venerdì 7 dicembre 2018

Quando manca la Bellezza...

In Massoneria succede che di tanto in tanto qualcuno proponga modifiche del Rituale.

Gli anni tumultuosi seguiti all’affaire P2 ci lasciarono in eredità promessa solenne invece di giuramento.

Si disse che i due termini erano sinonimi e che non sarebbe cambiato nulla dal punto di vista iniziatico (sic!) e che la modifica ci era chiesta dal mondo politico che accettava si prestassero giuramenti solo alla Repubblica Italiana e non ad altre associazioni.

Accettammo la modifica anche se non convinti delle motivazioni. 

A me restò il dubbio che non fossero tanto richieste fatte quanto risposte “preventive” a richieste possibili ma mai avvenute, dettate dallo “zelo” di qualcuno più “realista” del re.

Per me, al di là di etimologie più o meno sbandierate, giuramento e promessa non sono la stessa cosa, tanto più che si sentì l’esigenza di qualificare il sostantivo promessa aggiungendovi appunto l’aggettivo solenne un po’ pomposo.

Quella modifica passò e ancora oggi è restata in vigore. Se nessuno ha mai riproposto il ritorno al termine giuramento vuol proprio dire che sta bene a tutti, o almeno alla maggioranza di noi. 
 
Nella mia Loggia l’altra sera è entrato un giovane candidato e durante il Rito sentivo ancora oggi stridere.

Ancora oggi alcuni passi del giuramento mi lasciano in completa disarmonia.

Già stona il prometto solennemente al posto del giuro. E non solo.

Io mi impegnai con queste parole: sul mio onore e in piena coscienza solennemente giuro. Da una trentina d’anni invece si dice: sul mio onore solennemente prometto.

Potremmo forse supporre le due formule equivalenti, ma certo non sono identiche.

Il testo del giuramento o promessa indica il legame del candidato alla Massoneria: se cambia il cavo cambia anche, in tutto o in parte, il tipo di legame e quindi è come se cambiassero le cose fondamentali della Massoneria, quelle per cui vale la pena di sentirsi massoni.

Io giurai in piena coscienza (…):
  • di non palesare i segreti dell’Iniziazione Muratoria
     
  • di difendere i miei Fratelli e non limitarmi a solo soccorrerli e confortarli,

  • di avere sacri l’onore e la vita di tutti e non pure la libertà e la dignità (ma non erano impliciti nell’onore?),

  • di soccorrere, confortare e difendere i miei Fratelli (che oggi – secondo il testo della Promessa Solenne – a quanto pare si possono non difendere!).
In compenso non mi sono impegnato:
  • a percorrere incessantemente la via iniziatica tradizionale per il mio perfezionamento interiore (Bella e altisonante frase, ma se un neofita chiedesse a dieci suoi neo fratelli di Loggia di indicargli la via iniziatica otterrebbe dieci risposte diverse!),

  • a difendere chiunque dalle ingiustizie. (Come se fosse necessario essere massoni per combattere le ingiustizie),

  • a rispettare scrupolosamente la Carta Costituzionale della Repubblica e le leggi che alla stessa si conformino (Qui veramente il cammello passa per la cruna dell’ago!),

  • ad adempiere fedelmente i doveri e i compiti relativi alla mia posizione e qualifica nella vita civile (Ed ora il cammello ripassa nella cruna! I due ultimi punti sono già stati verificati in sede di tegolatura e comunque non hanno nulla a che fare con il percorso muratorio).
Sono principi che vedo in un trattato legale piuttosto che nel Tempio della Libera Muratoria ove si lavora con ben altri obiettivi.

E quando poco prima nel Rito il Maestro Venerabile aveva spiegato le Leggi dell’Ordine, un tempo (fino agli anni Ottanta) si diceva:

Posso tuttavia assicurarvi che tali Leggi [dell’Ordine dei Liberi Muratori] e tali Regolamenti [di questa Loggia] non contengono nulla che sia contrario alle leggi dello Stato o che possa essere in contrasto con la vostra coscienza di uomo libero e giusto.

Parole sobrie che ciascun uomo capisce. 

Invece fu cambiata l’espressione Leggi dello Stato con Principi dell’Ordinamento costituzionale introducendo un tecnicismo legale francamente fuori posto in un Rito di iniziazione.

Poco prima il Maestro Venerabile aveva chiesto al candidato: Profano, che cosa sapete della Libera Muratoria? E Il Rituale faceva rispondere, su suggerimento del Fratello Esperto: Nulla.

Da tre decenni invece il candidato deve rispondere: Conosco la sua storia e le sue finalità.

Che misero volo dal senso del mistero alla sociologia!

Per fortuna della nostra povera Massoneria molte proposte di modifica dei rituali sono poi cadute nel dimenticatoio.

Una di qualche anno fa, della quale non si è saputo più nulla, prevedeva la modifica di Sapienza con Saggezza, essendo i due termini – recitava la proposta – sinonimi.

Obietto: se sono sinonimi allora che motivo c’è di cambiare?

*

Ma non doveva la Bellezza irradiare e compiere il lavoro dei massoni?

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