Riporto qui il saluto dell'Oratore dopo l'Elevazione a Maestro di un Compagno. Era il 14 novembre del 1990.
Col Rito di questa sera sei diventato
un massone a tutti gli effetti, con tutti i diritti e con tutti i
doveri. E’ una responsabilità alla quale ti sei preparato durante
il noviziato come apprendista prima, e come compagno d’arte poi. E
stasera hai vissuto la leggenda di Hiram con tutto il suo simbolismo.
Hiram ti invita a riflettere sulle possibilità che la Massoneria ti
offre.
Mentre il Rito di iniziazione al Primo grado è uno psicodramma che coinvolge sopratutto la parte emotiva del neofita, e tu ne sai la ragione, e quello di passaggio al Secondo grado si rivolge sopratutto alla parte razionale del candidato, la leggenda ai Hiram ti introduce al mistero della morte iniziatica ed alla nascita del maestro massone attraverso la fase alchemica della putrefazione. E’ un mistero che nessuno ti può svelare perché chi ne ha trovato la chiave, per quanto possa essere un abile parlatore in possesso di una buona dialettica, non potrà mai trovare espressioni e parole per poterlo adeguatamente trasmettere ad altri. Dovrai indagare tu stesso questo mistero, darti le risposte che riterrai soddisfacenti, e trasformarle coi tempo in altre più soddisfacenti man mano che la tua coscienza crescerà. Da queste parole comprenderai, carissimo fratello, che il maestro massone è maestro soltanto a se stesso. Ed infatti avrai udito dire molte volte in loggia che in massoneria siamo sempre degli apprendisti. Non si finisce mai d’imparare.
Mentre il Rito di iniziazione al Primo grado è uno psicodramma che coinvolge sopratutto la parte emotiva del neofita, e tu ne sai la ragione, e quello di passaggio al Secondo grado si rivolge sopratutto alla parte razionale del candidato, la leggenda ai Hiram ti introduce al mistero della morte iniziatica ed alla nascita del maestro massone attraverso la fase alchemica della putrefazione. E’ un mistero che nessuno ti può svelare perché chi ne ha trovato la chiave, per quanto possa essere un abile parlatore in possesso di una buona dialettica, non potrà mai trovare espressioni e parole per poterlo adeguatamente trasmettere ad altri. Dovrai indagare tu stesso questo mistero, darti le risposte che riterrai soddisfacenti, e trasformarle coi tempo in altre più soddisfacenti man mano che la tua coscienza crescerà. Da queste parole comprenderai, carissimo fratello, che il maestro massone è maestro soltanto a se stesso. Ed infatti avrai udito dire molte volte in loggia che in massoneria siamo sempre degli apprendisti. Non si finisce mai d’imparare.
Ma se non mi è possibile svelarti il
segreto della maestria che si nasconde dietro la leggenda di Hiram,
voglio almeno dirti alcune cose, le più elementari.
Nel simbolismo del grado i cattivi compagni rappresentano non solo il fanatismo, l’ignoranza e l’intolleranza, ma rappresentano anche le forze della controiniziazione, forze esterne e interne, continuamente in antitesi conflittuale con l’iniziazione che faticosamente ognuno cerca di costruire in sé.
Nel simbolismo del grado i cattivi compagni rappresentano non solo il fanatismo, l’ignoranza e l’intolleranza, ma rappresentano anche le forze della controiniziazione, forze esterne e interne, continuamente in antitesi conflittuale con l’iniziazione che faticosamente ognuno cerca di costruire in sé.
I cattivi compagni rappresentano anche
le tre grandi tentazioni da cui devono guardarsi i massoni che si
dedicano al lavoro simbolico ed esoterico: la prima è l’adagiarsi
nella retorica delle belle parole e delle frasi ad effetto; la
seconda è la seduzione di una immaginazione sfrenata, incontrollata,
senza regole e senza sicuri riferimenti di base; la terza è la
speculazione intellettuale fine a sé stessa che provoca un
inaridimento.
Il simbolo va interiorizzato, va
vissuto. Guai a chi non vive in coerenza coi risultato delle sue
ricerche!
Tieni presente, caro U., che ogni
simbolo ha almeno due significati, uno positivo ed uno negativo:
gli strumenti che servono ad uccidere Hiram, servono a
lavorare, a costruire il tempio. Perciò gli strumenti non sono né
buoni né cattivi. Può essere buono o cattivo l’uso che se ne fa.
Il regolo è il simbolo della rettitudine, ma nelle mani dei cattivi
compagni diventa simbolo di fanatismo: la squadra è simbolo di
equità, nelle mani dei cattivi compagni diventa simbolo di
intolleranza; e cosi il maglietto simbolo di autorità iniziatica,
può diventare invece simbolo di prepotenza brutale e di
prevaricazione.
Come vedi la leggenda di Hiram è fonte
di tante meditazioni. Ad esempio il carattere collettivo del lavoro
muratorio ti è stato confermato stasera dal fatto che Hiram risorge
col concorso delle tre Luci unite in un concorde sforzo comune. Non
dimenticare mai cosa può fare la vera fratellanza e la concordia
d’intenti!
La rinascita di Hiram ti conferma
inoltre che i principi dell’evoluzione umana, propri della
massoneria, non muoiono mai. In circostanze difficili possono tutt’al
più rimanere latenti in attesa della possibilità di manifestarsi
nuovamente. E oggi non ne abbiamo forse una verifica nel risorgere
della massoneria nei paesi dell’est europeo?
Ed ugualmente il pensiero quando è
sopraffatto dalla forza brutale si occulta come, fu occultato il
corpo dell’architetto del Tempio in una tomba. Ma, come il corpo di
Hiram, esso risorge non appena tre massoni si uniscono a lavorare con
concordia d’intenti, con fratellanza d’amore,
disinteressatamente. Tienilo sempre presente.
E ricordati che i cattivi compagni sono
sempre fra noi. Anzi sono in noi stessi. Dobbiamo combatterli con il
fuoco trasmutatore, il fuoco discreto degli alchimisti, lavorando con
costanza e con perseveranza su noi stessi.
E’ quindi con vero spirito d’Amore
che ti do questa sera il benvenuto nella camera di mezzo, con
quell’Amore che non deve mai abbandonare il vero massone, Amore con
l’A maiuscola, Amore disinteressato, non possessivo, non egoistico,
l’Amore che è alla base della vera Fratellanza massonica.
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