Il Candidato, per sopravvivere al Grande Mabbùl, chiede di essere accolto nell’Arca, elevandosi fino al terzo piano, dimora della Clemenza Divina. Rivive quindi la storia di Noach, il giusto, padre delle generazioni, che accolse nell’Arca le coppie di tutte le creature viventi (in cui era il soffio vegetale) per ripopolare il grande Tempio della natura primordiale. Il diluvio durò quaranta giorni e sommerse tutta la terra (tutti i monti più alti rimasero coperti, ma l’Arca navigava sulla superficie delle acque) fino a che il vecchio soffio vitale, profanato e gemente, fu estirpato dalla terra: Quando il vecchio soffio vitale, profanato e gemente, fu immerso dalle acque ed estirpato dalla terra, l’Iddio Vivente si ricordò di Noach e di tutte le creature che erano con lui nell’Arca. Fece passare un vento sulla terra e le acque si calmarono; le fonti dell’abisso e le cateratte del cielo si chiusero, e l’Arca si posò sui monti di Ararat.
Dopo quaranta giorni Noach mandò fuori il corvo, che uscì andando e tornando perché le acque non si erano ancora ritirate. Mandò poi la colomba, che tornò non trovando un luogo per posarsi.
Dopo sette giorni Noach rimandò fuori la colomba, che ritornò a sera con un ramo di ulivo nel becco: le acque si stavano ritirando.
Dopo altri sette giorni Noach rimandò la colomba che non fece più ritorno. Uscì allora dall’Arca assieme alla propria famiglia e all’assemblea dei Viventi.
Nel cielo compare l’Arcobaleno, segno del Patto di Dio con tutti i Viventi.
Osservo che - per quanto è a mia conoscenza - è l'unico grado muratorio nel quale il recipiendario non presta giuramenti o promesse (solenni o no).
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