martedì 13 maggio 2014

L'Inno di Marcia degli Iniziati


R. Kipling

  1. Ecco, noi ce ne stiamo ammucchiati all’Oriente,
  2. a mezza strada verso gli alti gradi!
  3. Non invidiate le nostre sciarpe cangianti?
  4. Non vorreste avere tre gradi di più?
  5. Non vi piacerebbe avere un grembiule così,
  6. teso come il perizoma di Mandulis?
  7. Adesso vi arrabbiate, ma... non importa.
  8. Fratello, ti pende la coda di dietro!
  9. Ecco, noi sediamo composti in molte file,
  10. pensando alle troppe cose che sappiamo;
  11. sognando le cose che vogliamo fare,
  12. e che saranno tutte quante compiute
  13. fra un minuto o due.
  14. Qualcosa di nobile, di grandioso e di segreto
  15. ottenuto con il semplice desiderio.
  16. Ora farem... non importa.
  17. Fratello, ti pende la coda di dietro!
  18. Tutti i discorsi che sentiamo esternare,
  19. fatti da stolti, da saggi o da apprendisti;
  20. noi tolleranti tutto incameriamo
  21. senza nessuno porre in discussione
  22. che così detta la stolta uguaglianza.
  23. Eccellente! Meraviglioso! Un'altra volta!
  24. Adesso noi parliamo proprio come gli uomini.
  25. Facciamo finta di essere... non importa.
  26. Fratello, ti pende la coda di dietro!
  27. Questo è quanto fanno gli iniziati.
  28. Allora unitevi alle nostre file
  29. che impettite marciano a squadra,
  30. d’intorno a tre pilastri a triangolo,
  31. che delimitano un quadro ormai stinto.
  32. I pensieri, che non sappiamo dire,
  33. in una lingua un minimo umana,
  34. vi daranno certezza, vi daranno certezza
  35. che noi stiamo per fare splendide cose!
  36. Fratello, ti pende la coda di dietro!
Buon vecchio Kipling. Conosciuto come l'autore di Kim e di Capitani Coraggiosi, che durante la mia adolescenza passavano superficialmente per romanzi per bambini o adolescenti (e oggi riprendo la lettura di Kim). Lo conobbi anche per L'Uomo che volle farsi re, da cui John Huston trasse un film con Sean Connery. Ma quelli erano tempi in cui chiunque avesse pubblicato qualcosa con il nome Massoneria ben in vista avrebbe ricevuto il plauso pressoché universale dei massoni. Kipling fu anche conosciutissimo tra i massoni è per la sua poesia Loggia Madre, composta da uomini talnto estranei dal punto di vista profano quanto uniti come Fratelli Massoni.
Ho invece conosciuto l'Inno di cui parliamo da poco tempo, che dimostra come Kipling conoscesse a fondo gli uomini massoni. E' una rielaborazione della Canzone del Popolo delle Scimmie nel Libro della Jungla. Mi sorge però un piccolo dubbio: è di Kiplig oppure è apocrifa?
Dunque, Inno degli Iniziati. Titolo stupendo, ma fondamentalmente ironico. descrive quel certo tipo di uomo frequente nel mondo quotidiano che che ritroviamo anche all'interno della Massoneria.
Ammucchiati all'Oriente. E' la descrizione più accurata di chi si sente "appagato" nel sedere là dove (nella sua fantasia) siedono le persone importanti, a mezza strada verso gli alti gradi; cioè, si potrebbe dire, visto che nell'Ordine non si riconoscono gradi oltre il Terzo, più maestri dei maestri.
Non invidiate le nostre sciarpe cangianti?... Non vi piacerebbe avere un grembiule così? Per quanto possa sembrar loro strano, no. Molti massoni rifuggono da tali ornamenti perché rifiutano l'apparire e cercano l'essere. Ma loro, quelli dell'ammucchiata, lo sanno, riescono a capirlo?
Mandulis era la forma nubiana del dio Horus.
Fratello, ti pende la coda di dietro! La tua vera natura emerge, non la riesci a nascondere. Così il paludato che siede all'Oriente, non perché ricopre al momento un ruolo effettivo (per esempio i Venerabili di altre Logge) ma perché gli è stato dato un titolo per soddisfare la sua vanità, mostra effettivamente ciò che è.
Tutta la canzone svolge una parodia del porsi di certuni con la loro supponenza vuota, dove l'ornamento è diventato prima un sostegno per stare in piedi, poi una gabbia che mantiene in vita.
Le troppe cose che sappiamo. Il camminatore percorre una via, incontra "cose" che andranno a far parte del suo patrimonio. Ma... più sa e più si accorge di saper poco, più amplia la cerchia delle sue conoscenze, più si accorge di quanto invece sia ristretta. Altri invece... sanno di sapere. Beh, cito il buon Dante: Non ragioniam di lor, ma guarda e passa.
Noi tolleranti tutto incameriamo. Costoro, gli ammucchiati all'Oriente, non sanno cosa sia la tolleranza scambiandola con la sopportazione di qualunque sciocchezza venga detta. Non è vero che in Loggia ogni opinione vale quanto le altre in un appiattimento che impedisce ogni tipo di lavoro.
Stolta uguaglianza. Già, ricordate Orwell? Tutti gli animali sono uguali, ma qualcuno è più uguale degli altri.
I pensieri, che non sappiamo dire,... vi daranno certezza. Si sente dire spesso che il massone è l'uomo del dubbio. In realtà la dizione è imprecisa: il massone, come tutti gli uomini, ha le sue certezze; ma a differenza di altri non ritiene le proprie certezze definitive ed è pronto sempre a confrontarle con la realtà e a cambiarle. E' un atteggiamento, però, che richiede grande impegno personale e disponibilità, che non tutti sono disposti ad utilizzare.





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