E’ una domanda alla quale penso da tempo. Qui propongo sommariamente alcune considerazioni.
Ultimamente ho letto tre contributi, contrastanti perché derivanti da massoni dalla provenienza massonica diversa.
Innanzi tutto il massone anglosassone: FOR NO ATHEIST MAY BE MADE A FREEMASON in Pietre Stones Review of Freemasonry (http://www.freemasons-freemasonry.com/atheism-freemasonry.html)
Poi il massone “latino”: ATEISMO E MASSONERIA - INTERPRETAZIONE DEGLI ANTICHI DOVERI in La Cittadella delle Libere Mura
(http://www.cittadelladelleliberemura.eu/dialoghi/dialogo_ateismo_e_massoneria.html.
Infine un altro massone latino, che pone una domanda per certi versi drammatica: ¿QUEREMOS LOS MASONES ESTAR UNIDOS O SEPARADOS? in http://francmasones.ning.com/ profiles/blogs/queremos-los-masones-estar.
Sono tre punti di vista diversi.
Il primo fratello, membro della Gran Loggia del Distretto di Columbia, è rigorosamente in linea con il Primo Dovere di Anderson: il Muratore non sarà mai un ateo stupido né un libertino irreligioso.
Il secondo, italiano, propone una possibile interpretazione attualizzata del Primo Dovere.
Il terzo, in lingua spagnola, si domanda se non sia possibile, oggi, cominciare un lavoro di unione delle diverse concezioni Massoniche e quindi delle Massonerie.
Per tentare di rispondere alla domanda credo vadano tenuti presenti alcuni punti di partenza.
1. Gli Antichi Doveri di Anderson prescrivono l'impossibilità di essere massoni per lo stupido ateo, il libertino irreligioso, per uomini non nati liberi, non schiavi, con mutilazioni o difetti nel corpo. Non dovranno inoltre essere ammessi uomini di cattiva reputazione, immorali e le donne.
2. La massoneria inglese ha fissato nel secolo scorso tra i principi per il riconoscimento di Grandi Logge che una credenza nel G. A. D. U. e nella sua volontà rivelata sia una qualificazione essenziale per l’appartenenza, ponendo un paletto fondamentale per i riconoscimenti e semplicisticamente per la patente di "regolarità" di una Obbedienza massonica.
3. Nell'Europa continentale e in America latina sono presenti molte Obbedienze massoniche che non accettano uno o più dei paletti andersoniani e inglesi (ammettono donne, non considerano rilevante la credenza nell'Ente supremo come qualcosa di rivelato, e così via), tanto che non raramente là si parla di Massoneria dogmatica (quella anglosassone e nord-americana) che "imporrebbe" la credenza nel GADU e di Massoneria adogmatica (quella latina svincolata dalla credenza nell'Essere supremo).
4. Dal canto loro le Massonerie anglosassoni, per non smentirsi in questa corsa tra dogmatismo e non dogmatismo, parlano di Massoneria regolare (appunto quella conforme ai princìpi andersoniani anglosassoni) e irregolare (l'altra) in un gioco di reciproche scomuniche (se non altro semantiche) che nulla ha da insegnare a certe chiese (tranne ovviamente carcere e roghi).
Il rituale Duncan (Stati Uniti), dal canto suo, va oltre. Chiosa la risposta «In Dio» del candidato con una nota molto rigorosa: «Questa è la prima dichiarazione di un candidato prima dell'iniziazione. Egli ammette di credere in Dio e di avere fiducia in lui (he avows his belief and trust in God); è su questa sola confessione che si basa il suo ingresso tra noi. Se rifiutasse la conoscenza dell'esistenza di un Dio, sarebbe immediatamente respinto...».
Dunque: per la massoneria anglosassone non può esserci che una sola posizione: l'ateo, pur persona moralmente apprezzabile e ottimo cittadino, non può far parte della Massoneria, pena il venir meno dell'apertura al trascendente che ne è alla base. In questo senso il saggio del fr. Rubin For no atheist may be made a Freemason è molto chiaro e rigoroso.
Ma... ma... ma...
Facciamo un passo indietro.
Anderson, massone e pastore presbiteriano, "redige" i suoi doveri nei primi decenni del XVIII secolo, riprendendo precedenti doveri. Sono convinto che quando parla di stupid atheist intenda proprio l'uomo ateo che per il fatto di essere ateo è stupido (e non invece - come a volte ho ascoltato in Loggia - porre una differenza tra l'ateo stupido e quello intelligente).
Dunque, che si intende per ateo?
La radice etimologica indica la negazione di Dio e il senso comune indica l'ateo come colui che non crede in Dio. Ma nel corso della storia l'accusa di ateismo è stata rivolta a molti (specialmente a chi non credeva al dio dell'accusatore, considerato l'unico esistente e vero). L'essere ateo spesso era considerato un delitto da punire ed ancora oggi è riprovato da molti.
Al di là dell'opinione di Anderson, che dobbiamo tener presente in quanto i Doveri andersoniani sono posti alla base della regolarità di una Obbedienza massonica, ci dobbiamo però porre il problema se dopo trecento anni non si possa e debba ripuntualizzare la semantica del nome. (Non appaia una forzatura; quante volte abbiamo ascoltato fratelli disquisire in Loggia sull’ “uomo libero” inteso come “libero dalla schiavitù delle passioni”, mentre l'espressione inglese è molto chiara: free born, nato in condizioni di uomo libero, cioè non in condizione di schiavitù).
Nel nostro rituale (parlo del rituale italiano - del Goi, per intenderci) non si parla di Dio (l'unico cenno può essere nel divieto di parlare di politica e di religione: ma appunto religione, non Dio).
I lavori (come ogni atto rituale, iniziazione, passaggio) vengono svolti alla gloria del GADU, ma non si specifica nulla della sua natura, lasciando il problema al singolo massone, non ai lavori di Loggia. Nessun atto nei lavori e nelle iniziazioni di primo, secondo e terzo grado presuppone la credenza in Dio.
Ma i lavori muratori sono collettivi e il singolo influisce su tutti: se un singolo fratello lavora male è tutto il lavoro della Camera che ne risente.
Chi è oggi l'ateo?
Il "a (alfa privativo)-theos", il "non-dio", senza dio e per estensione il "senza trascendenza"?
Il "a (alfa privativo)-theos", il non-teista, chi non accetta il dio rivelato, il teismo (ma non necessariamente è deista)?
In sintesi: ateismo come indicatore delle posizioni, anche religiose, discordanti con il concetto di dio rivelato?
Il passaggio più delicato nel lavoro di Loggia è nella costruzione dello spazio e del tempo sacri ove si svolgono i lavori muratorii. Il massone deve sentire il senso del sacro.
Ecco, qui sta il punto cruciale: il senso del sacro, non necessariamente legato alla trascendenza o alla religione, perché le può comprendere e superare.
Il sacro è percepito come legato indissolubilmente alla religione e dopo venti secoli di cristianesimo appare un'affermazione scontata.. Ma non ritengo il legame tra religione e sacro necessariamente nei due sensi: la religione implica il sacro, ma il sacro non implica necessariamente la religione.
Il sacro implica il trascendente? Anche questo legame non mi pare possa porsi nei due sensi. Se il trascendente può implicare il sacro, non ritengo che necessariamente il sacro debba implicare il trascendente.
Faccio un esempio, semplificando al limite della correttezza. Il teologo cattolico Vito Mancuso nel suo lavoro sul l'anima (L'anima e il suo destino) considera l'uomo come una configurazione di energia, dalla più "grossolana" (il corpo) alla più "sottile" (l'anima) e - aggiungo io - alla "sottilissima" (spirito): dunque qualità diverse della stessa sostanza. Se l'energia è tutto ciò che costituisce l'universo, dal materiale allo spirituale, viene a cadere l'eterno contrasto tra materia e spirito, tra immanenza e trascendenza, tra corpo e anima in una sintesi superiore che è il superamento del binario (per parlare in linguaggio muratorio). La trascendenza, lo spirito sono modalità del sacro, ma il sacro è svincolato dalla trascendenza e dallo spirito.
L'ateo può avere il senso del sacro? può partecipare al sacro?
Non credo che essere ateo (specie se si considera il termine nel senso detto sopra) precluda la capacità di percepire il sacro. Un oggetto sacro è qualcosa cui per un certo motivo qualcuno attribuisce altre qualità, diverse. Per esempio, l'ostia dell'eucarestia è una cialda di farina che per qualcuno è carne e sangue del dio, per altri simboleggia il corpo del dio, per altri ancora è una semplice cialda. Così qualunque altro oggetto o simbolo è sacro a qualche uomo e non ad altri (tralascio il "sacro per tutti" perché è tipico di concezioni totalitarie e totalizzanti). Ciò che per me è un albero per altri può essere il simbolo dell'illuminazione (di Buddha sotto il sicomoro sacro) o il simbolo dell'asse del mondo. L'albero di Natale per qualcuno è un oggetto di arredamento, per altri un segno di festa, per altri ancora il simbolo della luce nascente in corrispondenza del solstizio d'inverno. Vi sono atei dichiarati (atei nel senso letterale etimologico) che provano un vero e proprio senso sacrale verso l'uomo e l'umanità. Vi sono atei e agnostici che finalizzano il lavoro dell'uomo non a un'improbabile (per loro) premio divino ma ad una ineliminabile (per loro) esigenza di giustizia verso l'Umanità, una sorta di compassione buddhista che deve (e sottolineo deve) far parte dell'essere uomo. E a questo sentire sono disposti a indirizzare la propria vita.
Essere in grado di sentire il senso del sacro può essere condizione di ammissibilità per la Massoneria o è necessario credere in un principio trascendente?
Chi ritiene che immanenza e trascendenza siano aspetti diversi di una stessa realtà, per cui non crede all'immanenza come non crede alla trascendenza può essere massone? Se in ultima analisi si considera l'Umanità come il GADU, rimaniamo nell'ambito muratorio o ne siamo fuori?
Belle domande...
In conclusione: un ateo può essere ammesso in Massoneria?
La risposta - credo - va data non per categorie (gli atei, i credenti, i religiosi o altro) ma sulle singole persone. Come quindi la credenza in un Essere supremo non può essere la sola chiave per l'ingresso ma va inquadrata nell'insieme delle qualifiche e aspirazioni del bussante, così l'"essere ateo" non può essere necessariamente la causa del rifiuto ma va inquadrato nell'insieme delle qualifiche del bussante.
In ultima analisi l'ateo o non-teista si è dato una risposta perché in precedenza si era posto la domanda. Ecco, credo che la discriminante possa essere non tanto chi dà un tipo di risposta, ma l'uomo che non si pone la domanda.
Mi domando: se paradossalmente bussasse alla porta del tempio lo Zarathustra, che nell'opera nietzschiana proclama nel suo cuore «Questo santo vegliardo non ha ancora sentito dire nella sua foresta, che Dio è morto!», ma vuole costruire nuovi valori, verrebbe respinto come ateo oppure accolto come operaio nel cantiere-Loggia?
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