Questo capitolo è composto da appunti di un intervento di Michele Moramarco durante la tornata del 10 maggio 1992 del capitolo Immanuel del Rito Noachita.
Michele Moramarco ripercorre brevemente la storia del rituale noachita che è stato da lui rielaborato dal rituale del Rito Swedenborghiano consegnatogli a Londra nel dicembre 1982 da Desmond Bourke in possesso della filiazione di Yorker, personaggio comunque dubbio, ma depositario di diverse tradizioni.
In Inghilterra la tradizione di Swedenborg era dormiente.
Il rituale noachita proviene in buona parte dal Rituale Swedenborghiano; il rimanente è stato ricostruito su basi bibliche, previa autorizzazione del Fratello depositario.
Pulii quel rituale – osserva Moramarco – dalle parti tipicamente yorkeriane, troppo indulgenti alle sensazionalità. Vennero anche eliminate le interferenze con la leggenda dell'Ordine: inizialmente era infatti Noè stesso ad intraprendere la ricerca del corpo di Hiram, trasformato in marinaio. La leggenda ierostoricamente avrebbe potuto essere accettata (pur rimanendo poco convincente), ma avrebbe comportato una palese sovrapposizione con l'Ordine. Quel Rituale si chiamava Swedenborghiano in quanto alcune interpretazioni simboliche provenivano da Swedenborg; l'origine del termine era però di provenienza yorkeriana, per ricordare, in un'epoca in cui molteplici erano gli interessi verso lo spiritismo, lo Swedenborg visionario dell'al di là.
Moramarco spiega che le modifiche maggiori si sono avute con la sottolineatura dell'aspetto escatologico, verso il futuro oltre che verso il passato. Il diluvio viene visto come la situazione permanente dell'uomo. E' stato modificato maggiormente il secondo grado (Massone Sublime) e nel terzo (Massone Perfetto o Real Noachita) è stata rielaborata la leggenda di Noè. Il primo grado (Massone Illuminato), eliminata la leggenda di Hiram, è in grandissima parte originale.
L'Arca è la Terra Prima, intesa in senso biblico: è la Natura prima della caduta. La Tradizione Noachita insegna che la Natura è pura, esente da colpe, impressa come ricordo nell'uomo, una Natura dove si può cadere, ma ci si rialza. L'Arca rappresenta quindi la Natura precedente il Diluvio e la colpa-frammentazione di Adamo. Noè salva l'unità. Tutti gli animali entrano in armonia nell'Arca, il leone insieme all'agnello: l'armonia diventa così la meta finale del viaggio. L'Arca è il simbolo della Natura pienamente armonica, non solo in senso geometrico, ma in senso esistenziale.
Esotericamente il Cantore dell'Arca rappresenta l'iniziato che ascolta l'armonia delle sfere, come l'ascoltava Pitagora attraverso i rapporti numerici.
Noè è la vera universalità: da lui discendono tutti i popoli. Nel Rituale si identificano Ebrei, Egiziani, Greci (Semiti, Camiti, Jafetiti). L'Egizio indaga, l'Ebreo redige il Libro Sacro, il Greco rapporta il divino all'umano. Zeus rappresenta sia pure in nuce l'idea dell'incarnazione (il sacrificio di sé, l'amore) forse sottolineandone più l'aspetto estetico. Noè è il paradigma di tutto.
Il richiamo (presente nel rituale) all'angolo di Nord-Est rappresenta il collegamento ad un punto di riferimento: dall'angolo di Nord-Est cominciava la costruzione della cattedrale [nell'angolo di Nord-Est della Loggia - aggiungo io - viene posto, secondo la ritualità anglosassone, il neo iniziato].
Il Candidato viaggia in verso opposto al percorso del sole. All'arrivo ad Oriente trova la grande sintesi: in essa c'è luce, tenebre, chiarore, tramonti,..., tutto. A una prima indagine percepiamo il “viaggio solare” (traccia Swedenborghiana del Sole spirituale simbolo del divino), la “parte divina”, quindi il “viaggio umano” dell'uomo che ritorna alla Natura universale, priva di separazioni e fratture.
Il fiume della vita è molto profondo (elemento di sovrapposizione tra l'acqua del fiume che non viene attraversato e l'acqua della tempesta). L'uomo, non essendo pronto, pur avendone l'occasione, non riesce a guadare il fiume, per cui invece di giungere alla perfezione cade nel tumulto del diluvio.
I Massoni Noachiti però sanno che la Verità discende sull'uomo. La Verità entra attraverso la coscienza, quindi scende attraverso le anche (sensazioni) alle caviglie (il movimento, la “fondazione”). La Verità si fa carne. La coscienza l'assorbe dal divino oceano.
Moramarco conclude ricordando che le promesse riportate nel Rituale Noachita sono diverse da quelle originali, più simili ai giuramenti prestati nei tre gradi dell'Ordine. Nel Rito Noachita è presente una maggiore “carica ambientalista” verso la natura.
Il nome divino fiammeggiante (Y-H-W-E) rappresenta la congiunzione del Padre maschio con la Madre femmina (jod: principio maschile – he: principio femminile – vau: congiunzione). L'ultima he rappresenta la matrice materiale (Terra) fecondata. Nella tradizione cabalistica si dice che il Re e la Regina si congiungeranno alla fine dei tempi, mentre oggi sono spaiati.. L'unione dei due sarà perfetta e Dio si specchierà nella Creazione e riempirà tutto l'Universo con la sua perfezione.
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