Ora gli vengono concessi nuovi strumenti per valorizzare anche l’altra faccia dell’uomo, cioè gli aspetti ricettivi e non razionali. Se l’Apprendista agisce sull’animus, il Compagno opera sull’anima, per elaborare la pietra fino a levigarla in modo che si inserisca perfettamente nell'Edificio che siamo chiamati a costruire, come viene ricordato dal Maestro Venerabile al termine del primo dei cinque viaggi, i cinque livelli del suo programma di lavoro.
Uso qui i termini animus e anima in un'accezione diversa dal cristiano e forse prossimo, ma non coincidente, a quello junghiano. Con animus indico la “parte maschile” e con anima la “parte femminile” presenti in ogni persona (con evidente riferimento anche all’animus della donna e all’anima dell’uomo). Il lavoro di completamento richiede a ciascuno di riappropriarsi anche degli aspetti contrari, che sono presenti ma sui quali non ha mai "lavorato", superando la differenza dei sessi (che non è solo fisica): così – in particolar modo – l’uomo dovrà riappropriarsi della sua parte femminile, la sua anima. E’ il compito del lavoro in secondo grado.
In termini simbolici, mentre l’Apprendista lavora sulla Forza, il Compagno lavora sulla Bellezza e sui rapporti tra Bellezza e Forza.
Anche il Compagno viaggia: il suo lavoro si svolge lungo un quintuplice percorso o, il che è lo stesso, lungo cinque percorsi-viaggi.
Nel primo viaggio usa un mazzuolo e uno scalpello, e gli vengono ricordati i cinque sensi affinché si rammenti che inizio del lavoro è la conoscenza di se stessi, ricercata partendo dal mondo sensibile e organizzata attraverso la duplice modalità degli strumenti in dotazione: la potenza del mazzuolo e il discernimento dello scalpello che permea di bellezza la forza di quello.
Il 1° viaggio si riferisce alla Levigatura della Pietra ed al perfezionamento della pratica del taglio, quindi utilizza Martello e Scalpello[Da Considerazioni sul Grado di Compagno dal sito www.loggia-rene-guenon.it/ sito/Studi.html].
Il 2° viaggio si riferisce al Marchio della Pietra o meglio all'arte della marcatura in quanto spiega come tracciare linee sulla pietra sgrossata, quindi utilizza Regolo e Squadra
Il 3° viaggio si riferisce al Trasporto della Pietra quindi utilizza Regolo e Leva
Il 4° viaggio si riferisce all'Edificazione quindi utilizza Piombo e Cazzuola
Il 5° viaggio utilizza infine Squadra e Compasso.
Nel secondo viaggio gli vengono consegnati un regolo e un compasso. Gli viene insegnato che deve misurare ogni sua azione (misura indicata dal regolo) e aprirsi al nuovo (il non razionale) applicando su se stesso il compasso. Anche: misurare se stesso utilizzando uno strumento normativo (il regolo) e uno strumento “comprensivo” (il compasso).
Si può sostenere che il valore delle azioni compiute dipende oltre che dall’azione in sé anche dall’intenzione che vi lascia chi le compie.
L’intenzione che ci fa parlare o agire, ecco quello che decide del valore delle nostre parole o della nostra azione: la sola parola non è nulla, ove mancano le azioni.[Hermann Oldenberg, Budda, Milano, 1937, p. 337].
Il principio pare valido e accettabile, ma si presta a qualche riflessione.
Apparirebbe dunque una morale relativa non solo ai tempi e ai costumi (la contestualizzazione delle leggi etiche non pare facilmente confutabile), ma anche alle differenti situazioni: lo stesso atto assumerebbe valenze diverse a seconda delle intenzioni di chi lo commette.
E’ un principio da approfondire, che non mi sento di accettare tout court, anche se il codice penale distingue per esempio tra omicidio intenzionale e non intenzionale.
E’ ben vero che l’uccisione del proprio simile, pur espressamente proibita dalla legge mosaica, è stata continuamente violata proprio da chi avrebbe dovuto seguirla; è ben vero che costoro hanno giustificato le uccisioni e le hanno rese moralmente accettabili, proclamando di agire a nome di un principio più elevato (Dio lo vuole! è un grido che troppe volte risuona nella storia da parte dei seguaci di qualunque religione).
Ma l’ammettere che nell’azione, e quindi anche nella sua conseguenza, resti una specie di impronta derivante dall’intenzione rende moralmente diverso un atto a seconda di chi lo compie. L’uccisione – tanto per fare un esempio – non è generalmente ammessa, ma viene ammessa l’uccisione in nome di qualcosa di accettabile: in guerra uccido il nemico del mio paese, uccido per difendermi da un aggressore, ma anche, nelle intenzioni della santa inquisizione, uccido per eliminare un nemico della fede e quindi dello stato. Anche quest’ultima azione, considerato il fine religioso e sociale non disprezzabile, deve essere giudicata alla stregua di chi uccide per difendersi?
Con un regolo ed una cazzuola l'Apprendista compie il terzo viaggio, che gli insegna a misurare ogni atto umano non solo in relazione a se stesso ma anche in relazione agli altri. La cazzuola infatti è lo strumento che permette di “realizzare” il rapporto costruttivo con i fratelli.
Qui vedo una metodologia costruttiva del primo Dovere, là dove viene citata la legge morale e subito dopo la Religione nella quale tutti gli uomini convengono, come se quella prendesse i fondamenti da questa. E' mia interpretazione degli Antichi Doveri, che i fondamenti della legge morale possano vedersi non nei princìpi divini delle religioni o della Religione universale quanto nella stessa Umanità che nasce dal confronto costruttivo degli uomini sugli uomini, applicando gli strumenti del mestiere (ecco l'importanza della cazzuola!). E' in pratica l'applicazione del principio comune a tutte le filosofie e sistemi etici e religioni di non fare agli alti ciò che non vorremmo gli altri facessero a noi (in Occidente lo si chiama cristiano, ma lo si trova ovunque, prima e dopo Gesù, da Confucio al Buddha, dal Giainismo a Gesù, a Seneca, a Voltaire, a Kant, ecc. - cfr. www.peacelink.it)
Nel quarto viaggio, compiuto con la squadra e il regolo, viene ricordato quello che sarà il momento più significativo del lavoro della Camera: posizionare la pietra correttamente nella costruzione, se avrà perseverato e appreso a regolarsi al “giusto” modo con squadra e regolo.
Il quinto viaggio è programmatico e di suggerimento. E’ a mani libere, per ricordarsi che gli strumenti non vanno mitizzati e universalizzati ma considerati come semplici utensili: una volta esaurito il loro compito vengono sostituiti con altri. Dovrà quindi imparare la regola della contestualizzazione.
Contestualizzare significa riferire un concetto al tempo e allo spazio, cioè alla situazione storica e geografica in cui quell'idea è nata. Ciò vale in campo sociale, ma anche in campo personale: ogni mio pensiero nasce da una esperienza legata al mio tempo e al mio spazio. Non esistono concetti slegati dalla contestualizzazione storico-geografica.
Per la prima volta nel cammino del libero muratore brilla la stella, che lo accompagnerà fino al termine del viaggio. Quando nasce un uomo nuovo sempre brilla la stella. Un esempio per tutti: la stella su Betlemme.
Ora quindi l’apprendista (formalmente neo-compagno, ma più che mai apprendista: non aveva tutti i torti quel massone che insegnava che l’apprendista diventa davvero apprendista quando bussa alla porta della camera dei compagni - così come il compagno diventa veramente compagno quando bussa alla porta della Camera di Mezzo) può pronunciare la Parola, non più limitarsi a compitarla.
Esaminata la simbolica dei viaggi, mi sento di affermare che il grado di compagno – erroneamente trascurato nella prassi delle massonerie contemporanee (forse qui sta una delle cause della crisi della massoneria) - propone al camminatore una prospettiva drammatica: come apprendista hai esercitato – gli dice – la tua “Forza” tentando di uscire dalla profanità, ora, come compagno, applica la tua “Bellezza” e distruggiti. Ricorda che costruire significa, per prima cosa, distruggere il vecchio. Al più puoi usare le tue macerie (ma non tutte!) per costruire l’uomo nuovo, il Maestro massone che scavalcherà la tomba di Hiram.
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