Hiram è l'architetto, capo dei lavoranti, che ha ricevuto l'ordine di edificare il Tempio di re Salomone. Ma non è ancora l'uomo che si è realizzato: per realizzarsi infatti deve prima morire (la seconda morte affrontata dal Libero Muratore) per intraprendere un altro cambiamento.
La morte avviene per mano di Fratelli (i cattivi compagni) mediante gli strumenti dell'arte: regolo, squadra, maglietto.
Il simbolismo è eloquente e va meditato a fondo, in quanto molti sono gli usi degli strumenti, alcuni buoni, altri non buoni e il camminatore deve conoscerli tutti. Deve uccidere il Maestro per abbandonare definitivamente quella parte indicata dai cattivi compagni e diventare lui stesso Maestro di se stesso. Non ha bisogno né di guide esterne né di guide interne. Anche la coscienza, guida iniziale, a un certo punto deve essere superata, perché solo così il camminatore può progredire.
Hiram è il “rialzato vivente” (secondo l'etimo del nome) e fa proprie quelle energie, indicate dall'acacia, che la morte non solo non disperde, ma sublima.
Molte religioni presentano nel loro patrimonio simbolico la “caduta” dell'uomo da una condizione superiore (età dell'oro, paradiso terrestre) a una inferiore (mondo fisico); e il compito dell'uomo consiste in un continuo tentativo di reintegrazione, consapevole della primitiva condizione abbandonata.
In Massoneria invece non c'è il tentativo di raggiungere una primitiva condizione di "grazia". Hiram, prima dell'uccisione, non è ancora Maestro: lo diventa solo dopo essere stato rialzato dal sepolcro: Maestro di se stesso, non della Massoneria; quasi un “fratello maggiore” del massone.
Hiram é l'uomo che ha raggiunto la meta (questa meta del grande percorso) muratoriamente indicata con il ritrovamento della Parola: è quindi l'uomo che non solo sa lavorare, ma sa anche progettare sulla tavola da disegno. Ha cambiato piano e conosce l'uso degli strumenti. Passando dalla squadra al compasso non è più utilizzatore di strumenti, ma ideatore di progetti essendosi impadronito della geometria, la scienza dell’architetto.
Il senso della leggenda è chiaro: gli uccisori, le forze negative (l'ignoranza, la presunzione, l'ambizione, l'orgoglio) fanno parte dell'Ordine, sono al nostro interno, all'interno dell'uomo. Proprio quando il camminatore crede di trovarsi verso la fine del lavoro si accorge di essere ancora molto indietro, tanto indietro da rischiare il fallimento. Le nostre passioni, non tutte trasformate, sono in agguato con la loro potenza. Sono le forze disgregatrici, tipiche dell’inerzia simbolica (analoga alla legge fisica del mondo della materia) che si oppongono ai “movimenti spirituali”, in una parola le forze della controiniziazione. Ci aspettano infatti altri passaggi, i più difficili, per giungere al termine del cammino. Ma non dobbiamo aspettarci guide o istruttori, al più solo qualche suggerimento.
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