sabato 16 gennaio 2010

9.3.1.4 Postilla

Riporto di seguito una lettera che un fratello della Commenda della quale facevo parte inviò al Commendatore sollevando alcune problematiche.

Il Gran Commendatore dei Cavalieri Templari d'Italia, scrive nel suo Messaggio (Orientamenti n. 5, sett. 2005): «Ma è nell'Ordine Templare che, quel ciclo iniziato molto tempo addietro con l'iniziazione nella Loggia, si compie e si chiude. Il ritrovamento e la difesa del Tempio trovano la loro conclusone nell'affermazione della fede cristiana, chiesta al Cavaliere del Tempio come affermazione e impegno di difesa della sua civiltà».

Il pensiero del massimo esponente ufficiale del templarismo italiano sembra in sintonia con gli integralisti cristiani (...). Il concetto l’abbiamo già criticato perché purtroppo è presente nel nostro Rituale in un punto che, sembra, non si può correggere o cambiare perché il Grande Accampamento non lo vuole. (...) È inutile quindi affannarsi per far capire che la fede è stasi mentre la ricerca può essere un movimento evolutivo. Anche se per natura essa è ricca d’errori. Ma è la ricerca stessa che ci porta però a prendere coscienza di questa sua natura ed a capire gli errori commessi per imparare proprio da loro. Ogni errore, meditato e compreso, diventa un punto di partenza, un aiuto nella costruzione della nostra interminabile via iniziatica. E ogni verità incontrata, piccola o grande che sia, va vissuta, per quanto ci è possibile: si cresce interiormente e di conseguenza si aprono nuove visuali, nuove possibilità d’indagine, ci si avvicina a nuove piccole verità da vivere.

La lunga ricerca senza una fine rappresenta la travagliata esistenza di un Cavaliere Templare. Se egli è veramente cavaliere, non può essere un fedele. Superata la condizione di fedele egli è diventato gradualmente un portatore consapevole di una religiosità diversa, che lo fa consapevole di non essere superiore o inferiore agli altri.

Per ciò che riguarda la civiltà, ritengo che essa sia una condizione transeunte che cambia sia con i tempi, sia con i luoghi. Nascendo noi entriamo in un dato stadio di civiltà preparato da chi ci ha preceduto; abbiamo il dovere di arricchirlo perché chi verrà dopo possa partire da un livello più alto. Come è stato per noi. A sua volta chi verrà dopo di noi, partirà grazie a noi da un livello più elevato ed ha nei confronti dei suoi posteri il dovere di portare altri arricchimenti. È una visione progressiva e dinamica in sintonia con il concetto evoluzionistico del simbolo cristico.

La storia ci mostra che ogni civiltà ha avuto per guida una determinata religione. Esaurito il proprio compito storico
[non concordo completamente con il concetto che la nuova religione nasca per esaurimento della vecchia. Storicamente è anche successo che la nuova religione ha distrutto spesso cruentemente le forme della vecchia religione: è sufficiente pensare alle lotte del cristianesimo contro il paganesimo nell'Europa dei primi secoli dell'Era Volgare o alla distruzione sistematica delle religioni americane dopo l'arrivo di spagnoli e portoghesi dal XVI secolo in poi. E' comunque ben vero che nella nuova religione vincente si ritrovano aspetti della vecchia religione distrutta], questa religione ha poi lasciato il posto ad una religione successiva, nata generalmente proprio dalla spiritualità e dalla cultura della religione precedente. (...)

Le civiltà umane sono l’effetto della successione delle religioni. Questa visione storicistica che, per quanto ne so, ha le sue origini in Gioacchino da Fiore, è stata accolta ed approfondita da alcuni grandi uomini di pensiero fra cui... Giuseppe Mazzini e Rudolf Steiner. Essa mi ha permesso di ricercare, ad occhi aperti e senza vincoli fideistici, nei Vangeli, sia in quelli ufficiali che nei cosiddetti apocrifi, allo scopo di trovare ciò che si trova dietro l’apparenza esteriore; trovarlo e viverlo per capirlo. Ho potuto superare serenamente e senza traumi la religione cattolica che da ragazzo avevo abbandonata di colpo, con lacerazioni, e da cui forse nella mia interiorità non mi ero completamente affrancato.

Mi è quindi difficile oggi accettare passivamente che un corpo iniziatico possa trasformarsi in una congrega di fedeli, anzi di integralisti pronti a guerre di religioni, ignorando del tutto l’unico Comandamento che il cristianesimo ha aggiunto ai Comandamenti di Mosè: Ama il prossimo tuo come te stesso. I miei simili non sono solo coloro che possono pensarla come me, il mio prossimo non è formato solo dai cristiani delle diverse confessioni, ma anche dai mussulmani delle diverse scuole, dai buddisti, dagli induisti, da tutti coloro che credono, in qualsiasi modo possano credere. E miei simili sono anche gli atei. Tutto questo non toglie che personalmente mi senta a disagio in una camera rituale che sembra indulgere a guerre di religione.

Non rifiuto e non rinnego alcuna delle religioni del passato; tutte hanno portato il loro contributo alla civiltà umana, sia in occidente come in oriente, dalle più semplici alle più complesse. In occidente il cristianesimo ha avuto la grande funzione di valorizzare l’uomo, il singolo uomo, la sua individualità, la sua dignità, i suoi bisogni, i suoi diritti. Il compito storico della religione cristiana è ormai terminato, si rende ora necessario un nuovo pensiero religioso, molto forte, che, senza rinnegare il passato, accompagni l’uomo verso uno stadio di civiltà più alto e per mezzo del dovere lo porti ad abbandonare i conflitti per realizzare pienamente l’amore cristiano e l’evoluzione cristica. Perché la storia ci mostra che quasi sempre il completamento integrale del compito storico di una religione viene realizzato e suggellato dalla religione successiva.

L’attuale crisi mondiale, molto grave, può essere interpretata proprio in questa ottica. Manca infatti il senso della religione, le chiese cattoliche sono quasi vuote mentre le piazze si riempiono per motivi pseudo religiosi grazie ai mezzi mediatici di comunicazione. La crisi dunque è prima di tutto religiosa. Ad esclusione forse del cristianesimo ortodosso che dopo la parentesi comunista sembra beneficiare di una seconda giovinezza, gli altri cristianesimi sembrano vivere in sordina mentre gli integralismi cristiani si incentivano e mostrano i muscoli proprio per reazione agli integralismi mussulmani. Anche nel mondo mussulmano gli integralismi sembrano prevalere sulle diverse scuole spirituali, confermando che i due maggiori monoteismi mostrano di aver entrambi terminato la loro funzione storica. Dovranno essere sostituiti da nuovi modi di credere che tendano ad unire o per lo meno a far convivere modelli di vita diversi e credenze.

Nel messaggio del Gran Commendatore c’è la frase: «Nella Commenda dei Cavalieri Templari appare in maniera chiara la piena congiunzione esistente fra il Capitolo dell'Arco Reale, il Concilio dei Massoni Criptici e la Commenda stessa». E vero?
I messaggi del Gran Sacerdote e del Gran Maestro Delegato sono invece diversi. (...)
Mi piacerebbe confrontare con i Fratelli Cavalieri le mie idee. So per esperienza che esse non sono mai definitive e gli impulsi che riceviamo nei nostri confronti sono elementi necessari all’evoluzione dei nostri personali modi di pensare. So che il Rito di York ha sempre avuto una caratterizzazione cristiana e questo non mi ha mai creato alcun problema perché, almeno nella nostra Commenda, tutti noi abbiamo superato la condizione di fedele ed abbiamo lavorato alla ricerca delle verità interiori, verità precluse a chi ritiene di avere la Verità assoluta in tasca. Nella nostre camere rituali ci sono idee molto più aperte di quelle esposte dal Gran Commendatore.


POST SCRIPTUM
Non mi ritrovo nel quadro di Cavaliere Templare che rafforza le basi della cristianità. Nutro seri dubbi sulla valenza di un Corpo Rituale che, innestato sul solco della Massoneria tradizionale, si dia l'obiettivo di rinsaldare la cristianità. Sento che qualcosa stride con il cammino del Libero Muratore.

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