lunedì 23 novembre 2015

Il viaggio

Il Libero Muratore viaggia.
Viaggia L'Apprendista e viaggia il Compagno. Viaggiano i Maestri alla ricerca di Hiram.

Ma viaggiano anche i Maestri Segreti. E viaggiano i Cavalieri di Malta. E viaggiano i Massoni Noachiti.

E viaggiano anche i Maestri dell'Arco Reale ritornando da Babilonia.

Ogni Massone viaggia. Il viaggio è un superamento di qualcosa, un aumento della propria esperienza, una conquista di qualcos'altro. E' un raggiungere un qualche centro.

Il "viaggio" ha un forte senso simbolico, un forte impatto emotivo.

Già: forte impatto emotivo. Specialmente se spesso il ritorno non era certo.
Pensiamo per esempio a un milanese che in pieno Rinascimento avesse voluto compiere un pellegrinaggio a Santiago di Campostela. Da Milano a Santiago sono 1800 chilometri, in auto diciotto ore più le soste. Ma allora si viaggiava a piedi o al massimo a cavallo: parti a Pasqua e arrivi a Ferragosto. Se arrivi e non soccombi durante il tragitto! E altrettanto per il ritorno.

Che c'entra l'esempio? Una semplice osservazione sull'impatto emotivo del simbolo "viaggio". Viaggiare non voleva dire: prendo l'auto e torno. Significava partire e andare... e forse, a Dio piacendo, tornare.

Carichiamo di questo impatto emotivo i viaggi dell'Apprendista e del Compagno. Dell'Apprendista che cerca un lavoro affiliandosi ad una Gilda di muratori: se ci riuscirà la sua sopravvivenza sarà assicurata: potrà mangiare tutti i giorni. Del Compagno che ha terminato un lavoro e cerca una sistemazione migliore entro la Corporazione: se ci riuscirà avrà l'avvenire in mano, potendo spuntare quel salario al quale da Apprendista non aveva diritto (l'Apprendista veniva pagato in natura: vitto e alloggio).

Carichiamo di questo impatto emotivo i viaggi dei Maestri alla ricerca di Hiram, e immaginiamo il loro smarrimento, il loro dolore, il loro "non saper più cosa fare", la loro stessa sopravvivenza nel caso in cui il Cantiere (Dio non voglia!) dovesse sfasciarsi.

Se riusciremo a caricare i viaggi del Massone di questa carica emotiva, allora, forse, avremo fatto un piccolo passo in avanti sul cammino.
 

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