domenica 29 novembre 2015

Il fratello Bravini


Nulla è dunque più erroneo che il vo­lerli persuadere ad impegnarsi; anche quando credono di farlo, il loro im­pegno non consiste nell'accettare un dato di fatto, nell'identificarsi in una delle sue funzioni, nell'assumerne le possibilità e i rischi personali; ma nel giudicarlo dal di fuori e come se non ne facessero parte essi stessi; quell'impegno è an­cora un modo particolare di restare liberi. L'insegnamento e l'indagine scien­tifica non si confondono, da questo punto di vista, con il tirocinio di un me­stiere. La loro grandezza e la loro miseria è appunto di essere e un rifugio e una missione.

Claude Lévi-Strauss (Tristi Tropici, p. 53) sta parlando di certi studenti e futuri insegnanti o scienziati.

E’ però atteggiamento diffuso in ogni campo: spesso o meno frequentemente, in qualunque ambito ti trovi, prima o poi incontri il tizio saccente, che ti spiega, che ti vuole insegnare.

Se ci riferiamo poi al campo che più ci sta a cuore, lo incontriamo, questo Massone, il fratello Bravini, che ti spiega come va la Massoneria, come va il mondo e come invece dovrebbe andare.

E’ il tipo da Loggia, alter ego dell’esperto da bar: se il mondo andasse come dovrebbe (cioè: come lui dice che dovrebbe andare) sarebbe molto migliore.

E’ l’iscritto alla Massoneria, che pur essendo iscritto (magari da molti anni) alla Massoneria è sempre stato “asintotico” e non l’ha mai “intersecata”. 
(NB: Asintotico deriva da asintoto, la retta che si avvicina sempre più ad una curva senza mai raggiungerla).

Siamo in tanti a sostenere che la Loggia non è un circolo culturale dove vai ad assistere a dotte conferenze, non è lo studio di uno psicologo o psicanalista che cura terapie di gruppo, non è un’associazione di “poverini” che sfogano le proprie frustrazioni indossando variopinti paludamenti.

No, la Loggia è qualcosa di molto diverso, e ognuno deve riportare non la freddezza di cose lette e magari capite poco, ma esperienze personali. La Loggia non è un confessionale, ma una specie di laboratorio umano, dove la mia esperienza può stimolare i Fratelli, come le loro esperienze stimolano me.

Il fratello Bravini, che legge, e legge solo, non porta nulla. Non è sincero. Non “digerisce” ciò che ha letto, non riesce a far suo quanto letto e a farlo diventare una propria esperienza.

Se tu ti limiti a riportare quanto letto senza averlo fatto tuo, resti in superficie, come la schiuma del mare. Il tuo intervento risulta freddo, superficiale, epidermico. Fondamentalmente inutile.

La Loggia deve costruire con le pietre dei singoli Fratelli, e queste pietre non le leggi altrove, ma le sgrossi dentro di te.

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