domenica 2 dicembre 2018

La Bellezza adorna 2

Leggo in Tolstoj l’apologo L'asino selvatico e l'asino domestico

L’asino selvatico invidia l’asino domestico: è ben nutrito e accudito dal padrone. Ma quando lo vede carico e costretto a trottare a colpi di bastone l’invidia scompare.

E’ un breve monologo sulla libertà: il tiranno riempie la pancia ma obbliga i comportamenti. Chi si appaga della pancia piena e non aspira ad altro vive una vita dove predomina la Forza (contro di lui) e manca il senso liberatorio della Bellezza.

La Bellezza tempera e indirizza la Forza indiscriminata.

Leggiamo un altro apologo di Tolstoj: Lo zar al mercato.

Un uomo compra carne al mercato ma viene ingannato dal venditore: la carne è di pessima qualità e pure il peso è inferiore a quello indicato.

Il truffato si rivolge allo zar per avere giustizia. In breve lo zar scopre le prove della truffa.

Lo zar disse all’uomo “Ebbene! Come vuoi che punisca il macellaio?”.
Ordina che gli si tagli sulla schiena la stessa quantità di carne di cui mi derubò”.

E' una giustizia un po' strana: sa più di vendetta. Ma continuiamo la lettura.
 
Lo zar disse: “Sta bene, prendi un coltello e taglia un chilo di carne dalla schiena del macellaio. Ma fai attenzione che il peso sia esatto, altrimenti verrai punito anche tu allo stesso modo”.

Mi pare che lo zar qui sappia interpretare in modo mirabile la presenza della Bellezza che non tanto tempera quanto rende praticabile il giusto principio di risarcimento e tempera il senso di restituzione trasformando la rivalsa in giustizia.

L’ordine dello zar è chiaramente di impossibile esecuzione, ma lo scopo è di far riflettere l’uomo: la giustizia non è vendetta e non può esercitarsi con la legge del taglione.

I due apologhi individuano bene la mancanza di Bellezza nei due asini e la presenza di Bellezza nello zar.

Però anche la Bellezza dello zar è effimera.

Ha sì fatto comprendere all’uomo che vendetta non è giustizia, ma non interviene ulteriormente: l’uomo ritorna a casa in silenzio senza più voler vendetta ma anche senza aver ottenuto giustizia.

E il macellaio?

Nulla è detto, ma uno sgradevole pensierino mi suggerisce che non ha compreso la lezione (se la cava - diciamo la verità - per il rotto della cuffia). Temo che l'accaduto lo spinga a continuare nelle sue truffe visto che gli è andata bene...

Nessun commento: