Finalmente il profano esce dal Gabinetto di Riflessione
D: E voi?
R: Rimasi lì. In quel momento cominciavo a vedere la
situazione da un altro punto di vista.
D: Quale?
R: Non la vedevo più come una grottesca sceneggiata, ma
come una rappresentazione didattica.
D: E' un punto di vista
diverso.
R: E' molto diverso. Non mi consideravo più attore mio
malgrado di una sceneggiata ma protagonista di un percorso che altri
avevano volutamente amplificato sul piano dell'emotività non tanto
per obbligarmi a compiere certi atti quanto per indicarmi una via che
io avrei dovuto decidere in piena libertà di percorrere.
D: Un completo
cambiamento di visuale da parte vostra.
R: Oggi per me è chiaro, ma allora iniziavo a compiere i
primi passi e il mio atteggiamento era ancora confuso. Sì,
cominciavo a cambiare il punto di vista.
D: E l'atmosfera di
morte?
R: Appunto, voluta. Era una rappresentazione, ma per questo
non meno significativa. Era come uno scossone alla mia persona.
Sapevo già che non ero quello che gli altri credevano io fossi, ma
in quell'ambiente, nel Gabinetto di Riflessione, cominciai a pensare
che, forse, non ero nemmeno come io credevo di essere. E se proprio
questo fosse stato il senso profondo del Testamento?
D: Eravate in una
situazione confusa.
R: E mi chiedevo anche se quella confusione in me non fosse
proprio stata volutamente suscitata come stimolo al mio percorso.
D: Come usciste dal
Gabinetto di Riflessione?
R: La porta si aprì e comparve l'uomo mascherato, che oggi
so essere il fratello Esperto.
D: E il vostro
Testamento?
R: Mi dissero in seguito che l'Esperto lo aveva consegnato
al Maestro Venerabile ed era stato letto e approvato da tutti i
Fratelli.
D: Torniamo al momento in
cui l'Esperto rientrò nel Gabinetto di Riflessione.
R: L'Esperto aprì la porta e mi fece alzare. Questa volta
non aveva la spada ma era ancora mascherato. Mi parlò con voce che
pareva cavernosa.
D: Ricordate cosa vi
disse?
R: Che sarei stato sottoposto ad alcune prove, e che si
aspettavano da me coraggio e fiducia, condizioni essenziali per
ricevere la Luce.
D: Come vi preparò?
R: Per prima cosa mi fece togliere la giacca e restare in
camicia, senza cravatta e colletto allentato. Mi
hanno raccontato che in certe Logge il bussante è parzialmente
rivestito solo della camicia ed ha la parte sinistra del petto
scoperta.
D: Dunque avevate le
vesti scomposte.
R: Poi mi fece alzare il pantalone destro fino a scoprire
il ginocchio e mi fece togliere la scarpa sinistra.
D: Camminavate solo con
una scarpa?
R: Sì, mi sembrava di essere zoppo.
D: Eravate dunque pronto?
R: No, ancora due particolari essenziali.
D: Quali?
R: L'Esperto mi mise una corda a forma di cappio con nodo
scorsoio al collo. Alla fine mi bendò gli occhi.
D: Eravate bendato?
R: Sì, e la cosa mi sconcertò alquanto. Non è piacevole
camminare senza sapere dove vai, in balìa di un altro che non sai
chi sia.
D: Quindi siete passato
dalla stanza nera fiocamente illuminata al buio assoluto?
R: Infatti. Altro che luce: ero sprofondato nelle tenebre!
D: Cosa fece il Fr.
Esperto?
R: L'Esperto, mi ha preso
sottobraccio e mi ha accompagnato davanti ad una porta. Compresi che
era una porta perché mi fece battere diversi colpi, forti.
D: Vi aprirono?
R: Non subito. Anzi, vicino com'ero alla porta, riuscii ad
udire ciò che si diceva dentro.
Nessun commento:
Posta un commento