Leggendo Storia del
fantasticare di Elémire Zolla.
Non credo che la “parte
sinistra” dell’uomo (quella femminile, bubbolante, civettuola)
abbia per l’uomo maschio valenza solo negativa. Lì c’è anche la
parte femminile, che non è solo negativa. Son d’accordo sulla
differenza tra immaginazione e fantasticheria. L’immaginazione è
la parte creativa dell’uomo (maschio e femmina) e deve essere
rivalutata (con le debite differenze tra il maschio e la femmina). La
fantasticheria è invece una specie di immaginazione sterile.
L’immaginazione è
Newton che vedendo cadere la mela ha lo spunto per delineare la legge
di gravitazione o del piccolo Einstein che dalla risposta
dell’imbianchino caduto dal tetto (mi sembrava di non pesare) ha lo
spunto per la sua teoria (e non importa che siano episodi apocrifi:
qualcosa di simile accadde veramente).
La fantasticheria è
l’irrealtà dell’uomo che pensa di volare semplicemente muovendo
più velocemente le braccia. Ma non penso ai sogni di chi sa di
sognare (per esempio certi romanzi o certi quadri: so di raccontare
sogni o favole e tu lettore sai che sono sogni e favole), bensì solo
chi pensa alle favole fini a se stesse, al massimo con l’utilità
di una specie di “compensazione psicologica” (lo “sfigato”
che si immagina come un “superman”) non spunti immaginativi.
*
La storia di Peter Pan (il
bambino che rifiuta di crescere) è una favola che sottolinea uno
stato d’animo diffuso nell’adulto piuttosto che nel bimbo.
Stamane alla Libreria
Feltrinelli di Bologna ho visto un libro che rielabora la favola di
Peter Pan: per decreto governativo viene cancellata dal calendario la
sua data di nascita. Mentre tutto il mondo va avanti nel tempo lui
resta congelato: non cresce, non ha più compleanno, non riceve più
regali, la sua crescita si ferma.
Ne ho accennato alla mia
nipotina e l’ho vista inorridita: lei vuole crescere, guai a
fermarsi. Peter è invece l’adulto che vorrebbe essere rimasto
bambino.
Peter è immaginazione o
fantasticheria? Temo sia solo una fantasticheria sterile piuttosto
che immaginazione creativa. Insomma Peter Pan con la Bellezza ha poco
in comune.
*
Il confine tra
immaginazione e fantasticheria è molto incerto e credo non sia
possibile determinarlo con chiarezza.
Certo, si può parlare
della fantasticheria come immaginazione non costruttiva, ma non è
molto chiaro.
Cosa vuol dire
immaginazione costruttiva? Don Chisciotte e Dante sì mentre Peter
Pan no?
Non ho le idee molto
chiare.
L’immaginazione può
suscitare tutto. Le storie di streghe, di sabba con il diavolo così
frequenti nel secoli XVI – XVIII non erano frutto di immaginazione
autogenerantesi?
La fervida immaginazione è
anche pronta a plasmarsi delle immaginazioni altrui. E c’è pure
una specie di “immaginazione” pubblica e collettiva,
complementare alla privata, conseguenza e fonte delle immaginazioni
private in un morboso circolo che si fatica a rompere.
Zolla (a pag. 51 della sua
Storia del fantasticare) cita Benjamin Disraeli: La causa
[dei sommovimenti che l’Inghilterra conobbe dopo il 1646] fu non
fisica. L’immaginazione dell’Inghilterra insorse contro il
governo. Questo prova che quando tale facoltà viene sobillata in una
nazione, essa sacrificherà persino il benessere fisico pur di
seguire gli impulsi.
Più avanti. L’uomo è
fatto per adorare e obbedire; ma se non lo volete comandare, se non
gli offrite niente da adorare si foggerà la sua divinità, e si
troverà un capo nutrito delle sue stesse passioni.
Disraeli scrive nel 1844 e
nota con acume certe caratteristiche dell’uomo, specie di quello
che nel secolo successivo verrà chiamato l’uomo massa.
*
Ma forse il confine tra
immaginazione e fantasticheria è forse più tenue di quel che
appare.
L’ adulto è incline a
ritenere ciò che passa per la mente di un bambino come
fantasticheria, specie quando lo vede così intento a ciò che pensa
da non ascoltar nemmeno chi gli sta parlando. Non considera però che
magari stia navigando nell’immaginazione più fervida che pure gli
serve per confrontarsi con se stesso e “fare i conti” con la
realtà.
Vediamo il bambino correre
qua e là a braccia aperte dicendo di volare come un uccello e subito
l’adulto pensa che il bambino stia fantasticando. Ma nessun bimbo
si butterebbe da una finestra per volare: infatti non fantastica di
essere un uccello, ma immagina di esserlo. Immagina, appunto, “come
sarebbe se” fosse un uccello.
Forse il bambino più
dell’adulto coglie la linea tra fantasticheria e immaginazione.
L’adulto accanito
giocatore al lotto che pensa alle varie combinazioni più probabili o
punta sul numero la cui uscita “ritarda” da più tempo, immagina
o si perde nel fantasticare basato su premesse statistiche sbagliate?
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