giovedì 22 maggio 2014

Il presunto avversario

Continua il colloquio - interrogatorio del Maestro Venerabile con il Candidato


D: Prestaste la dichiarazione?
R: Certo. In quel momento ne sentii tutta l'importanza e la profondità.
D: Cosa successe dopo?
R: Il Maestro Venerabile mi chiese cosa sapessi della Libera Muratoria1.
D: Cosa rispondeste?
R: Avevo letto alcuni libri e diversi articoli di giornale (non tutti positivi); ne avevo anche parlato a lungo con il Fratello che mi avvicinò. Ne avevo quindi una infarinatura, sia pur generica. Ma la situazione che stavo vivendo, prima nel Gabinetto e poi bendato e inerme alla mercé di tutto e di tutti (come in quel momento mi pareva), mi aveva fatto ricredere e la risposta mi salì alla bocca contemporaneamente al suggerimento dell'Esperto: Non ne sapevo nulla!
D: Come accolse la vostra risposta il Maestro Venerabile?
R: Mi parve fosse la risposta che si attendeva.
D: Perché dite così?
R: Perché la risposta fu esauriente e pacata. Sembrava quasi che il Maestro Venerabile sapesse che ciò che si dice comunemente della Massoneria non fosse altro che informazioni parziali e incomplete.
D: Quale fu la spiegazione del Maestro Venerale?
R: Cominciava così: I princìpi della Libera Muratoria sono comuni a tutti i Fratelli sparsi per il mondo.
D: Affermazione sicuramente encomiabile.
R: Certo, sottolinea l'universalità della Massoneria al di là di paesi e tradizioni diverse.
D: Continuate.
R: Il seguito indica i princìpi della Libera Muratoria fondati sulla ragione.
D: Quindi la Massoneria si basa sulla ragione?
R: Certo, ma bisogna spiegarne il senso.
D: In che modo?
R: Assumere a fondamento la ragione serve ad evitare assolutismi intolleranti. Ma significa anche riconoscere che la ragione è strettamente collegata alle facoltà non razionali, le quali, appunto per essere collegate alla ragione, sono allontanate dalla  sbrigliatezza assoluta.
D: Come continuò il Maestro Venerabile?
R: Il Maestro Venerabile sottolineò la perfezione di questi princìpi che pur essendo immutabili sono così perfetti da consentire a ciascuno la piena libertà nella ricerca del Vero.
D: Il Maestro Venerabile enunciò questi princìpi?
R: Ne enunciò il più importante: la tolleranza. Essa permette - continuò il Maestro Venerabile -  a uomini di carattere e condizioni diverse di sedere fraternamente nel Tempio e di lavorare per gli stessi scopi col più assoluto, affettuoso, reciproco rispetto.
D: Un principio importante.
R: E' il principio fondamentale alla base di tutta la Massoneria. Non cotano distinzioni religiose, politiche o sociali. I Massoni si chiamano reciprocamente fratelli perché vogliono esserlo, ed essendolo il legame tra loro è più importante delle diverse opinioni religiose, filosofiche, politiche, che pur restano, ma che nel lavoro muratorio perdono importanza.
Il presunto avversario
D: Quindi viene valutato il legame fraterno tra i Massoni?
R: Sì. Infatti il Maestro Venerabile mi fece una domanda che ritengo fondamentale.
D: Quale?
R: Mi chiese: Se tra noi trovaste qualcuno che per partito politico, per fede religiosa o per altro motivo avete considerato fino ad ora un nemico, siete pronto ad abbracciarlo e a considerarlo un fratello?
D: E' proprio una questione molto importante.
R: Il Maestro Venerabile aggiunse un'altra osservazione. Disse infatti: Prima di rispondere considerate che l'uomo da voi ritenuto un nemico, essendo qui tra noi, ha approvato la vostra ammissione ed è pronto ad abbracciarvi.
D: Avete risposto alla domanda?
R: Certo, ho risposto. E rispondendo ho svolto tra me e me alcune considerazioni che ritengo altrettanto fondamentali.
D: Volete dirle?
R: Bisogna tener presente lo stato d'animo di un bussante durante il Rito di iniziazione. E' stato accolto da un uomo mascherato che lo ha cacciato di forza in un piccolo ambiente quasi buio con evidenti segnali di morte. Dopo qualche tempo è stato tolto da quell'ambiente per essere scomposto nei vestiti e contemporaneamente bendato. Senza veder nulla è portato in un altro ambiente più grande dove coglie, senza vedere, la presenza di molte persone. Si trova in uno stato emotivamente alterato e non ha difficoltà a rispondere positivamente: il presunto nemico lo ha accettato decidendo di non respingerlo; la sua risposta non può che essere positiva.
D: Ma non è quello che si richiede?
R: Certo. Ma l'impegno non si esaurisce in quella tornata.
D: In che senso?
R: Supponiamo che in futuro venga presentato come candidato all'iniziazione un profano e che l'odierno bussante ormai diventato Fratello a pieno titolo, magari con responsabilità nella conduzione della Loggia, consideri quel candidato un proprio avversario nella società civile o religiosa. 
D: E' una situazione che può verificarsi.
R: Allora come dovrà comportarsi l'odierno bussante? Questa volta starebbe a lui compiere eventualmente il primo passo. La sua contrarietà all'ingresso del futuro candidato sarebbe dovuta alla mancanza delle qualificazioni indispensabili oppure sarebbe lui a non vedere la presenza delle qualificazioni a causa della sua avversione personalistica?
D: Potrebbe essere un caso che non si verificherà mai.
R: Certamente. Ma l'esempio un po' paradossale significa che il bussante nel momento in cui risponde positivamente alla domanda del Maestro Venerabile prende un impegno che non è solo riferito ad un eventuale Fratello presente in quella tornata, ma varrà da quel momento in poi verso tutti coloro che faranno domanda di ammissione all'Istituzione.
D: Comprendo ciò che dite.
R: Io risposi positivamente alla domanda del Maestro Venerabile, e fu proprio nel momento in cui diedi la risposta che fui consapevole che il mio impegno non si esauriva nell'arco di poche ore ma che si estendeva temporalmente per tutta la mia vita.
D: Secondo quanto dicevate prima?
R: Sì, era l'impegno di non far prevalere mai interessi personalistici nel rapporto con le altre persone.
D: Se non vi foste impegnato positivamente, cosa sarebbe successo?
R: A mia memoria non è mai capitato che un bussante rispondesse negativamente alla domanda. Se la risposta è negativa immagino che non si possa procedere con il Rito di iniziazione e che quel profano non possa diventare Libero Muratore.


Nessun commento: