L’immagine è tolta dal Rituale
Duncan nel capitolo relativo al Terzo Grado.
La proposizione ricordata nel titolo è
la 47-sima del Primo Libro degli Elementi di Euclide, che
letteralmente recita:
Nei triangoli rettangoli il quadrato
del lato opposto all’angolo retto è uguale alla somma dei quadrati
dei lati che comprendono l’angolo retto.
Credo sia uno dei teoremi più conosciuti al
mondo, comunemente chiamato Teorema di Pitagora, anche se
storicamente l’attribuzione effettiva a Pitagora è dubbia.
Sorprendentemente il teorema di
Pitagora compare nel Terzo Grado muratorio.
La traduzione del brano in figura suona
così.
Questa è stata una invenzione del
nostro antico amico e fratello, il grande Pitagora, che, nei suoi
viaggi attraverso l'Asia, l'Africa e l'Europa, fu iniziato in diversi
ordini di sacerdozio, ed elevato al grado sublime di Maestro Massone.
Questo saggio filosofo arricchì la
sua mente di una conoscenza generale delle cose, e più in
particolare della geometria o massoneria. Su questo tema egli trasse
molti problemi e teoremi, e, tra i più illustri eresse questo, che
nella gioia del suo cuore chiamò "Eureka", che in greco
significa "ho trovato," e su questa scoperta si dice che
abbia sacrificato una ecatombe. Insegna ai Massoni di essere amanti
generali delle arti e delle scienze.
Il Teorema di Pitagora compare nel gioiello del Precedente Maestro
Venerabile, ma non in quello del Maestro Venerabile in carica, al
quale compete la squadra; oppure detto molto poco elegantemente: che
si deve “accontentare” della squadra, cioè di un triangolo
rettangolo non chiuso (come se il Maestro Venerabile che ha
“completato” il suo mandato abbia qualcosa in più del Maestro
Venerabile che sta svolgendo il suo mandato ma non l’ha ancora
terminato).
Perché il teorema di Pitagora e non
altri teoremi?
Io credo che vi siano state
considerazioni di due generi o filoni.
Innanzi tutto il
teorema di Pitagora è intuitivo, chiaro, immediato, alla portata
della comprensione di chiunque.
Per costruire materialmente un
triangolo rettangolo è sufficiente prendere una fune e dividerla in
dodici tratti uguali (cioè dividerla con undici nodi equidistanti
tra loro e dagli estremi. Chiudendo la corda e dividendola in tre
lati di tre, quattro e cinque parti si trova immediatamente un
triangolo rettangolo.
Il teorema di Pitagora, in un triangolo
del genere immediatamente costruibile, lega il lato opposto all'angolo retto agli altri
due, in modo chiaro e univoco, molto più intuitivamente di altri
teoremi che troviamo nelle pagine dell' opera di Euclide.
Un lato legato strettamente agli altri due che, in un certo senso, si fondono e confondono nel primo, come la Massoneria dovrebbe saper fare con i Fratelli.
E la Forza del simbolo, unito alla
Bellezza del teorema l’ha posto nel gioiello del Maestro Venerabile
che ha completato il suo mandato, al quale compete (come al Maestro
Venerabile in cattedra) la Sapienza.
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