In
una visione un po’ olistica la Loggia può essere pensata come un
grande organismo? Un qualcosa di super-umano in cui i presenti
assumono ruoli e funzioni di organi o facoltà dell’uomo? Possiamo
dirlo?
E
così vedere i Diaconi come messaggeri (il sangue, gli impulsi
nervosi), l’Oratore come coscienza (il collegamento alla Legge), il
Maestro Venerabile come centro cerebrale e decisionale? e via
dicendo?
E
il Segretario? In una visione del genere il Segretario è espressione
della memoria: memoria del passato, memoria del conservato, memoria
per il futuro. Il Segretario riporta quanto fatto nella Tornata
precedente, durante la quale era stato riportato quanto fatto in
quella precedente, durante la quale era stato riportato eccetera
eccetera, il Segretario collega l’attività della Loggia a quella
fatidica e primordiale Tornata n. 1 di partenza, collegando l’oggi
non tanto ai fondatori della Loggia bensì allo spirito originario
della Loggia.
Attenzione!
Se proprio vogliamo parlar per immagini, la memoria non è il
congelatore di casa, che mantiene gli alimenti inalterati. La memoria
piuttosto assomiglia alla massaia che prepara marmellate per
l’inverno.
Appunto conserviamo la marmellata, non la frutta. Sì,
perché nel ricordare vengono identificati i topos, i motivi
ricorrenti che la mente ritiene significativi. E già questo la dice
lunga su una presunta obiettività del ricordo. Nulla come i ricordi
è più lontano dalla oggettività (ammesso che l’oggettività
esista).
Allora
– ribatte il Fratello scocciato dalla lettura di pedanti verbali –
che senso può avere scrivere qualcosa del quale non sappiamo se ciò
che è scritto si è verificato o no e del quale siamo sicuri che
tanto di ciò che si è verificato non è scritto? Non sarebbe meglio
accontentarsi di un registratore elettronico?
Credo che qualche Segretario un po’
pigro ne sarebbe felice, magari corredando l’apparato con un
programma automatico di scrittura del parlato.
Ma sarebbe opportuna o solo utile
un’attività del genere?
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