno non
sono all'altezza di un fine tanto nobile, per non dire di peggio. Ed
è proprio questo il punto che mi addolora profondamente. Siamo
entrati nella famiglia per migliorarci e migliorare, e la profanità
della società ci ha contaminati e corrotti, gettando fango su una
delle più nobili e più pure istituzioni.
Al di là delle interessate
strumentalizzazioni altrui, al di là delle volute confusioni, rimane
il fatto, grave, che questo gruppo di potere, cresciuto al di fuori
della massoneria, è nato purtroppo con la complicità di massoni
autorevoli. Ed anche se non possiamo del tutto escludere in certi
casi la buona fede, dobbiamo pure affermare chiaramente che in questo
caso anche l'errore in buona fede è colpa grave, gravissima. E
provvedimenti gravi e severi si impongono. E' necessario ed urgente
fare una pulizia accurata e rigorosa nella nostra casa. I fratelli
sentono questa esigenza come prima condizione per riprendere i lavori
e ridare serenità al nostro ambiente. Bisogna fare pulizia degli
arrivisti, degli intrallazzatori, di tutti coloro che nella
massoneria hanno ricercato e ricercano solo favorì profani. E'
un'opera di purificazione necessaria perché la massoneria possa
riprendere al più presto la sua missione.
Liberiamoci dall'etichetta di
organismo mafioso che la stampa profana ci ha affibbiato, e non del
tutto a torto. La solidarietà massonica non può essere mafia.
E togliamoci sopratutto dalla testa
la pericolosa tentazione di voler influenzare la politica. Il massone
può fare politica, ed in tal caso la preparazione acquisita
frequentando i lavori di loggia ne fa un cittadino esemplare, un
modello da imitare ed al di sopra di qualsiasi sospetto. Mai però il
massone deve coinvolgere la massoneria nella sua azione politica, o
chiedere alla massoneria coperture o complicità. La massoneria non
fa politica, non può fare politica. Tutte le volte che i massoni
hanno coinvolto la massoneria nella politica, la massoneria ha preso,
giustamente, solenni bastonate.
Scusami questo sfogo dettato
dall'amarezza di questa disgraziata situazione che ci coinvolge
tutti. Come ti ho detto all'inizio queste non sono solo idee mie;
sono anche le idee della mia loggia, di quasi tutti i massoni che conosco. Sono le idee dei
fratelli che vogliono essere massoni nel senso pieno e reale
dell'espressione. Scrivo a te per la fraterna amicizia che ci lega e
perché ti conosco e so quanto vali. Se è possibile iniziare
un'opera di rinnovamento essa non può prescindere dai fratelli
migliori e più autorevoli, conosciuti e stimati da tutta la
famiglia. Ma è possibile? Se lo è, cominciamo tutti a lavorare
subito. Il momento è propizio: il sole al solstizio d'estate può
darci le forze necessarie.
Ti abbraccio, carissimo, con tutta la
sincera fraternità che il mio cuore può esprimerti e con la
speranza che la controiniziazione non prevalga.
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