Caminante non hay camino
sino estelas en la mar
ha cantato Machado.
Cioè: Viandante
(ma come è più incisivo il vocabolo spagnolo: caminante!)
non esiste il sentiero ma solamente scie nel mare...
Mi ci ritrovo in questi versi. E mi
ritrovo anche in tutta questa poesia di Machado, specie là dove
canta:
Qui “sento” forte il senso dell’uomo contemporaneo. Almeno il mio senso.
Caminante, sono le tue orme
il sentiero e niente più;
Caminante, non esiste il sentiero,
il sentiero si fa camminando.
Camminando si fa il sentiero
e girando indietro lo sguardo
si vede il sentiero che mai più
si tornerà a calpestare.
Non ci sono paletti che possono tracciare il sentiero, da tempo ho rifiutato quelli piantati da altri e cerco di avere i “miei” punti di riferimento. Punti in armonia con la natura, con il cielo, con il sole... Posizione però “pericolosa”: nessuno ti può indicare il tuo percorso.
Mi ricorda il Broomway, il sentiero nel
sud-est dell’Inghilterra che si svolge in mare, a qualche centinaio
di metri dalla riva, ed è percorribile a piedi solo quando la terra
emerge durante la bassa marea. Per secoli è stato l’unico punto di
accesso all’isola Foulness, a nord dell’estuario del Tamigi per
l’impossibilità di costruire ponti in un territorio paludoso. E’
lungo alcuni chilometri, ma non ci si può attardare per il pericolo
di essere travolti dalla marea crescente. Sembra quasi la
materializzazione dei versi di Machado e la condizione del
camminatore contemporaneo.
Camminiamo. Camminiamo.
Ma il sentiero dobbiamo segnarcelo noi, da soli. I paletti degli altri, i confini degli altri, i... Landmark degli altri (sì degli altri) non fanno per noi, massoni malpensanti.
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