PRIMO DOVERE (Concernente Dio e la religione)
Un Muratore è tenuto, per la sua condizione, ad obbedire alla legge morale; e se egli intende rettamente l’Arte non sarà mai un ateo stupido né un libertino irreligioso. Ma sebbene nei tempi antichi i Muratori fossero obbligati in ogni Paese ad essere della religione di tale Paese o Nazione, quale essa fosse, oggi peraltro si reputa più conveniente obbligarli soltanto a quella Religione nella quale tutti gli uomini convengono, lasciando ad essi le loro particolari opinioni; ossia essere uomini buoni e sinceri o uomini di onore ed onestà, quali che siano le denominazioni o le persuasioni che li possono distinguere; per cui la Muratoria diviene il Centro di Unione, e il mezzo per conciliare sincera amicizia fra persone che sarebbero rimaste perpetuamente distanti.[Il testo dei Doveri è tratto dalle cd. Costituzioni di Anderson, cioè da "Le Costituzioni dei Liberi Muratori contenenti la storia, i doveri, i regolamenti, ecc. di quella più antica e molto venerabile Fratellanza", trad. dalla ediz. del 1723 di Giordano Gamberini, Livorno, 1974].
Il primo Dovere pone l’universalità della Massoneria nella legge morale inibendo l’ingresso all’ateo stupido e al libertino irreligioso. Pone alla base della muratoria quella "Religione nella quale tutti gli uomini convengono" e la considera strumento per cementare amicizie "fra persone che sarebbero rimaste perpetuamente distanti".
SECONDO DOVERE (Del magistrato civile supremo e subordinato)
Un Muratore è un pacifico suddito dei Poteri Civili, ovunque egli risieda o lavori e non deve essere mai coinvolto in complotti e cospirazioni contro la pace e il benessere della Nazione, né condursi indebitamente verso i Magistrati inferiori; poiché la Muratoria è stata sempre danneggiata da guerre, massacri e disordini, così gli antichi Re e Principi sono stati assai disposti ad incoraggiare gli uomini dell’Arte, a causa della loro tranquillità e lealtà; per cui essi praticamente risposero ai cavilli dei loro avversari e promossero l’onore della fraternità, che sempre fiorì nei tempi di pace. Cosicché se un Fratello divenisse un ribelle contro lo Stato, egli non deve essere favoreggiato nella sua ribellione ma piuttosto compianto come un uomo infelice; e, se non convinto di altro delitto, sebbene la leale Fratellanza possa e debba sconfessare la sua ribellione e non dare ombra o base per la gelosia politica del governo in essere, egli non può venire espulso dalla Loggia ed il suo vincolo rimane irrevocabile.
Il secondo Dovere ribadisce il lealismo politico della fratellanza massonica allo stato del quale il libero muratore è cittadino indipendentemente dal regime politico che lo governa.
TERZO DOVERE (Delle Logge)
Una Loggia è un luogo dove i Muratori si raccolgono ed operano; per cui tale assemblea, o debitamente organizzata società di Muratori, è chiamata una Loggia, ed ogni Fratello deve appartenere ad una ed essere soggetto alle sue norme ed ai regolamenti generali. Essa è particolare o generale e ciò si comprenderà meglio frequentandola e mediante i regolamenti inerenti della Loggia generale o Gran Loggia. Nei tempi antichi, né Maestro né Compagno poteva esservi assente, specialmente quando convocato a comparirvi, senza incorrere in severa censura, salvo che non risultasse al Maestro e ai Sorveglianti che forza maggiore lo aveva impedito.
Le persone ammesse come membri di una Loggia devono essere uomini buoni e sinceri, nati liberi e di età matura e discreta, non schiavi, non donne, non uomini immorali o scandalosi, ma di buona riputazione.
Il terzo precisa la denominazione di Loggia (quasi definizione matematica) e fissa alcune caratteristiche per esserne membri: essere uomini buoni e sinceri, nati liberi e di età matura e discreta, non schiavi, non donne, non uomini immorali o scandalosi, ma di buona riputazione.
Seguono quindi altri tre Charges: Dei Maestri, Sorveglianti, Compagni e Apprendisti il quarto (si noti che probabilmente il termine Maestro si riferisce al Maestro di Loggia, in quanto al tempo non era diffuso il grado così come lo pratichiamo oggi, anche se in alcune logge inglesi era praticato fin dal 1720), Della condotta dell'Arte nel lavoro il quinto e il sesto Del comportamento in Loggia, a Loggia chiusa, incontri tra Fratelli in assenza o presenza di non Massoni, in casa verso Fratelli stranieri.
Il quadro che ne emerge non è immune da ciò che in termini spicciativi si potrebbe denotare con il termine «buonismo»: potete divertirvi con innocente allegria, trattandovi l’un l’altro a vostro talento, ma evitando ogni eccesso.
E’ una regola tratta dal SESTO DOVERE, punto 2, Del comportamento quando la Loggia è chiusa ed i Fratelli non sono usciti. Così continua.
…Ma evitando ogni eccesso o di spingere alcun Fratello a mangiare o bere oltre la sua inclinazione o di impedirgli di andare quando le circostanze lo chiamano, o di fare o dire cose offensive o che possono impedire una facile e libera conversazione; poiché questo turberebbe la nostra armonia e vanificherebbe i nostri lodevoli propositi. Perciò né ripicche o questioni personali possono essere introdotte entro la porta della Loggia, ancor meno qualsiasi questione inerente la Religione o le Nazioni o la politica dello Stato, noi essendo soltanto, come Muratori, della summenzionata Religione Universale; noi siamo inoltre di tutte le Nazioni, Lingue, Discendenze e Idiomi e siamo avversi a tutte le politiche, come a quanto non ha mai portato al benessere della Loggia né potrebbe portarlo mai. Questo dovere è stato sempre strettamente posseduto e osservato; ma specialmente dal tempo della Riforma in Britannia, o il dissenso e la secessione di tali nazioni dalla Comunione di Roma.
E ancora. SESTO DOVERE.
Punto 3. Comportamento quando i Fratelli si incontrano senza estranei ma non in una Loggia costituita:
Vi dovete salutare l’un l’altro in modo cortese, come siete stati istruiti...
Punto 5. Comportamento in casa e nelle vicinanze:
Dovete agire come si conviene a un uomo morale e saggio… Voi dovete anche tutelare la vostra salute non intrattenendovi troppo a lungo o troppo lontano da casa (…) ed evitando la ghiottoneria e l’ubriachezza, affinché le vostre famiglie non siano trascurate od offese, né voi inabilitati a lavorare.
Sono solo alcuni esempi, ma credo riescano a comunicare l’atmosfera e la concezione entro le quali gli Antichi Doveri sono stati redatti: autore Anderson e mentore Desagulier; luogo l’Inghilterra dei primi anni del Settecento (con influenze del Seicento). Indubbiamente risentono dell'epoca (appunto primo quarto del '700) e della personalità dell'autore.
Ho citato alcuni passi degli Antichi Doveri, ma a mio parere pongono questioni di fondamentale importanza.
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