R. Kipling
- Ecco, noi ce ne stiamo ammucchiati all’Oriente,
- a mezza strada verso gli alti gradi!
- Non invidiate le nostre sciarpe cangianti?
- Non vorreste avere tre gradi di più?
- Non vi piacerebbe avere un grembiule così,
- teso come il perizoma di Mandulis?
- Adesso vi arrabbiate, ma... non importa.
- Fratello, ti pende la coda di dietro!
- Ecco, noi sediamo composti in molte file,
- pensando alle troppe cose che sappiamo;
- sognando le cose che vogliamo fare,
- e che saranno tutte quante compiute
- fra un minuto o due.
- Qualcosa di nobile, di grandioso e di segreto
- ottenuto con il semplice desiderio.
- Ora farem... non importa.
- Fratello, ti pende la coda di dietro!
- Tutti i discorsi che sentiamo esternare,
- fatti da stolti, da saggi o da apprendisti;
- noi tolleranti tutto incameriamo
- senza nessuno porre in discussione
- che così detta la stolta uguaglianza.
- Eccellente! Meraviglioso! Un'altra volta!
- Adesso noi parliamo proprio come gli uomini.
- Facciamo finta di essere... non importa.
- Fratello, ti pende la coda di dietro!
- Questo è quanto fanno gli iniziati.
- Allora unitevi alle nostre file
- che impettite marciano a squadra,
- d’intorno a tre pilastri a triangolo,
- che delimitano un quadro ormai stinto.
- I pensieri, che non sappiamo dire,
- in una lingua un minimo umana,
- vi daranno certezza, vi daranno certezza
- che noi stiamo per fare splendide cose!
- Fratello, ti pende la coda di dietro!
Buon vecchio Kipling. Conosciuto come
l'autore di Kim e di Capitani Coraggiosi, che durante
la mia adolescenza passavano superficialmente per romanzi per bambini
o adolescenti (e oggi riprendo la lettura di Kim). Lo conobbi anche
per L'Uomo che volle farsi re, da cui John Huston trasse un film con
Sean Connery. Ma quelli erano tempi in cui chiunque avesse pubblicato
qualcosa con il nome Massoneria ben in vista avrebbe ricevuto il
plauso pressoché universale dei massoni. Kipling fu anche
conosciutissimo tra i massoni è per la sua poesia Loggia Madre,
composta da uomini talnto estranei dal punto di vista profano quanto
uniti come Fratelli Massoni.
Ho invece conosciuto l'Inno di cui
parliamo da poco tempo, che dimostra come Kipling conoscesse a fondo
gli uomini massoni. E' una rielaborazione della Canzone del Popolo
delle Scimmie nel Libro della Jungla. Mi sorge però un
piccolo dubbio: è di Kiplig oppure è apocrifa?
Dunque, Inno degli Iniziati.
Titolo stupendo, ma fondamentalmente ironico. descrive quel certo
tipo di uomo frequente nel mondo quotidiano che che ritroviamo anche
all'interno della Massoneria.
Ammucchiati all'Oriente. E' la
descrizione più accurata di chi si sente "appagato" nel
sedere là dove (nella sua fantasia) siedono le persone importanti, a
mezza strada verso gli alti gradi; cioè, si potrebbe dire, visto
che nell'Ordine non si riconoscono gradi oltre il Terzo, più maestri
dei maestri.
Non invidiate le nostre sciarpe
cangianti?... Non vi piacerebbe avere un grembiule così?
Per quanto possa sembrar loro strano, no. Molti massoni rifuggono da
tali ornamenti perché rifiutano l'apparire e cercano l'essere. Ma
loro, quelli dell'ammucchiata, lo sanno, riescono a capirlo?
Mandulis era la
forma nubiana del dio Horus.
Fratello, ti pende la coda di
dietro! La tua vera natura
emerge, non la riesci a nascondere. Così il paludato che siede
all'Oriente, non perché ricopre al momento un ruolo effettivo (per
esempio i Venerabili di altre Logge) ma perché gli è stato dato un
titolo per soddisfare la sua vanità, mostra effettivamente ciò che
è.
Tutta la canzone
svolge una parodia del porsi di certuni con la loro supponenza vuota,
dove l'ornamento è diventato prima un sostegno per stare in piedi,
poi una gabbia che mantiene in vita.
Le troppe cose che sappiamo.
Il camminatore percorre una via, incontra "cose" che
andranno a far parte del suo patrimonio. Ma... più sa e più si
accorge di saper poco, più amplia la cerchia delle sue conoscenze,
più si accorge di quanto invece sia ristretta. Altri invece... sanno
di sapere. Beh, cito il buon Dante: Non ragioniam di lor,
ma guarda e passa.
Noi tolleranti tutto incameriamo.
Costoro, gli ammucchiati all'Oriente, non sanno cosa sia la
tolleranza scambiandola con la sopportazione di qualunque sciocchezza
venga detta. Non è vero che in Loggia ogni opinione vale quanto le
altre in un appiattimento che impedisce ogni tipo di lavoro.
Stolta uguaglianza.
Già, ricordate Orwell? Tutti gli animali sono uguali, ma qualcuno è
più uguale degli altri.
I pensieri, che non sappiamo
dire,... vi daranno certezza. Si
sente dire spesso che il massone è l'uomo del dubbio. In realtà la
dizione è imprecisa: il massone, come tutti gli uomini, ha le sue
certezze; ma a differenza di altri non ritiene le proprie certezze
definitive ed è pronto sempre a confrontarle con la realtà e a
cambiarle. E' un atteggiamento, però, che richiede grande impegno
personale e disponibilità, che non tutti sono disposti ad
utilizzare.
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