sabato 17 maggio 2014

La preparazione del Candidato

Finalmente il profano esce dal Gabinetto di Riflessione

D: E voi?
R: Rimasi lì. In quel momento cominciavo a vedere la situazione da un altro punto di vista.
D: Quale?
R: Non la vedevo più come una grottesca sceneggiata, ma come una rappresentazione didattica.
D: E' un punto di vista diverso.
R: E' molto diverso. Non mi consideravo più attore mio malgrado di una sceneggiata ma protagonista di un percorso che altri avevano volutamente amplificato sul piano dell'emotività non tanto per obbligarmi a compiere certi atti quanto per indicarmi una via che io avrei dovuto decidere in piena libertà di percorrere.
D: Un completo cambiamento di visuale da parte vostra.
R: Oggi per me è chiaro, ma allora iniziavo a compiere i primi passi e il mio atteggiamento era ancora confuso. Sì, cominciavo a cambiare il punto di vista.
D: E l'atmosfera di morte?
R: Appunto, voluta. Era una rappresentazione, ma per questo non meno significativa. Era come uno scossone alla mia persona. Sapevo già che non ero quello che gli altri credevano io fossi, ma in quell'ambiente, nel Gabinetto di Riflessione, cominciai a pensare che, forse, non ero nemmeno come io credevo di essere. E se proprio questo fosse stato il senso profondo del Testamento?
D: Eravate in una situazione confusa.
R: E mi chiedevo anche se quella confusione in me non fosse proprio stata volutamente suscitata come stimolo al mio percorso.
D: Come usciste dal Gabinetto di Riflessione?
R: La porta si aprì e comparve l'uomo mascherato, che oggi so essere il fratello Esperto.
D: E il vostro Testamento?
R: Mi dissero in seguito che l'Esperto lo aveva consegnato al Maestro Venerabile ed era stato letto e approvato da tutti i Fratelli.
D: Torniamo al momento in cui l'Esperto rientrò nel Gabinetto di Riflessione.
R: L'Esperto aprì la porta e mi fece alzare. Questa volta non aveva la spada ma era ancora mascherato. Mi parlò con voce che pareva cavernosa.
D: Ricordate cosa vi disse?
R: Che sarei stato sottoposto ad alcune prove, e che si aspettavano da me coraggio e fiducia, condizioni essenziali per ricevere la Luce.
D: Come vi preparò?
R: Per prima cosa mi fece togliere la giacca e restare in camicia, senza cravatta e colletto allentato. Mi hanno raccontato che in certe Logge il bussante è parzialmente rivestito solo della camicia ed ha la parte sinistra del petto scoperta.
D: Dunque avevate le vesti scomposte.
R: Poi mi fece alzare il pantalone destro fino a scoprire il ginocchio e mi fece togliere la scarpa sinistra.
D: Camminavate solo con una scarpa?
R: Sì, mi sembrava di essere zoppo.
D: Eravate dunque pronto?
R: No, ancora due particolari essenziali.
D: Quali?
R: L'Esperto mi mise una corda a forma di cappio con nodo scorsoio al collo. Alla fine mi bendò gli occhi.
D: Eravate bendato?
R: Sì, e la cosa mi sconcertò alquanto. Non è piacevole camminare senza sapere dove vai, in balìa di un altro che non sai chi sia.
D: Quindi siete passato dalla stanza nera fiocamente illuminata al buio assoluto?
R: Infatti. Altro che luce: ero sprofondato nelle tenebre!
D: Cosa fece il Fr. Esperto?
R: L'Esperto, mi ha preso sottobraccio e mi ha accompagnato davanti ad una porta. Compresi che era una porta perché mi fece battere diversi colpi, forti.
D: Vi aprirono?

R: Non subito. Anzi, vicino com'ero alla porta, riuscii ad udire ciò che si diceva dentro.

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