Il luogo comune è una frase, non necessariamente vera, detta e ridetta tante volte che nella mente del parlatore invece di essere diventata trita e insignificante acquista in qualche strano modo la veste di verità universale o almeno condivisa da un certo gruppo ben identificato.
Etimologicamente deriva da locus communis, luogo non privato, pubblico, comune a tutti: il forum nella urbs romana, la piazza in epoca moderna, il centro commerciale (sic!) oggi. Per traslato è diventata una opinione (non necessariamente vera o fondata) comune a molti, magari proprio caratteristica di un certo gruppo. Sicuramente incoraggia la pigrizia dei tanti, per i quali pensare può essere troppo faticoso oppure talmente impegnati a pensare tanto in un determinato settore che “riposano” la mente in tutto il resto.
Spesso il luogo comune può diventare uno slogan, frase ripetitiva di un’idea o di un’ombra di idea (il contenuto non è indispensabile). Ne siamo bombardati tutti i giorni dalle urla pubblicitarie tanto da diventare inconsciamente parte del nostro quotidiano. Sono molto usati in politica, anche se lì la fantasia appare meno spiccata. Che destino inglorioso per l’originale grido di battaglia gaelico sluagh-ghairm (pronuncia slogorm. Etimo: sluagh = nemico e ghairm =urlo), oggi ridotto a grida prive di contenuto per vender di più o per dar contro gli avversari!
Contro il luogo comune si levò un Flaubert munito di un tagliente rasoio ironico che tuttavia può ben poco contro l’invadenza dei moderni urli radiofonici e televisivi e internettiani.
Anche la Massoneria non è esente dalla peste del luogo comune, a volte usato per opporsi (sic!) a presunti “non concordanti” membri interni, ma più spesso per nascondere un vuoto diciamo così “culturale”.
Come ci possiamo difendere dai luoghi comuni? Abbiamo a disposizione due armi, la prima di non farli propri tamponando la diffusione epidemica e la seconda di colpirli con la nostra ironia. L’ironia, soprattutto nell’aspetto di auto-ironia, è un potente strumento di igiene mentale.
Alla larga dal massone troppo serio!
Ecco qui alcuni esempi di frasi fatte, ascoltate nell’arco di tanti anni in Logge aperte, nelle Sale dei Passi Perduti, in incontri conviviali, lette in forum massonici, in giornali e interviste (in blu il luogo comune e sotto l’ironica postilla).
Abito nero
Il massimo della pompa
e della scomodità (da Flaubert).
Agape
Un fratello partecipante (al telefono):
Aho! Qua se magna con 15 euro. (Episodio vero).
A. rituale: E’ da proibire a
vegetariani ed astemi.
A. bianca (non rituale, con profani e
signore): Si parla, si chiacchiera, con moderazione.
A. nera (non rituale, senza profani e signore): Si parla, si
chiacchiera, senza moderazione.
Alti Gradi
1
Più sei in alto e più male ti fai quando cadi.
Alti Gradi
2
La sciarpona sull’epa.
Apprendista
- Siamo tutti Apprendisti!
- Non è ora di crescere?
Candidato
alla L. M.
Il bussante ha fatto parte di una
sedicente organizzazione massonica.
Risposta ufficiale: Anatema! Anatema!
Collegio
Circoscrizionale
Una volta in collegio si richiudevano i birichini.
Compagno di
Mestiere
Senz’arte né parte.
Comunione
Il GOI è la mia prima comunione.
Consiglio
delle Luci
Ha deciso di non rinnovare il contratto con l’ENEL.
Corpo
rituale
(cioè: Rito Scozzese, oppure Rito di
York, oppure eccetera).
- Il Rito è l’università della
massoneria.
- Si vede proprio che la scuola è in
crisi.
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