L' Epica è narrazione della vita di eroi e delle
loro gesta: avventure caratterizzanti i personaggi, atti fondativi.
Ai miei tempi l’epica era materia scolastica: alla scuola media si leggeva
in seconda l’Iliade e in terza l’Odissea, e in prima liceo
l’Eneide, che poi sarebbe stata ripresa in quinta leggendone diversi canti in latino.
Ulisse ed Enea venivano quindi quasi presentati
come paradigmi per l’uomo moderno perché avevano ancora molto da
dire.
A me invece Enea non dice molto, l’ho sempre
sentito freddo, tutto concentrato sulla sua missione fondatrice della
civiltà romana (Virgilio è il cantore della Roma augustea
all’apogeo dello splendore) che non mi ha mai colpito nel profondo. Fin dai tempi della scuola e pure in una lettura attenta di alcuni
anni fa non sono rimasto colpito più di tanto. Enea non mi parla
nemmeno oggi, mentre continua a parlarmi Ulisse.
Ulisse è invece stato compagno della mia vita, certo colpito dai versi danteschi che sento irrimediabilmente scolpiti in me.
Sento Ulisse come l'eroe moderno, non legato dalle ideologie contingenti. Ulisse fu cantato da Omero e fu ripreso da Dante; Ulisse fu cantato da Tennison e Pascoli e rimane grande eroe moderno del quotidiano in Joyce.
Non mi stupirei che Ulisse bussasse alla porta del Tempio e sarei prointo ad aprirgli.
Ma prima ci sono alcune cose da puntualizzare. E ad Ulisse voglio appunto scrivere.
* * *
Caro Ulisse,
hai bussato bussato alla porta del Tempio chiedendoci di aprirti.
Lessi da qualche parte
che c’è un Ulisse in tutti noi, ed è vero.
Tu sei il ricercatore
instancabile, colui che vuole conoscere il mondo per soddisfare la
propria ansia di sapere. Ti sento vicino perché la tua ansia di sapere è la
mia stessa ansia.
Sono con te legato all’albero della nave ad ascoltare in
sicurezza le sirene: non avrei mai potuto restare tra il tuo
equipaggio con le orecchie tappate.
Ti immagino uomo in
cammino e ti vedo vicino ad ogni caminante.
Ti immagino a bordo
dell’arca di Noè nel viaggio primordiale dell’umanità.
So che
fosti con Cristoforo Colombo e con Marco Polo; eri imbarcato sul
sommergibile Nautilus del comandante Nemo. Ti ho visto a fianco di
Neil Armstrong sulla Luna.Stai allenandoti per partecipare alla spedizione su Marte come più di un secolo fa eri sulle slitte che cercavano il Polo Sud.
Ma attento, Ulisse!
Eri
anche con Cortez e Pizarro, distruttori di civiltà; eri con i
crociati alla devastazione di Costantinopoli e di Gerusalemme; eri
con Gengis Kan alla conquista di Samarcanda.
Io ti vedo bene anche in
Loggia, caro Ulisse, tra i fratelli massoni: noi cerchiamo, come tu
cerchi. E son certo che il tuo posto è qui, tra le colonne.
Molti fratelli di Loggia concordano con me: siamo pronti ad abbracciarti e a lavorare assieme.
Ma dobbiamo fissare alcuni paletti, lanmark della nostra umanità.
Noi cerchiamo, ma non siamo disposti a cercare sempre e ovunque, a
qualsiasi costo.
Noi non eravamo a
fianco del dottor Mengele che faceva esperimenti bestiali su poveretti
inermi; chi di noi era ad Auschwitz era tra i derelitti massacrati
non tra gli aguzzini.
Noi non eravamo nella carlinga di morte con le ali maligne... dentro il carro di fuoco, alle forche, alle ruote di tortura. Non ci interessa sapere quelle tecniche e quelle conoscenze di uccisioni e stermini.
Noi crediamo che ci siano cammini che non debbono essere percorsi e limiti che non debbano essere scavalcati
Perché? – ci
puoi chiedere.
Perché no –
rispondiamo.
Non siamo disposti a
procedere sempre e comunque.
Siamo convinti, caro Ulisse, che l’uomo
in cammino debba avere alcuni paletti oltre i quali non sia possibile
andare; siamo convinti che siano questi paletti a rendere uomo
l’uomo, sappiamo che Auschwitz è oltre i paletti e madre Teresa di
Calcutta no.
Siamo convinti che la
Forza della conoscenza debba essere adornata dalla Bellezza del
nostro senso etico.
Ulisse noi Massoni ti
accogliamo e ti riceviamo in Loggia, ma tu devi prestare il nostro
giuramento di avere sacri la vita e l’onore di tutti.
Se sarà così insieme cammineremo.
Altrimenti,
caro Ulisse, avrai come compagno non il buon dottor Jekill ma
l’oscuro mister Hyde.
E non avrai compagni i Massoni di questa Loggia
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