sabato 5 novembre 2016

Carlo Gentile

Fu un "curiosus" dello Spirito: massone, martinista, teosofo, mazziniano. Fu limpida figura della Massoneria, anche istituzionale, della seconda metà del Novecento. Fu Grande Oratore e Gran Maestro Aggiunto del GOI nella seconda e terza Giunta di Lino Salvini e non fu nemmeno sfiorato dalla tempesta di quegli anni partita dall' "affaire" P2.
Mi è venuto in mente in questi giorni alla notizia della morte di Tina Anselmi, che fu presidente della Commissione Parlamentare sulla P2. Sempre la morte di un essere umano mi rattrista, ma deve anche essere occasione di meditazione. Su ciò che ci attende dopo e sul comportamento in vita. Credo che Tina Anselmi sia stata una persona per bene (almeno non ho elementi per sostenere il contrario), ma anche lei, come quasi tutti i politici dell'epoca, ebbe una sorta di occhiali ideologici che le fecero distorcere il vero senso della P2: un bubbone nato nel sottobosco della politica che ha indossato le vesti massoniche per pura comodità. Non la Massoneria deviata, ma la Politica deviata. Che trovando il fatto "inconcepibile" scaricò tutto sulla Massoneria.


Ho trovato questa lettera che mio padre inviò a Carlo Gentile il 22 giugno 1981, all'epoca della Gran Maestranza di Battelli, in piena eruzione del vulcano P2. Credo riesca a dare, a distanza di tanti anni, un'immagine dell'atmosfera che vivevamo in quegli anni, disorientati e frastornati, ma certi che la Massoneria non poteva essere quella che descrivevano i giornali (almeno la Massoneria che conoscevamo noi quotidianamente).

Carissimo,
approfitto dell'amicizia fraterna che mi lega a te per mandarti questo mio sfogo. Dalle mie parole ti renderai conto dei sentimenti che si agitano non solo in me, ma anche in molti fratelli.
Nelle vicende che in questi mesi tengono la prima pagina dei giornali si nota subito che molti tendono strumentalmente a confondere quello che è stato il gruppo della P2 con le logge regolari della massoneria. Questa strumentalizzazione non può stupirci. Siamo uomini liberi, amanti della libertà, impegnati a rendere sempre più operante la libertà nella nostra società, e pertanto non siamo graditi agli integralisti di qualunque colore essi siano. E così si può spiegare l'intensa campagna di alcuni giornali di ispirazione dogmatica cattolica o comunista volta a colpevolizzare tutta la massoneria.
A nostra scusante potremmo dire che la società attuale, marcia di materialismo, è riuscita ad inquinare anche la nostra istituzione. Ma sarebbe solo una scusa, poco seria e poco corretta. Una istituzione che si propone come fine, uno dei fini, il progresso ed il miglioramento dell'Umanità non può e non deve lasciarsi corrompere da una società corrotta. Se ciò avviene è perché nella massoneria ci sono delle componenti che per lo meno non sono all'altezza di un fine tanto nobile, per non dire di peggio. Ed è proprio questo il punto che mi addolora profondamente. Siamo entrati nella famiglia per migliorarci e migliorare, e la profanità della società ci ha contaminati e corrotti, gettando fango su una delle più nobili e più pure istituzioni.
Al di là delle interessate strumentalizzazioni altrui, al di là delle volute confusioni, rimane il fatto, grave, che questo gruppo di potere, cresciuto al di fuori della massoneria, è nato purtroppo con la complicità di massoni autorevoli. Ed anche se non possiamo del tutto escludere in certi casi la buona fede, dobbiamo pure affermare chiaramente che in questo caso anche l'errore in buona fede è colpa grave, gravissima. E provvedimenti gravi e severi si impongono. E' necessario ed urgente fare una pulizia accurata e rigorosa nella nostra casa. I fratelli sentono questa esigenza come prima condizione per riprendere i lavori e ridare serenità al nostro ambiente. Bisogna fare pulizia degli arrivisti, degli intrallazzatori, di tutti coloro che nella massoneria hanno ricercato e ricercano solo favorì profani. E' un'opera di purificazione necessaria perché la massoneria possa riprendere al più presto la sua missione.
Liberiamoci dall'etichetta di organismo mafioso che la stampa profana ci ha affibbiato, e non del tutto a torto. La solidarietà massonica non può essere mafia.
E togliamoci sopratutto dalla testa la pericolosa tentazione di voler influenzare la politica. Il massone può fare politica, ed in tal caso la preparazione acquisita frequentando i lavori di loggia ne fa un cittadino esemplare, un modello da imitare ed al di sopra di qualsiasi sospetto. Mai però il massone deve coinvolgere la massoneria nella sua azione politica, o chiedere alla massoneria coperture o complicità. La massoneria non fa politica, non può fare politica. Tutte le volte che i massoni hanno coinvolto la massoneria nella politica, la massoneria ha preso, giustamente, solenni bastonate.
Scusami questo sfogo dettato dall'amarezza di questa disgraziata situazione che ci coinvolge tutti. Come ti ho detto all'inizio queste non sono solo idee mie; sono anche le idee della mia loggia, di quasi tutti i massoni che conosco. Sono le idee dei fratelli che vogliono essere massoni nel senso pieno e reale dell'espressione. Scrivo a te per la fraterna amicizia che ci lega e perché ti conosco e so quanto vali. Se è possibile iniziare un'opera di rinnovamento essa non può prescindere dai fratelli migliori e più autorevoli, conosciuti e stimati da tutta la famiglia. Ma è possibile? Se lo è, cominciamo tutti a lavorare subito. Il momento è propizio: il sole al solstizio d'estate può darci le forze necessarie.
Ti abbraccio, carissimo, con tutta la sincera fraternità che il mio cuore può esprimerti e con la speranza che la controiniziazione non prevalga.


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