Plus jamais ça!
La frase fu popolare nella
Francia dell’ultimo dopoguerra (mai più ciò): mai più gli orrori
delle guerre, mai più sterminii, mai più governanti insipienti che portarono a quegli
orrori.
Doveva iniziare un mondo nuovo.
Avremmo imparato dai nostri
errori – si diceva.
Historia magistra
vitae?
Lo disse Cicerone. Ma è proprio così?
No, non è così.
Il cammino nostro non è
lineare, con la spiegazione di ogni atto come conseguenza (quasi
logica e necessaria) di azioni precedenti.
Il cammino è invece un
reticolo di vie che a volte si ripresentano e devi ripercorrere.
L’uomo responsabile lo fa consapevole; l’uomo normale invece no:
non pensa al cammino, alla meta, a cosa fare e non fare. Il minus
habens va dove lo trascina il vento, o meglio – come si dice oggi –
la pancia.
E la pancia non guarda a percorsi già visti, a
conseguenze già vissute; non guarda nemmeno se e come si mangerà
dopo due o tre giorni: guarda solo all’immediato pasto. Al mangiare ora, non dopo.
Non si preoccupa di
ripercorrere le stesse strade verso le stesse mete commettendo gli
stessi errori, semplicemente lo fa.
La visuale limitata non gli
permette di individuare possibili conseguenze e non può imparare
nulla da situazioni analoghe del passato. Anzi, non conosce il passato e non sa cosa successe.
Abituato ai videogiochi, impara che l'eroe del momento (cioè lui) può accidentalmente essere eliminato ma poi si rialza e continua come se nulla fosse.
Non sa applicarsi sulla
bellezza, conosce solo la forza. Non sa nemmeno cosa sia una scala dritta, figurarsi una scala curva!
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