venerdì 6 giugno 2014

Luce

Il Candidato promette e si impegna. I Fratelli tolgono il cappuccio, levano le spade e il Tempio si illumina.

D: Quali sono?
R: Il primo è di non palesare i segreti dell'Iniziazione muratoria.
D: Quali sono?
R: Ci siamo impegnati entrambi a suo tempo a non parlarne e non possiamo quindi ora rompere così platealmente la promessa.
D: Non potete dire niente?
R: Posso solo osservare che letteralmente si tratta delle modalità del Rito e, più specificatamente, di Segni e Parole.
D: E non letteralmente?
R: Poiché abbiamo già visto la molteplicità dei significati per i simboli e gli atti della Massoneria, il segreto massonico in fondo non è altro che ciò che si trova nella nostra interiorità. Non solo non dobbiamo parlarne ma è anche impossibile parlarne perché il linguaggio è inadeguato.
D: Continuate.
R: Il secondo impegno è di avere sacri l'onore e la vita di tutti.
D: Ritorna l'onore di cui abbiamo già parlato. Per tutti si intende i Fratelli Massoni?
R: No. Tutti gli uomini.
D: Continuate.
R: Il terzo impegno è di soccorrere, confortare e difendere i Fratelli.
D: Continuate.
R: Il quarto impegno consiste nel non professare princìpi che osteggino quelli propugnati dalla Libera Muratoria.
D: Quali sono i princìpi propugnati dalla Libera Muratoria?
R: La Massoneria non ha un corpus dottrinale come le istituzioni religiose o ideologiche. Mette però alla base alcuni princìpi, quali la Libertà, la Fratellanza, l'Uguaglianza, la Tolleranza che sono propri di ciascun aderente.
D: Quindi un Libero Muratore non può propugnare dottrine per esempio che limitino la libertà di altri uomini non a causa di reati ma per il solo fatto di appartenere a un gruppo etnico o a minoranze religiose?
R: Il Libero Muratore non può professare dottrine del genere. In caso contrario non si troverebbe in armonia con i Fratelli.
D: E' una promessa molto impegnativa!
R: Può sembrare impegnativa, ma i doveri con il procedere del lavoro muratorio si trasformano da obblighi imposti dall'esterno in regole di vita e comportamento quotidiano che nascono dalla tua interiorità.
D: Terminata la Promessa che accadde?
R: Al termine della Promessa il Maestro delle Cerimonie mi condusse tra le Colonne?
D: Perché?
R: Probabilmente per due motivi.
D: Quali?
R: Il primo perché al centro del Tempio, davanti all'Ara, si compiono solo gli atti più significativi della vita della Loggia.
D: E l'altro?
R: Più prosaicamente per avere il maggior colpo d'occhio.
D: In che senso?
R: Giunto tra le Colonne il Maestro Venerabile pose la domanda: Fratello 1° Sorvegliante, che cosa chiedete per il Candidato?
D: Cosa rispose Il 1° Sorvegliante?
R: Il 1° Sorvegliante rispose: La Luce.
D: E il Maestro Venerabile?
R: Ordinò: Che la Luce sia al terzo colpo del mio Maglietto. e batté tre colpi di Maglietto.
D: Tre colpi?
R: Sì, tre, il numero dell'Apprendista.
D: Giunse la Luce?
R: Sì. al terzo colpo di Maglietto il Tempio si illuminò. I Fratelli si tolsero il cappuccio e levarono in alto le spade, che poi deposero.
D: Fu un grande momento.

R: Un momento che non dimenticherò: lo “svelamento” dei Fratelli fa sentire in modo tangibile che si è costruito con quelle persone un legame indistruttibile.

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