domenica 10 febbraio 2019

Equinozi e solstizi

Credo che oggi pochi oltre a noi massoni ricordino con perseveranza il senso di equinozi e solstizi.

In ogni Loggia si lavora periodicamente su tavole dedicate ai quattro punti astronomici.

Molte tavole però mi lasciano perplesso. Sono, almeno da quello che legge in tanti siti web delle Logge, tavole interessanti, ma "solo" antropologiche o filosofiche, a volte pure storiche.

Mi domando: qual è oggi il senso di riflettere su "momenti" astronomici? 

Oggi non viviamo più il buio e la luce, il caldo e il freddo. Viviamo in ambienti artificiali sempre illuminati e sempre alla stessa temperatura, estate e inverno. Non viviamo e fatichiamo a comprendere quale possa essere stato l'impatto del buio invernale nell'era pre-elettrica.

Se la riflessione si limita al piano razionale e scientifico, allora il senso di luce-buio diventa una disquisizione culturale, certo interessante, ma di corto respiro.

Ho letto che la data del Natale  fu scelta come il primo giorno, dopo il solstizio, in cui si poteva percepire a occhio che l'alba iniziava un poco prima e quindi si "vedeva" il giorno allungarsi. Era il primo segno dell'approssimarsi della primavera, del risveglio della vegetazione, del "verde" che ritornava.
Era il segnale che l'uomo nel buio dell'inverno attendeva: il buio calava, non aveva vinto. Ritornerà la luce.

Il lavoro di Loggia su equinozi e solstizi non può racchiudersi nella dimensione culturale, ma deve scendere in profondità e toccare quei livelli sotterranei che nell'uomo moderno sono ben nascosti.

Dobbiamo toccare il piano del mito, dei riti che diventano quasi "magici" che sopravvivono in noi, fin dalle nebulose storie della nostra infanzia. I nonni ci raccontavano di folletti e streghe, di maghi e stregoni, di eroi indomiti e spavaldi, di incantesimi e magie, magari rivestiti dai panni della religione, magari quasi delle superstizioni, ma tremendamente umane.

E' il lvoro del Massone, specie del Compagno di Mestiere, e non solo: riportare alla luce ciò che è nella nostra cantina e che fa parte del nostro basamento. Chissà che non si riesca a vivere una vita un po' più umana!



 

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