Il Priorato viene aperto in presenza di legittimi soldati della Croce che si sono assicurati la protezione dalle interruzione da parte di oppositori del Vangelo del Salvatore dell'Umanità. Sull'altare la Bibbia aperta sopra una spada; sulla Bibbia a destra squadra e compasso (aperti in grado di Maestro) e a sinistra una croce (anche nella successiva camera templare si troveranno gli stessi strumenti posti allo stesso modo).
Il significato è chiarissimo: il Libro non è più il Libro della Legge Sacra dell'Ordine, ma la Bibbia. Altrettanto chiaro il significato dell'affiancamento della croce alla squadra e compasso. Non è più il suggello massonico al Volume della Legge come nell'Ordine, ma risulta il suggello cristiano al simbolo muratorio.
La preghiera del Cappellano in apertura dei lavori risulta coerente con il disegno di una cavalleria cristiana al servizio della religione cristiana: Preghiamo, Grande Emmanuele, Dio di infinita bontà, volgi il Tuo sguardo verso questo Priorato con occhi di benevolenza e dirigi i nostri cuori verso la Tua Santa Volontà; in tutte le nostre azioni, possa Iddio intercedere per noi. Amen.
Il candidato a Malta dapprima riceve il Mediterranean Pass, (una specie di grado intermedio: Cavaliere di san Paolo o appunto del Mediterranean Pass) che ricorda la tappa maltese del viaggio di Paolo dalla Palestina a Roma, dove Paolo evita le conseguenze letali del morso di una vipera (cfr. Atti degli Apostoli 28 3-6).
Il candidato al Mediterranean Pass viene accolto e istruito sulla storia dell’ordine cavalleresco con letture esplicative.
PRIMA LETTURA
Atti 28 1-6: Dopo essere giunti in salvo a terra, seppero allora che quell'isola si chiamava Malta. Gli abitanti del luogo usarono verso di noi una gentilezza non comune, perché accesero un gran fuoco e accolsero tutti per la pioggia che cadeva e per il freddo. Ora mentre Paolo raccoglieva un gran fascio di rami secchi e li posava sul fuoco, a motivo del calore ne uscì una vipera e gli si attaccò alla mano. Quando gli abitanti del luogo videro la serpe che gli pendeva dalla mano, dissero l'un l'altro: «Quest'uomo è certamente un omicida perché, pur essendo scampato dal mare, la giustizia divina non gli permette di sopravvivere». Ma Paolo, scossa la serpe nel fuoco non ne risentì alcun male. Or essi si aspettavano di vederlo gonfiare o cadere morto all'istante; ma dopo aver lungamente aspettato e vedendo che non gli avveniva nulla di insolito, mutarono parere e cominciarono a dire che egli era un dio.
Durante la lettura tutti i cavalieri sono in piedi e a capo scoperto: non è quindi una lettura edificante di una leggenda sacra, ma la lettura di una scrittura sacra (concetto tipico dell'apparato religioso).
SECONDA LETTURA
Atti 27 22-25: Ma ora vi esorto a non perdervi d'animo, perché non vi sarà perdita della vita di alcuno di voi, ma solo della nave. Poiché mi è apparso questa notte un angelo di Dio, al quale appartengo e che io servo, dicendo: "Paolo, non temere, tu devi comparire davanti a Cesare; ed ecco. Dio ti ha dato tutti coloro che navigano con te".
Anche durante la seconda lettura viene ordinato ai cavalieri di alzarsi.
IL PASTO
Il Candidato consuma pane e acqua mediante la spada del Priore, che in precedenza aveva premesso: Caro Fratello, era costume dei cavalieri delle Crociate, prima di partire per la Terra Santa, di prepararsi con una confessione generale ricevendo la Santa Eucarestia, unitamente alla benedizione della Chiesa. Ricordiamo questa usanza, ma per evitare di sembrare irriverenti verso i Sacri Misteri noi sostituiamo l’acqua al vino e commemoriamo il ricordo dei grandi pericoli, delle sofferenze e delle privazioni incontrate dai Pellegrini nostri Fratelli nella loro strada verso la Terra Santa, in quanto dovevano procurarsi il minimo indispensabile per la loro sopravvivenza solo con la punta della spada.
Sono molte le osservazioni che si potrebbero avanzare. Intanto non posso non notare una specie di acquiescenza nei confronti di un atto religioso, che non viene “reimpostato” in un quadro più ampio non necessariamente vincolato ad una visione religiosa, ma ne rimane entro gli stretti limiti di una visione religiosa (risulta molto più “laico” il rito della Cena del Principe Rosa-Croce del Rito Scozzese). Un rito con pane e vino non è necessariamente blasfemo e può apparire irriverente solo a chi è limitato da una visione integralista di devotismo fedele (che non dovrebbe certo far parte di un Corpo Rituale massonico che si autoconsidera compimento della Massoneria). Vien quasi da domandarsi se gli estensori del rituale abbiano mai approfondito il simbolismo del pasto sacro e degli alimenti utilizzati.
Il Candidato viene nominato Cavaliere del Mediterranean Pass.
CONFERIMENTO DEL GRADO
Alla sinistra del Tempio, per chi proviene da Occidente, vi sono cinque stendardi che ricordano le tappe più importanti dell'Ordine storico. Il Candidato li oltrepassa con cinque Parole di Passo: Nascita, Vita, Morte, Resurrezione, Ascensione. Nel contesto del rito il riferimento è possibile solo con la religione cristiana (resurrezione e ascensione sono tipici termini cristiani), tanto più che il candidato accetta di combattere contro gli avversari dei Vangeli del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo.
Il candidato diviene Cavaliere di Malta e termina il giuramento con una formula tipica del fedele (che Iddio mi assista e mi aiuti ad essere costante) alla quale fa eco il Priore (che questo ti insegni a sopportare pazientemente, in nome di Cristo) prima dell’esortazione prescritta: Sù, svegliati! Non addormentarti nel tuo dovere, ma sii desto nella fede in Gesù; non ribellarti ai più grandi sforzi che ti verranno chiesti per la Sua causa, avendo sempre la pace del Signore dentro di te.
Che questi colpi, l’unica cosa indegna che hai dovuto subire, ti ricordino che quando Egli fu oltraggiato, Egli non si offese e che quando era davanti a Caifa, il Gran Sacerdote, alcuni dei presenti gli sputarono in faccia, lo percossero sulla faccia con la palma delle mani ed anche con i bastoni.
Dopo la proclamazione del nuovo cavaliere la cerimonia prosegue. Per parte mia stralcio alcuni passi che ritengo siano indicativi della impostazione del Cavalierato di Malta.
Brandisci la spada sempre in modo retto. Non temere - esorta il Priore - di affrontare rischi e pericoli in nome di Cristo… La sua [del Cavaliere Cristiano - aveva aggiunto poco prima] scelta, la sua vocazione, la sua soddisfazione sono di offrire la sua anima a Dio ed il Corpo ai rischi ed ai pericoli per il Suo servizio.
Il Priore chiede al neo cavaliere, indicandogli la croce sul mantello: fratello mio, credi in questo, che è il segno della Santa Croce, sulla quale Nostro Signore morì per la remissione dei nostri peccati?
Ancora: indossa questo mantello con la Croce, nel nome della Santa Religione e di San Giovanni Battista, per il miglioramento della tua fede, per la difesa della Cristianità e per servire i poveri.
Anche l’interpretazione delle otto punte della croce di Malta viene subito ricondotta entro l’alveo religioso, come il simbolo che deve ricordare le otto beatitudini menzionate nelle Sacre Scritture, che il Cappellano ricorda leggendo Matteo 5 3-11 (leggi qualche versetto dal Santo Vangelo, ordina il Priore): Beati i poveri in spirito, perché di loro è il regno dei cieli. Beati coloro che fanno cordoglio perché saranno consolati. Beati i mansueti, perché essi erediteranno la terra. Beati coloro che sono affamati e assetati di giustizia, perché essi saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché essi otterranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché essi vedranno Dio. Beati coloro che si adoperano per la pace, perché essi saranno chiamati figli di Dio. Beati coloro che sono perseguitati a causa della giustizia, perché di loro è il regno dei cieli. Beati sarete voi, quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro di voi ogni sorta di male per causa mia.
La cerimonia prosegue con la lettura di Giovanni 20 24-29: Or Tommaso, detto Didimo, uno dei dodici, non era con loro quando venne Gesù. Gli altri discepoli dunque gli dissero: «Abbiamo visto il Signore». Ma egli disse loro: «Se io non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi, e se non metto il mio dito nel segno dei chiodi e la mia mano nel suo costato, io non crederò». Otto giorni dopo, i discepoli erano di nuovo in casa, e Tommaso era con loro. Gesù venne a porte serrate, si presentò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qua il dito e guarda le mie mani, stendi anche la mano e mettila nel mio costato; e non essere incredulo, ma credente». Allora Tommaso rispose e gli disse: «Signor mio e Dio mio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai visto Tommaso, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto».
La lettura di Giovanni è propedeutica al segno e al toccamento, spiegati dal Priore con queste parole: esso ci insegna che esiste una incredulità che trascende lo scetticismo razionale e che noi dobbiamo possedere un tale grado di fede, da ricevere le Verità Divine anche se non accompagnate dalla evidenza fisica. Solo così, potremo fregiarci della lode del nostro Divino Maestro: «Beati coloro che hanno creduto senza vedere».
Confesso che fatico ad accettare un insegnamento del genere in un lavoro rituale muratorio.
L’ultima lettura è ancora più precisa nel contestualizzare il Cavaliere di Malta: Pilato scrisse anche un cartello e lo pose sulla Croce: vi era scritto “Gesù Nazareno, Re dei Giudei” (Giovanni 19 19).
Segue la storia dell’Ordine di Malta, collegata alla quintuplice parola di passo, che termina con una espressione “forte”: Noi, come Massoni, perpetuiamo, coltiviamo e pratichiamo i principi cristiani e cavallereschi dell'antico Ordine...
Alla chiusura dei lavori viene ribadito che l’ultimo dovere di chiudere il Priorato in armonia con tutti i fratelli in armi ed in carità cristiana, con tutta l’umanità può essere svolto confidando ad amici e nemici la nostra fede nella nascita, nella vita, nella morte, resurrezione ed ascensione del nostro Redentore.
Dopo aver ripetuto massime tipiche della religione cristiana (il Salvatore è nato per redimere gli uomini caduti; Egli è la Via, la Verità, la Vita) la chiusura avviene con una esortazione del Priore cristianamente coerente con il discorso religioso.
Così, Fratelli tutti in armi, con la nascita, la vita, la morte e la resurrezione del nostro Redentore, noi riteniamo vivere e morire da cristiani, ricordiamo che in Lui, che ha goduto la gloriosa ascensione in Cielo, noi abbiamo un sicuro e valido mediatore col Padre, perché Egli ha detto: “Nella casa di mio Padre, ci sono molte stanze, io vado a preparare un posto per voi, perché dove sono io, ivi puoi esserci anche tu”.
Segue l’invocazione del Cappellano: Misericordioso Redentore dell’umanità in pericolo, Tu che hai promesso che sarai a fianco di coloro che si riuniscono nel Tuo Santo Nome, guarda a noi con tenera compassione e dirigici in modo che tutti i nostri lavori comincino, continuino e finiscano nell’amore per Te. Nell’affetto verso mostri Fratelli e nell’obbedienza ai principi del nostro Ordine. Amen.
Non vedo tentativi di andare oltre la religione cristiana, ma si ribadisce nettamente in chiusura dei lavori nel dialogo tra il Priore e il Luogotenente:
Pr. Cosa ci insegna la Sua [del Salvatore] vita?E' una camera cavalleresca cristiana, innestata su un tronco massonico: reinterpreta il Grande Architetto come il Dio cristiano. A suo vantaggio può solo dirsi che cerca di non calarsi in un singolo credo cristiano (cattolico, luterano, presbiteriano, ecc.) ma vuole andare oltre la divisione delle singole fedi cristiane per valorizzare un senso di cristianesimo che le comprenda tutte.
Lc. Tutto quello che sta in noi seguire; Egli è la Via, la Verità, la Vita.
Mi domando: chi non è cristiano come può aderire al corpus cavalleresco di Malta e templare così religiosamente caratterizzato? Mi pare che effettivamente qui venga meno il senso dell'universalità della Massoneria in favore di una concezione particolaristica.