Nella tradizione ebraica Dio impone sei precetti ad Adamo e uno a Noè. Poiché quest'ultimo è il padre dell'umanità i sette precetti vennero detti leggi noachidi, cioè dei figli di Noè. Sono precetti validi (dal punto di vista ebraico) per tutti gli uomini in quanto precedono il patto con Abramo, quest'ultimo valido per il popolo di Israele, e la nascita di ogni religione. Il noachitismo ovviamente esula dal punto di vista di una religione particolare, ma si collega alla Natura Primordiale pre e post-diluviana: una Terra Sacra armonicamente legata al Cielo sacro in un unicum inscindibile. Meglio: in un unicum che verrà scisso nel corso della differenziazione evolutiva post-diluviana. Significa ricercare le motivazioni ultime (e quindi più cogenti e più «valide», estranee a giustificazioni ideologiche o politiche - ininfluenti per il libero muratore che ormai deve essersi liberto da queste imposizioni) che come applicazione pratica spingono a rivalutare la natura dopo gli scempi operati dalla concezione pseudo religiosa di un malinteso senso di dominio dell’uomo sulla natura.
[Dio benedisse Noè e i suoi figli, e disse loro: «Crescete, moltiplicatevi e riempite la terra. Avranno timore e spavento di voi tutti gli animali della terra e tutti gli uccelli del cielo. Essi sono dati in vostro potere con tutto ciò che striscia sulla terra e con tutti i pesci del mare. Tutto ciò che si muove e ha vita vi servirà di cibo; io vi do tutto questo, come l'erba verde; ma non mangerete carne con la sua vita, cioè con il suo sangue. Certo, io chiederò conto del vostro sangue, del sangue delle vostre vite; ne chiederò conto a ogni animale; chiederò conto della vita dell'uomo alla mano dell'uomo, alla mano di ogni suo fratello. Il sangue di chiunque spargerà il sangue dell'uomo sarà sparso dall'uomo, perché Dio ha fatto l'uomo a sua immagine. Voi dunque crescete e moltiplicatevi; spandetevi sulla terra e moltiplicatevi in essa». E Dio disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi; riempite la terra, rendetevela soggetta, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e sopra ogni animale che si muove sulla terra» (Genesi 9 1-7).
Mi pare che i versetti siano coerenti con una visione antropocentrica nella quale l'uomo ha non solo il predominio, ma anche il dominio di tutta la natura e “viene autorizzato” a servirsene.]
Resta il fatto della non unicità del diluvio: se simbolicamente il Diluvio fu quello cui emblematicamente partecipò Noè, vero progenitore-simbolo dell’uomo più di Adamo, ben presto il massone noachita comprende che deve affrontare il proprio diluvio e non necessariamente solo una volta. Deve quindi accingersi (più di una volta) alla costruzione della propria Arca sulla quale e per mezzo della quale galleggiare sulle proprie acque. L’Arca però non è solo lo strumento che permette il superamento delle acque, ma risulta anche il legame con la Natura precedente il diluvio, è anzi la Natura pre-diluviana, precedente la frammentazione della stirpe adamitica, dove ancora regna l’armonia fra tutte le forme animali. Noè salva l’unità primordiale (il leone insieme all’agnello) e mostra che la ricerca dell’armonia è la meta del viaggio.
La costruzione dell’Arca propone necessariamente una comparazione, costruttiva e simbolica, tra la massoneria del legno e la massoneria della pietra: in ultima analisi tra il materiale legno e il materiale pietra.
Nessun commento:
Posta un commento