domenica 3 gennaio 2010

8.3.2.3 Il corvo, la colomba e l'arcobaleno

Il corvo è uccello dalle piume nere, dal canto sgraziato; viene spontaneo associarlo al buio, (anche se è un uccello diurno). Fu considerato presso i popoli primitivi per il volo resistente un messaggero e nel simbolismo cristiano frequentemente indica il senso della solitudine, spesso sterile. Altri lo vedono indicare invece l'isolamento di chi vive su un piano superiore [Juan-Eduardo Cirlot, Dizionario dei simboli, Milano, 1985, p.176]. Per gli alchimisti indicava la nigredo, la prima operazione.

La colomba per i greci era uccello sacro a Venere e nella iconografia cristiano-cattolica indica la terza persona della Trinità. Nella leggenda noachita può indicare la spiritualità e capacità di sublimazione nel volo oltre l'orizzonte.

La coppia (perché di coppia si tratta, non di due animali distinti e non collegati) indica il punto focale del Real Noachita e riprende il racconto di Genesi 8: 6-12:
Dopo quaranta giorni, Noè aprì la finestra che aveva fatta nell'arca e mandò fuori il corvo, il quale uscì, andando e tornando, finché le acque furono prosciugate sulla terra. Poi mandò fuori la colomba per vedere se le acque fossero diminuite sulla superficie della terra. La colomba non trovò dove posare la pianta del suo piede e tornò a lui nell'arca, perché c'erano le acque sulla superficie di tutta la terra; ed egli stese la mano, la prese e la portò con sé dentro l'arca. Aspettò altri sette giorni, poi mandò di nuovo la colomba fuori dell'arca. E la colomba tornò da lui verso sera; ed ecco, aveva nel becco una foglia fresca d'ulivo. Così Noè capì che le acque erano diminuite sopra la terra. Aspettò altri sette giorni, poi mandò fuori la colomba; ma essa non tornò più da lui..
Se si intendono le acque del diluvio non tanto il mezzo di una improbabile punizione di un dio vendicativo, ma l'informità della Natura che possiede tutte le possibilità (avendo disgregato e liquefatto la “precedente” Natura) e l'Arca come la matrice della nuova vita che “naviga” sull'oceano primordiale, il corvo e la colomba assumono due indicazioni a mio parere preziose: sono le modalità del dualismo che permetteranno la successiva differenziazione dell'indifferenziazione delle acque del “brodo” primordiale.

Contiguo alla coppia corvo - colomba è l'arcobaleno.

Iride, per i greci, figlia di Taumante e di Elettra, messaggera degli dei; ponte Bifrost, per i popoli nordici, mediante il quale l'Asgard (il dominio di Odino) comunica con la terra; l'arcobaleno nell'immaginario dei popoli ha sempre indicato una strada di comunicazione tra la terra e il cielo, tra il qui ora e l'altrove.

Nella leggenda biblica di Noè invece non appare evidenziato il carattere di ponte, quanto piuttosto la funzione di sigillo o marchio che investe l'antenato comune Noè e tramite lui il Massone Perfetto di un carattere sacrale. Può essere il compimento finale di un ciclo e l'inizio di uno nuovo con la presenza, contigua ma disgiunta, degli opposti (corvo e colomba) sui quali il camminatore “lavora” dal primo ingresso nel Tempio tra le due colonne.

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