martedì 19 febbraio 2019

La Bellezza che non si riconosce 1

Ricordo che alla scuola elementare guardando la carta geografica d’Italia appesa alla parete mi domandavo spesso perché il Mare Adriatico fosse stato chiamato “mare” e non “golfo” pur avendone tutte le caratteristiche.

E mi dicevo: Perché è troppo grande rispetto ad un golfo? E allora il golfo Persico o il golfo del Messico? E perché il Mar Morto è detto mare pur essendo un lago?

La risposta credo sia molto semplice: il mare Adriatico non fu riconosciuto come golfo, mentre per esempio il golfo Persico sì.

Sulla riva della costa marchigiana non ti rendi conto che sei sul lato di un golfo ma vedi semplicemente il mare illimitato.

In molti casi i termini tecnici vengono attribuiti senza tener conto dei significati.

E’ come se la Bellezza non riconoscesse di essere bella e si scambiasse con la Forza.

Invece Forza e Bellezza debbono restare in equilibrio, se si vorrà giungere alla Sapienza: dovranno cioè riconoscersi l’un l’altra nelle debite proporzioni (che non è detto siano quantitative).

Riflettere su Forza e Bellezza ci deve portare appunto alla comprensione dei due paradigmi e dell’equilibrio tra i due paradigmi.

Riflettere su Forza e Bellezza significa seguire gli innumerevoli rivoli ai quali il loro intreccio dà origine, dissonanti o consonanti, contrapposti o concordi.

Riflettere su Forza e Bellezza significa individuare anche il troppo dell’una o il troppo dell’altra in una dissonanza che può essere perfino disastrosa.

Nessun commento: